iniziato nella piccola chiesa delCerreto, con la sobria e gioiosa celebrazione della professione temporanea della giovane senese Lisa, l’anno pastorale diocesano avente come tema «La pedagogia della Santità»: un segno per la nostra Chiesa, che intende riscoprire le fonti della fede, puntando più che sul fare, su «chi dobbiamo essere e a Chi dobbiamo dare fiducia
per diventarlo», proprio come c’insegnano le monache carmelitane e, in genere, le anime oranti.
Presenti, oltre alla comunità della monache ed ai familiari della professa, un buon numero di sacerdoti diocesani guidati dal
vescovo Guglielmo, a conferma che questo luogo santo, con coloro che lo custodiscono, rappresenta veramente il cuore della diocesi che, nel suo piano pastorale per l’anno che sta iniziando, ha messo, fra i suoi obiettivi, quello di «’valorizzare l’apparizione mariana del Cerreto ed evidenziare quella chiesa come santuario mariano diocesano».
Nell’omelia il vescovo ha evidenziato le caratteristiche principali dell’ordine carmelitano, che non ha un particolare santo fondatore, ma si basa su due «stelle polari», il profeta Elia, che adorava Dio sul monte Carmelo, e Maria, la Vergine del Sì. Rivolgendosi direttamente a Lisa, monsignor Borghetti le ha chiesto di essere, con le altre consorelle, appassionata adoratrice, rappresentante, baluardo di difesa del Dio vivente, proprio come Elia, in un mondo in cui si vive come se Dio non
esistesse e la cultura dell’effimero s’impone sulla totalità e definitività delle scelte di vita. L’ha quindi invitata, «con i grandi e le
grandi dell’ordine carmelitano», ad entrare nella lunghezza d’onda di Maria, esempio di abbandono confidente in Dio.
I due propositi, di imitazione del santo profeta Elia e della Beata Vergine Maria, sono stati oggetto delle domande che il vescovo ha rivolto poi alla giovane, che ha aderito con un convinto «Sì, lo voglio»; quindi la liturgia è proseguita con due
momenti distinti: il primo, con la neoprofessa inginocchiata davanti alla priora, nelle cui mani ha recitato solennemente
la professione religiosa, cioè la consacrazione totale a Dio con i tre voti di castità, povertà ed obbedienza, per adesso
temporanei; quindi, indossate le parti bianche della velatura, la professa si è presentata davanti al vescovo per le cosiddette
«cconsegne» dei simboli: il velo, la cappa bianca, la regola carmelitana ed il crocifisso. A questo punto la giovane Lisa Salerno ha iniziato ad essere chiamata suor Maria Ester di Cristo Re, come segno della nuova vita che è iniziata per lei.
Continua ad aumentare così il numero delle carmelitane «custodi oranti» del nostro santuario mariano diocesano; una
ventata di freschezza ed ottimismo sulla nostra e su tutta la Chiesa: finché ci saranno giovani come Lisa, che lasciano tutto per seguire il Signore, finché due milioni di giovani, incuranti della fatica e del sacrificio, rispondera nno alla chiamata del Santo Padre nella Gmg, non ci sarà posto nella Chiesa per quei profeti di sventura che, purtroppo anche utilizzando mezzi di
comunicazione che entrano in tutte le case, si dilettano ad incupire, spaventare, frastornare tante anime semplici, farneticando su prossime punizioni divine e catastrofi imminenti. L’aria che si è respirata giovedì scorso al Cerreto ci parla di una Chiesa viva, gioiosa, entusiasta, non certo di una vecchia decrepita che sta precipitando nel baratro assieme all’umanità, spintavi addirittura dal Signore della vita, il Dio di Elia e della Vergine del Sì’
L.M.