Diocesi di Pitigliano - Sovana - Orbetello

“Desiderio di purificazione”

 
Carissimi fratelli e sorelle,
il grande ed austero cammino quaresimale è davanti a noi! Ogni tempo liturgico è una celebrazione del mistero di Cristo, ma ogni tempo liturgico ne celebra un aspetto e l’aspetto che celebriamo in Quaresima è il suo cammino verso la Pasqua, il suo itinerario pasquale verso la morte e la risurrezione. Questo cammino diventa nella vita della Chiesa un itinerario di fede e di conversione, ‘perché celebrando con spirito rinnovato il mistero pasquale possiamo giungere alla Pasqua eterna’ (Prefazio della I Domenica di Quaresima). La Quaresima, con la Pasqua, è la nostra primavera in Cristo; è bello ricordare l’antico modo di chiamare la Quaresima, come ver sacrum, ‘santa primavera’; nella fede e nella conversione del cuore si realizza ogni anno un più deciso rifiorire della nostra adesione a Cristo e alla sua vita pasquale.
‘Il rinnovamento della fede, della speranza e della carità è la fonte dello spirito di penitenza, che è desiderio di purificazione. La Quaresima non è solo un’occasione per intensificare le nostre pratiche esteriori di mortificazione: se pensassimo che è solo questo, ci sfuggirebbe il suo significato più profondo per la vita cristiana, perché quegli atti esterni – vi ripeto – sono frutto della fede, della speranza, dell’amore’.
Sono parole di un santo dei nostri tempi San Josemaria Escrivá (È Gesù che passa, 57) che mi piace porre come intonazione a queste semplici riflessioni che vi propongo per incoraggiare il cammino quaresimale in questo Anno della Fede e di più intensa conversione al Signore.
Benedetto XVI in Porta fidei ci ricorda: ‘L’Anno della fede è un invito ad un’autentica e rinnovata conversione al Signore, unico Salvatore del mondo. Nel mistero della sua morte e risurrezione, Dio ha rivelato in pienezza l’Amore che salva e chiama gli uomini alla conversione di vita mediante la remissione dei peccati (cfr. At 5,31)’ ‘Per mezzo del battesimo siamo stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una nuova vita’ (Rm 6,4). Grazie alla fede, questa vita nuova plasma tutta l’esistenza umana sulla radicale novità della risurrezione. Nella misura della sua libera disponibilità, i pensieri e gli affetti, la mentalità e il comportamento dell’uomo vengono lentamente purificati e trasformati, in un cammino mai compiutamente terminato in questa vita. La ‘fede che si rende operosa per mezzo della carità’ (Gal 5,6) diventa un nuovo criterio di intelligenza e di azione che cambia tutta la vita dell’uomo (cfr. Rm 12,2; Col 3,9-10; Ef 4,20-29; 2Cor 5,17)’ (Benedetto XVI, Porta fidei, 6).
La trasformazione interiore dell’uomo, la sua progressiva conformazione a Cristo, è il presupposto essenziale per un reale rinnovamento delle relazioni umane e dell’impegno sociale e politico. ‘Occorre, quindi, far leva sulle capacità spirituali e morali della persona e sull’esigenza permanente della sua conversione interiore, per ottenere cambiamenti sociali che siano realmente a suo servizio. La priorità riconosciuta alla conversione del cuore non elimina affatto, anzi impone l’obbligo di apportare alle istituzioni e alle condizioni di vita, quando esse provochino il peccato, i risanamenti opportuni, perché si conformino alle norme della giustizia e favoriscano il bene anziché ostacolarlo (CCC 1888)’.
 
Parlare di fede, dunque, significa parlare di conversione. La crisi economica, finanziaria, morale deve spingerci alla conversione, ad un ritorno al Dio di Gesù Cristo. Il cuore dell’Anno della Fede è la nostra conversione a Gesù e al suo Vangelo. Questa è la risposta a tutte le crisi: personale, economica, politica, della famiglia e dell’intera società. Scopo dell’Anno della Fede è l’invito a ritornare a una fede vivace nella speranza e operosa nella carità; in breve, ritornare alla santità! La Beata Madre Teresa di Calcutta, a chi le chiedeva che cosa avrebbe cambiato nella Chiesa, rispondeva: ‘Io e lei’. L’ostacolo maggiore, oggi come sempre, è il nostro ‘io peccatore’ che non permette a Dio di essere Signore della nostra vita. Le condizioni sociali e culturali che impediscono oggi il radicarsi e il diffondersi della fede oggi sono assai serie. Nella società dell’indifferenza e del nichilismo del senso, l’annuncio dell’Evangelo è più difficile, ma non impossibile; l’uomo ha sete delle Parole di Gesù, questa sete è iscritta nel suo cuore: ‘i cieli e la terra passeranno, le mie parole non passeranno’ (Mc 13,31). L’ostacolo di fondo rimane la nostra libertà quando sceglie di non aprire a Colui che sta alla porta e bussa (cfr. Ap 3,20).
 
La trasformazione interiore dell’uomo, la sua progressiva conformazione a Cristo, è il presupposto essenziale per un reale rinnovamento delle relazioni umane e dell’ impegno sociale e politico. ‘Occorre, quindi, far leva sulle capacità spirituali e morali della persona e sull’esigenza permanente della sua conversione interiore, per ottenere cambiamenti sociali che siano realmente a suo servizio. La priorità riconosciuta alla conversione del cuore non elimina affatto, anzi impone, l’obbligo di apportare alle istituzioni e alle condizioni di vita, quando esse provochino il peccato, i risanamenti opportuni, perché si conformino alle norme della giustizia e favoriscano il bene anziché ostacolarlo’ (Catechismo Chiesa Cattolica, 1888).
 
In questo tempo santo ciascuno di noi riscopra il fascino della purezza del cuore, il gusto del confronto quotidiano con la Parola di Dio, l’esperienza della preghiera, la scelta di stili sobri di esistenza, la frequentazione assidua, gioiosa e pacificante, del Sacramento della Riconciliazione, la gioia di compiere le opere dell’amore.
 
Dio Padre, ‘ricco di misericordia’ (Ef 2,4) vi accompagni con la potenza del suo Santo Spirito in questo itinerario che ci immerge sempre più nel mistero adorabile del Nostro Redentore, Gesù Cristo!
 
 
Guglielmo Borghetti, vescovo