Secondo anno del cammino Sinodale
Vademecum per gli incontri
Insieme alle schede relative al secondo anno del sinodo, dove siamo chiamati a lavorare su “ i Cantieri di Betania”, vogliamo offrire questo piccolo vademecum nella speranza che possa essere un utile strumento a chi è chiamato ad animare gli incontri.
Parlando di sinodalità papa Francesco dice:
“Il tema della sinodalità non è il capitolo di un trattato di ecclesiologia, e tanto meno una moda, uno slogan o il nuovo termine da usare o strumentalizzare nei nostri incontri. No! La sinodalità esprime la natura della Chiesa, la sua forma, il suo stile, la sua missione. E quindi parliamo di Chiesa sinodale, evitando, però, di considerare che sia un titolo tra altri, un modo di pensarla che preveda alternative. … La parola “sinodo” contiene tutto quello che ci serve per capire: “camminare insieme”.
A questo proposito, è bene sottolineare che questo camminare insieme parte sempre e solo da un ascolto attento di tutte quelle voci che sono parti vive delle nostre comunità parrocchiali.
Perché i “cantieri di Betania”? Perché la casa di Marta, Maria e Lazzaro rappresentano bene “l’habitus” delle nostre realtà, parrocchie, associazioni movimenti che, nello spirito di convivialità proprio della famiglia, vivono ed operano.
Ecco allora poche brevi indicazioni per lo svolgimento degli incontri.
Il cammino sinodale punta a creare lo “spazio” in cui emerga la voce dello Spirito Santo e non la nostra voce. La voce dello Spirito risuona attraverso l’ascolto della Parola di Dio e attraverso l’ascolto dei fratelli, quando la comunità cristiana si riunisce e compie un discernimento comunitario su ciò che vive, su ciò che ascolta, sulla storia umana che abita.
Come riportato nelle due schede, ogni incontro inizia con un momento di preghiera. Poi, è bene sempre soffermarsi brevemente e rileggere la “domanda fondamentale” del sinodo, che ci ricorda il fine di questo processo intrapreso dalla Chiesa.
Viene poi proposto un brano della Scrittura. Colui che modera l’incontro guiderà il discernimento comunitario con questa ‘dinamica’ (il metodo è quello della “conversazione spirituale”):
- lettura delle domande della scheda e tempo di silenzio per riflettere;
- primo momento di condivisione: ognuno racconta agli altri in un massimo di tre minuti la propria riflessione; il moderatore avrà cura che tutti ascoltino senza commentare;
- tempo di silenzio;
- secondo momento di condivisione: per ‘rilanciare’ la riflessione, si sottolinea ciò che ci ha positivamente colpito negli interventi degli altri;
- terzo momento: colui che ha il compito di moderare l’incontro, cercherà di sintetizzare i contributi emersi, ponendo alcune domande conclusive, del tipo: cosa lo Spirito Santo ci sta suggerendo? Quali passi fare nella direzione di una maggiore sinodalità?
L’incontro poi terminerà con la preghiera allo Spirito Santo.
Ricordiamoci questo è il tempo dell’ascolto, non delle risposte; insistendo su questo, non favoriamo mai il contraddittorio, nessuno è chiamato a rispondere a domande poste dall’altro ma siamo tutti chiamati ad un ascolto attivo e alla condivisione
I membri dell’Equipe diocesana si rendono comunque disponibili a partecipare, se richiesto, e a moderare gli incontri che verranno organizzati a livello interparrocchiale o vicariale.