Maria, donna esperta di comunione
1. Il Signore ci ha guidati anche per quest’anno all’amato Santuario di Montenero, alla Casa di Maria, a Colei che oggi onoriamo come Mater Unitatis, Madre dell’Unità, Donna esperta di comunione: a Lei vogliamo chiedere un particolare aiuto nel nostro cammino di Chiesa affinchè sia pienamente accolto il dono della comunione nei cuori di tutti noi per diventare costruttori veri di un’autentica comunità cristiana. ‘La Chiesa casa e scuola della comunione’ questo il pensiero guida del nostro Anno Pastorale tratto dalla stupenda Lettera Apostolica del Beato Giovanni Paolo II Novo Millennio Ineunte. Anno pastorale che siamo venuti ad affidare a Lei, Donna esperta di comunione. Noi invochiamo Maria, quale «madre della Chiesa», non solo perchè portio optima, parte eletta della Chiesa, ma anche perchè ne è il modello: per la fede, per la carità, per la profonda unione a Cristo (cf. LG 63) e per la singolare ricchezza di grazia con cui ha vissuto il dono della comunione.
2. Noi, popolo di Dio, mentre la invochiamo con affetto di pietà filiale La veneriamo come madre amantissima (cfr LG 53), vediamo in lei il modello della più intensa comunione con Dio e con i fratelli e ci affidiamo alla sua intercessione nell’impegno di vivere la comunione ecclesiale (cfr C.E.I. Comunione e Comunità, 33).
3.’Fare della Chiesa la casa e la scuola della comunione: ecco la grande sfida che ci sta davanti nel millennio che inizia, se vogliamo essere fedeli al disegno di Dio e rispondere anche alle attese profonde del mondo.’ (NMI 43). Ecco la sfida che sta davanti alla Nostra Chiesa di Pitigliano-Sovana-Orbetello se vogliamo essere fedeli alla volontà del Padre e rispondere alle attese più profonde della gente del nostro territorio.
4. Se Maria è donna esperta di comunione, sarà per noi anche vera maestra che ci aiuta ad apprendere quella spiritualità della comunione che tanto amiamo e sentiamo necessaria. Uno scrittore medievale, Sant‘Idelfonso di Toledo – (Toledo, 607 ‘ Toledo, 4 aprile 667, arcivescovo di Toledo), ci da di Maria una singolare definizione: ‘Totius Trinitatis nobile triclinium’ che vuol dire: ‘Nobile tavola da pranzo per tutte e tre le persone divine’. Un’immagine ardita in cui Maria è posta in relazione con la Trinità Santa e viene descritta come tavola elegante attorno alla quale il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo esprimono la loro convivialità (Servo di Dio Tonino Bello). E’ facile andare con la mente alla celebre Icona di Andrej Rublév. Al centro della scena c’è una mensa che raduna le tre persone, in piena, mistica e silente comunione. Viene da pensare, dice il Servo di Dio Tonino Bello, che Maria sia quella nobile mensa! E’ un lampo, un’intuizione che ci lascia senza parole: quale ruolo eserciterà Maria dentro la vita trinitaria! Il silenzio è d’obbligo. E’ più facile scorgere la funzione di lei all’interno di ogni comunità umana che vive sulla terra, nel nostro mondo: la famiglia, la parrocchia, l’istituto religioso, la diocesi, il movimento ecclesiale, l’associazione, il seminario… ‘ogni comunità che vuol vivere sulla scorta del Vangelo, porta in sé qualcosa di sacramentale: è per sua natura, cioè, segno e strumento della comunione trinitaria. Deve riprodurne la logica, viverne la convivialità, esprimerne il mistero. Potremmo definire le comunità ecclesiali come dislocazioni terrene, agenzie periferiche, riduzione in scala di quella esperienza misteriosa che il Padre e lo Spirito fanno nel cielo. Nel cielo più persone uguali e distinte vivono a tal punto la comunione da formare un solo Dio. Sulla terra, più persone uguali e distinte devono vivere la comunione, così da formare un solo uomo: l’uomo nuovo, Cristo Gesù'(Servo di Dio Tonino Bello) Maria ci aiuta in questo straordinario e formidabile impegno di costruttori di comunità ad immagine della comunità trinitaria!
5. Prima di impegnarci a programmare iniziative concrete dobbiamo promuovere una spiritualità della comunione, ‘facendola emergere come principio educativo in tutti i luoghi dove si plasma l’uomo e il cristiano, dove si educano i ministri dell’altare, i consacrati, gli operatori pastorali, dove si costruiscono le famiglie e le comunità'(NMI, 43) facciamoci educare da Maria, l’esperta nella comunione! Spiritualità della comunione significa sguardo del cuore portato sul mistero della Trinità che abita in noi, e la cui luce va colta anche sul volto dei fratelli che ci stanno accanto. Spiritualità della comunione significa capacità di sentire il fratello di fede nell’unità profonda del Corpo mistico, come parte di me e saper condividere le sue gioie e le sue sofferenze, per intuire i suoi desideri e prendersi cura dei suoi bisogni, per offrirgli una vera e profonda amicizia. Spiritualità della comunione è capacità di vedere ciò che di positivo c’è nell’altro, per accoglierlo e valorizzarlo come autentico dono di Dio. Spiritualità della comunione è stare accanto al fratello, portando ‘i pesi gli uni degli altri’ (Gal 6,2) e respingendo le tentazioni egoistiche che continuamente ci insidiano e generano competizione, carrierismo, diffidenza, gelosie. Non ci facciamo illusioni: senza questo cammino spirituale, a ben poco servirebbero gli strumenti e gli organismi istituzionali della comunione. Diventerebbero apparati senz’anima, ‘fate morgane’ o maschere di comunione più che sue vie di espressione e di crescita.
6. Lasciamo cadere generosamente il buon seme del dono della comunione nel terreno vivo della nostra Chiesa e coltiviamolo con amore.Rifulga la comunione nel rapporto tra Vescovo, presbiteri e diaconi, tra preti e laici, tra clero e religiosi, tra associazioni e movimenti ecclesiali. Valorizziamo sempre meglio gli organismi di partecipazione come il Consiglio presbiterale e pastorale, sia esso diocesano, vicariale o parrocchiale. La spiritualità della comunione, ispira un reciproco ed efficace ascolto tra Pastori e fedeli, tenendoli, da un lato, uniti in tutto ciò che è essenziale, e spingendoli a maturare insieme scelte ponderate e condivise. Maria, madre dell’Unità e Donna esperta di comunione, prega per noi!