2. Ed è proprio una parola di speranza quella che oggi dobbiamo pronunciare, gridare forte. La nostra cara e amata Pitigliano, radunata nella sua Cattedrale, accoglie Simone e lo presenta con la sua preghiera al Padre delle misericordie; giovane coraggioso, professionista appassionato, figlio di cui il padre è fiero. Simone ha concluso troppo presto la sua vita terrena nell’esercizio di quel lavoro che aveva nel sangue, in una terra drammaticamente e da troppo tempo coinvolta in un tragico quanto assurdo conflitto. Ci stringiamo con affetto enorme al babbo Pierluigi, il Nostro Sindaco, alla sua mamma e alle sue sorelle, alla donna della sua vita e alla figlia che un giorno potrà parlare orgogliosa di lui, facciamo sentire loro il calore della nostra vicinanza e la forza della nostra preghiera, pur consapevoli che nulla, umanamente, potrà consolare la perdita del caro Simone, ‘l’amico che tutti avrebbero desiderato avere’, come qualcuno molto bene ha detto.
3. La pagina del Libro dell’Apocalisse che abbiamo ascoltato può aiutarci a leggere il mistero della storia universale e personale attraverso un linguaggio simbolico forte e drammatico. Ci parla di due segni nel cielo: “una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle…un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi”. La donna è incinta, ha le doglie del parto, il drago è in agguato per divorare colui che sta per nascere. I Padri della Chiesa interpretano così la simbologia: la donna è Maria, il figlio che sta per nascere è il Redentore, il drago è satana, il serpente antico. Scoppia una guerra in cielo, Michele guida i combattenti e sconfigge il drago che è precipitato sulla terra; il drago insegue la donna, vuole travolgerla con il suo vomito acido di violenza, la donna è posta in salvo, custodita, nutrita; il drago ‘pieno di grande furore’, non accetta la presenza del Salvatore, del Principe della Pace dichiara guerra alla discendenza della donna e si pone in agguato, sulla spiaggia del mare, fino al ritorno di Gesù! E’ lo scenario della storia umana: il serpente antico fa guerra ai testimoni di Gesù, ai custodi dei comandamenti di Dio, a tutti gli uomini di buona volontà, a tutti gli ‘artigiani della pace’ (Francesco).
4. Questa drammatica dinamica, secolo dopo secolo si ripete nelle coscienze e nelle vicende dei popoli e proprio per questa ripetitività sembra rubare la speranza in un assetto pacifico duraturo, in un’alba di una umanità fraterna e solidale, meno corrotta; eppure il drago è sconfitto; sconfitto, ma pieno di furore, istigatore d’odio e violenza, d’ingiustizia e di mancanza di pietà. Se le coscienze si lasciano ammaliare i frutti sono terribili. La guerra è uno di questi frutti: è odio concretizzato, materializzato “tutto si perde con la guerra e nulla si perde con la pace” (Francesco). “Il Dio della pace susciti in tutti un autentico desiderio di dialogo e di riconciliazione. La violenza non si vince con la violenza. La violenza si vince con la pace”( Francesco).
5. Conseguenza e monito. La morte di Simone, come ha ben sottolineato il Santo Padre Francesco sull’aereo in volo per la Corea del Sud, è conseguenza di questo odio materializzato. Sempre la storia vedrà la coesistenza del bene e del male, sempre il mysterium iniquitatis e il mysterium pietatis saranno in lotta; ma a noi è dato di essere “sentinelle della pace nei luoghi in cui viviamo e lavoriamo. Ci è chiesto di vigilare affinché le coscienze non cedano alla tentazione dell’egoismo, della menzogna e della violenza” (Giovanni Paolo II, Angelus 23.02.2003); a noi è dato combattere il drago con le armi della pace, sempre. La vigilanza è atteggiamento indispensabile. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ci ha sapientemente ricordato nel suo messaggio: “la morte di Simone, come quella delle altre vittime dell’esplosione e dei numerosi civili di ogni età e nazionalità quotidianamente coinvolti dalla violenza bellica in Medio Oriente, deve costituire un ulteriore monito alle parti in conflitto e a tutti noi affinché ci si impegni per un’immediata e definitiva cessazione delle ostilità.” Conseguenza e monito!
6. Continuiamo la nostra celebrazione affidando Simone al Dio sorgente di ogni bontà, purificato dai meriti di Cristo, Maria Assunta lo accompagni là dove lei già vive nella gloria e dove tutti noi siamo attesi. Amen!