Diocesi di Pitigliano - Sovana - Orbetello

MESSAGGIO AUGURALE DEL VESCOVO PER LA SANTA PASQUA 2011


Carissimi,
avevo incertezza sulla opportunità di inviarvi un messaggio augurale per la Santa Pasqua un poco elaborato, ma nel contempo sentivo in me l’impellente necessità di comunicarvi qualcosa di importante, di decisivo per il nostro essere cristiani nel nostro tempo, nella nostra terra, qualcosa di utile per vivere con maggiore pienezza la Santa Pasqua: ‘amor mi mosse, che mi fa parlare’ (Dante, Inferno, c. II, v. 72) e dunque ho deciso che il vescovo,   ‘collaboratore della vostra gioia’ (cfr 2Cor 1,24), a Pasqua non potesse far altro che porgervi gli auguri, chiedendo al Padre per tutti la grazia  di  sperimentare e  testimoniare la gioia, dono del Risorto.
Si, la Pasqua è un invito sereno e profondo alla gioia!  La gioia per la vittoria definitiva del Cristo sul peccato e sulla morte, la gioia della riconciliazione del mondo con il Padre e l’unione del genere umano, la gioia della nuova creazione proveniente dall’azione del dono dello Spirito Santo, dono pasquale per eccellenza.
Il segno di un’esistenza veramente cristiana è la gioia e non si tratta solo di essere individualmente lieti, si tratta soprattutto di formare comunità pasquali che vivono e irradiano quotidianamente la gioia.
Ma come sperimentare e testimoniare la  gioia pasquale nell’ora attuale così afflitta da molteplici drammi?
L’acqua smisurata e prepotente dello tsunami che ha distrutto le città del Giappone ingoiando spiagge, case, persone, anni di sacrifici e di impegno lavorativo; il terribile  terremoto che pare instancabile nel suo replicarsi che, con la terra nipponica, ha  scosso la centrale nucleare, disperdendo in mare le letali  radiazioni nucleari. Ad oggi l’incidente nucleare di Fukushima  viene classificato come “il più grave di tutti i tempi” al pari di quello del 1986 a Chernobyl. La città di  Tokyo deprivata di  acqua potabile,  i suoi  bambini atterriti dalle macerie che galleggiano.
E ancora  il grande esodo dei figli dell’Africa che, per sfuggire alla guerra, alla repressione ed alla schiavitù politica si accalcano su barconi, a rischio della vita, verso l’isola di Lampedusa, isola della speranza davanti ad un’Europa che -come ha sottolineato il Cardinale Tarcisio Bertone-  è chiamata a ritrovare la sua anima,  ‘un’anima di grande solidarietà, di generosità, soprattutto verso queste popolazioni che sono in emergenza’, popolazioni che l’Occidente ‘ha tanto sfruttato e a cui ora -continua il card. Bertone- sembra voltare le spalle’.
In Libia gli  scontri recenti hanno provocato numerose morti e una vera e propria crisi umanitaria; la striscia di Gaza è ancora drammaticamente al centro di altissime tensioni; la tutela della libertà religiosa, con  il commovente sacrificio della vita del Ministro pakistano Shahbaz Bhatti, è messa nel nostro pianeta duramente alla prova.
La nostra Patria, che festeggia i suoi 150 anni di unità, è  attraversata da incertezze e criticità che non possono lasciarci indifferenti.
Parafrasando un celebre aforisma del filosofo Theodor W. Adorno, “scrivere una poesia dopo Auschwitz è barbaro’, potremmo chiederci:  scrivere, invitare alla gioia è barbaro e/o impossibile se non addirittura sarcastico?
Come comporre a Pasqua un Inno alla gioia cristiana che sgorga  dall’evento della Resurrezione di Gesù , il Cristo, il Figlio del Dio Vivente?
Come invitare alla danza gioiosa dei liberati, degli affrancati dal male?
Non è facile parlare di testimonianza della gioia quando ci soffermiamo solo sugli aspetti dolorosi e negativi della vita e della storia. È necessario scoprire, pur nel caos degli eventi atmosferici e  delle malvagità e delle contraddizioni umane,  i segni di speranza.  Allora ‘il Dio della speranza ci riempie di ogni gioia e pace nella fede perché possiamo abbondare nella speranza per la virtù dello Spirito Santo’ (Rm 15,13). 
Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein) ha percorso il cammino della ricerca del mistero della gioia cristiana e, una volta che l’ha scoperta, ha fatto l’esperienza di Auschwitz, testimoniando che, in mezzo all’assurdità e alla malvagità umana, Dio -in Gesù di Nazareth- è presente e vicino, soffre con noi, ci aiuta a portare il peso della croce della notte della fede e ci rende capaci di parlare di Lui e di testimoniare, in forza della sua Presenza, la gioia  nel cuore delle persone e del mondo. 
Con  Olivier Clément, grande teologo cristiano del ‘900, possiamo aggiungere:
‘Dio è innocente, non ha voluto e non vuole la morte, non ha neanche idea del male. Bisogna farla finita con quest’idea di un Dio diabolico, ad immagine dell’uomo e della parte peggiore dell’uomo. Sì, c’è un’onnipotenza di Dio, perché può creare e lasciar esistere fuori di sé altre libertà, quella dell’angelo e quella dell’uomo. Se c’è un’onnipotenza di Dio essa è inseparabile dalla sua onni-debolezza. Dio si ritira in qualche modo … per lasciare all’angelo e all’uomo lo spazio della loro libertà. Egli attende il nostro amore, ma l’amore dell’altro non si comanda. ‘Ogni grande amore è sempre crocifisso’ diceva Evdokimov. Sì, Dio ha rischiato, Dio è entrato in una vera e dunque tragica storia d’amore” (O. Clément, Fondamenti spirituali del futuro. Intervista a Olivier Clément).
           Pasqua di Resurrezione per tutti noi,  nascita della possibilità che qualcosa di nuovo accada; dove Cristo è presente, la paura si dissolve, il nostro lamento si tramuta in danza (cfr. Sal. 30,11) e la gioia diventa possibile e testimoniabile.
L’augurio più bello per la  Santa Pasqua di Resurrezione 2011 che il Vostro Vescovo, con tanto amore porge a tutti voi, è questo: possiate essere, nella grazia dello Spirito Santo, sorpresi dalla gioia  scaturita dalla percezione della  Presenza del Risorto nella Vita e nella Storia,  e possiate esserne  propagatori entusiasti nella vostra quotidianità trasformata,
di cuore vi benedico,
                                                                                                     + Guglielmo, vescovo