Diocesi di Pitigliano - Sovana - Orbetello

Messaggio del Vescovo per la Quaresima 2011


Cari fratelli e sorelle in Cristo,
‘all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l‘incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva’ (BENEDETTO XVI, Deus caritas est, 1). Sono queste parole del Santo Padre Benedetto XVI,   contenute all’inizio della  prima enciclica del suo Pontificato, che  mi hanno spinto ad offrire un contributo alla nostra Chiesa di Pitigliano-Sovana-Orbetello per vivere intensamente il tempo di Grazia della Quaresima. Il cristianesimo non è un sistema intellettuale, un pacchetto di dogmi, un moralismo, ma è un incontro, una storia d’ amore, un avvenimento, e la Quaresima è segno sacramentale di un incontro particolarmente intenso con Gesù, facendoci ripercorrere le diverse tappe del cammino dell’iniziazione cristiana.                             
Sin dalle sue origini la Quaresima è sempre stata impostata e vissuta come tempo idoneo per la preparazione immediata al Battesimo, da amministrarsi solennemente durante la ‘Madre di tutte le veglie’, la Veglia Pasquale. Tutta la Quaresima è cammino verso questo grande incontro con Cristo, verso questa immersione in Cristo che genera un totale rinnovamento della nostra vita. Noi siamo già battezzati, ma il Battesimo spesso non è molto efficace nel quotidiano, ‘non lo si vede’;  Benedetto XVI nel Messaggio per la Quaresima 2011 afferma: ‘questo dono gratuito deve essere sempre ravvivato in ciascuno di noi e la Quaresima ci offre un percorso analogo al catecumenato, che per i cristiani della Chiesa antica, come pure per i catecumeni d’oggi, è una scuola insostituibile di fede e di vita cristiana’. Il Concilio Vaticano II ha  caldamente invitato a valorizzare ‘più abbondantemente gli elementi battesimali propri della liturgia quaresimale’ (SC 109).   Dunque abbiamo davanti un rinnovato ‘catecumenato’, grazie al quale andiamo incontro al nostro Battesimo per riscoprirlo e riviverlo in profondità: la Quaresima si propone  come tempo favorevole per ‘ridiventare’ cristiani. Quando il Battesimo era conferito agli adulti c’era una iniziazione graduale al Mistero; ora questo immenso dono ci è normalmente dato da bambini: si tratta di prendere coscienza sempre più chiaramente della situazione di salvezza in cui siamo stati immersi, per attuarne con coerenza gli impegni.
Questa attuazione coerente degli impegni  si chiama  conversione e non si realizza  una volta per sempre, ma è un processo, un cammino interiore di tutta la nostra vita. Certo non solo il tempo  quaresimale è caratterizzato dalla tensione verso il Cristo, da incontrare e nel quale immergersi, ma tutto il tempo che ci è dato di vivere è connotato da questa urgenza; la Quaresima è il tempo  liturgico che ci aiuta a ricordare esattamente questa urgenza insita in ogni attimo, in ogni istante che Dio ci dona da vivere su questa terra.
Il Battesimo non è un rito del passato, ma l’incontro con Cristo che informa tutta l’esistenza del battezzato, trasformandolo in vero figlio di Dio; per questo c’è un nesso peculiare che lega il Battesimo e la Quaresima, vissuta -questa- come tempo favorevole per  raggiungere Cristo nel suo mistero di Morte e di Resurrezione. Il Battesimo domina così lo scenario quaresimale.
L’invito forte che mi sento di rivolgere a tutti è quello di approfittare del momento presente: la Quaresima è tempo utile per riscoprire il Battesimo come fondamento dell’esistenza cristiana; oggi più che mai è urgente per ciascun credente ritornare alle radici del proprio essere cristiani e la Quaresima è tempo privilegiato per questo cammino di riscoperta del dono che il Padre ci ha fatto: diventare suoi figli! Il Battesimo è per il cristiano ciò che la sorgente è per il fiume: l’atto fontale da cui sgorga la sua vita in Cristo. Il beato Antonio Rosmini afferma che «il battezzato subisce una segreta ma potentissima operazione, per la quale egli viene sollevato all’ordine soprannaturale, vien posto in comunicazione con Dio» (Del principio supremo della metodica’, Torino 1857, n. 331) E’ una nuova nascita: si entra nel mondo divino, è un salto dalle dimensioni infinite, battezzati nel Nome della Trinità diventiamo ‘partecipi della natura divina’ (2Pt, 1,4).
Questa nuova condizione di figli nel Figlio è gravida di conseguenze: esige anzitutto una rottura con la vita anteriore; c’è un ‘prima’ e un ‘poi’: prima la tenebra, ora la luce; prima la schiavitù del peccato, ora la libertà dei figli di Dio; insomma dall’uomo vecchio all’uomo nuovo! Il Battesimo ci spoglia del vecchio, ci fa rivestire il nuovo, ci permette di ‘camminare in novità di vita’ (Rm 6,3-5) e ri-orientare le nostre scelte e le nostre decisioni.
Riscoprire il proprio Battesimo non è una semplice espressione esortativa: è l’essenziale questione della coscienza dell’uomo che ha incontrato Cristo nel Battesimo e con esso si è immerso nel suo mistero di Morte e Resurrezione. La vita del cristiano ‘ come anche la vita della comunità cristiana- è tale nella misura in cui ogni scelta è conseguente alla viva consapevolezza del proprio Battesimo. E’ un vero peccato che anche nelle nostre comunità cristiane spesso queste considerazioni essenziali siano ‘bypassate’ perché considerate ‘spiritualiste’, a tutto vantaggio di considerazioni cosiddette ‘più concrete’, più vicine alla realtà quotidiana. E’ la grande amnesia dell’identità del cristiano. Si preferisce discutere di ‘idee’ e di ‘valori’, pensando e vivendo i quali il mondo cambierebbe: solidarietà, giustizia, pace, felicità, libertà, eticità etc.; trovo che non vi sia astrattezza maggiore di questa impostazione. L’uomo è capace di trasformare il reale solo quando ha incontrato Qualcuno che lo rende capace di cose nuove, di gesti inediti. E’ Cristo la novità che rende nuovo l’uomo e conseguentemente il mondo; è Cristo che rende possibile la realizzazione della giustizia vera, della solidarietà che non si spegne, della pace duratura, della felicità autentica, della ‘vita buona’, della moralità non legalistica. Riscoprire il Battesimo significa andare a questa sorgente di novità, significa riappropriarsi della nostra identità più profonda.
E’ anche in questa prospettiva che va collocato il percorso pastorale offertoci dai Vescovi italiani ‘Educare alla vita buona del Vangelo‘ per il decennio 2010-2020: la vita buona è esistenza secondo lo Spirito; educare cristianamente è educare alla vita nuova dei figli di Dio,  ‘formazione spirituale che tende a farci assimilare quanto ci è stato rivelato in Cristo affinché la nostra esistenza possa corrispondere ogni giorno di più al suo dono’ (EVBV 22).
Sollecito i sacerdoti, i catechisti e le varie aggregazioni laicali ad illustrare, con pazienza ed efficacia, -soprattutto in quest’anno liturgico del ciclo A- nelle omelie, nelle catechesi e negli insegnamenti più vari ‘l’altissima vocazione’ (GS 22) a cui l’uomo, in Cristo, è stato chiamato e l’immenso dono del Battesimo.
Maria, Madre della Divina Grazia, ci accompagni in questa Quaresima alla riscoperta vissuta della nostra identità più profonda di figli di Dio, morti e risorti con Cristo e testimoni della sua Resurrezione.
Buona Quaresima a tutti!
 
 
Da Pitigliano, 1 marzo 2011
                                                                                                              
+ Guglielmo, vescovo