Diocesi di Pitigliano - Sovana - Orbetello

Omelia nella Festa della Presentazione del Signore


‘Luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele’ (Lc)
 
1. Una festa importante e bella quella che oggi celebriamo nella fede: il mistero dell’incontro del Signore, Luce delle genti e gloria del suo popolo Israele! Particolarmente in quest’ Anno della fede siamo invitati ad andare incontro a questa Luce e a portare volentieri la sua fiaccola nel tempo della ‘fede difficile’, nel tempo dell’indifferenza diffusa ed endemica; una fiaccola che risplendendo infiamma di speranza i cuori alla ricerca di luce.
 
2. Da 17 anni, su iniziativa del B.Giovanni Paolo II, in questa Festa è stata collocata opportunamente la Giornata Mondiale di preghiera per la vita consacrata.
I vescovi italiani hanno inviato ai consacrati un Messaggio appassionato sul tema ‘Testimoni e annunciatori della fede‘. Non lo riassumo, ma estraggo semplicemente alcuni passaggi che propongo alla vostra riflessione.
 
3. ‘La vita consacrata- si legge- in quanto chiamata alla conformazione a Cristo, è custode del senso ultimo, pieno e radicale della vita‘. Nel tempo del ‘nichilismo del senso’ ‘per il quale porre il problema del senso sembra non avere più senso’ (Lettera Pastorale, 7), i religiosi e le religiose sono chiamati a testimoniare con la vita la bellezza di esistere in Cristo, Luce e Speranza dell’uomo. A superare in se stessi il senso dello smarrimento e del vuoto. Nella indifferenza ammorbante i religiosi sono chiamati a portare alta la fiaccola della fede-speranza e ad aprire orizzonti di senso ultimo della vita. Si tratta di vivere intensamente la propria identità di battezzati  nella professione dei consigli evangelici segno della più intima comunione con Cristo: la castità per testimoniare l’amore autentico come dedizione e gratuità, la povertà per testimoniare l’essenziale nella sobrietà; l’obbedienza come stile di devozione alla verità nella libertà. Vite così impegnate brillano della luce di Cristo Unico Salvatore e irradiano la speranza, che è certezza, che la vita buona del Vangelo è possibile.
 
4. Nel  Messaggio si dice ancora  ‘ prima che per ciò che fate, è per il vostro essere, per la generosità e radicalità della vostra consacrazione, che voi parlate all’uomo di oggi. Vivendo con fedeltà la vostra vocazione tenete vivo, nella Chiesa, il senso della fedeltà al Vangelo. Con la vostra vita ci ricordate che la nuova evangelizzazione comincia da noi stessi e che c’è un intimo legame tra ‘autoevangelizzazione e testimonianza, rinnovamento interiore e ardore apostolico, tra essere e agire, evidenziando che il dinamismo promana sempre da primo elemento del binomio'(Giovanni Paolo II, Es Ap. Vita Consecrata, 81). Sarebbe davvero paradossale pensare che la nuova evangelizzazione non ci riguardi in prima persona, per poter evangelizzare il mondo, la Chiesa tutta deve porsi in religioso ascolto e generosa attuazione della Parola di Dio. Per questo ‘l’invito ad evangelizzare si traduce in un appello alla conversione'(XIII Assemblea  Ordinaria  del Sinodo dei vescovi, Messaggio al popolo di Dio, 5).
 
5. San Sofronio di Gerusalemme, (550-639), monaco, teologo, vescovo e patriarca assiro di Gerusalemme, ardente difensore dell’ortodossia del Concilio di Calcedonia scrive in un suo memorabile Discorso sulla Festa della Presentazione: ‘Le nostre lampade esprimano soprattutto la luminosità dell’anima, con la quale dobbiamo andare incontro a Cristo. Come infatti la Madre di Dio e Vergine intatta portò sulle braccia la vera luce e si avvicinò a coloro che giacevano nelle tenebre, così anche noi, illuminati dal suo chiarore e stringendo tra le mani la luce che risplende dinanzi a tutti, dobbiamo affrettarci verso colui che è la vera luce. La luce venne nel mondo (cfr. Gv 1, 9) e, dissipate le tenebre che lo avvolgevano, lo illuminò. Ci visitò colui che sorge dall’alto (cfr. Lc 1, 78) e rifulse a quanti giacevano nelle tenebre. Per questo anche noi dobbiamo ora camminare stringendo le fiaccole e correre portando le luci. Così indicheremo che a noi rifulse la luce, e rappresenteremo lo splendore divino di cui siamo messaggeri. Per questo corriamo tutti incontro a Dio. Ecco il significato del mistero odierno. La luce vera che illumina ogni uomo che viene in questo mondo (cfr. Gv 1,9) è venuta. Tutti dunque, fratelli, siamone illuminati, tutti brilliamo. Nessuno resti escluso da questo splendore, nessuno si ostini a rimanere immerso nel buio. Ma avanziamo tutti raggianti e illuminati verso di lui. Riceviamo esultanti nell’animo, col vecchio Simeone, la luce sfolgorante ed eterna. Innalziamo canti di ringraziamento al Padre della luce, che mandò la luce vera, e dissipò ogni tenebra, e rese noi tutti luminosi (S.Sofronio, Disc. 3, sull’«Hypapante» 6, 7; PG 87, 3, 3291-3293)’.
 
6. Ringraziamo davvero il Padre della Luce e accogliamo questa  esortazione di S.Sofronio che trasformo in questa eucaristia in preghiera preghiera per tutte le consacrate, i consacrati della Nostra amata Diocesi e per tutti i fedeli qui presenti nella Festa della Presentazione nell’Anno della Fede.