“Tu però rimani saldo in quello che hai imparato e che credi fermamente. Conosci coloro da cui lo hai appreso e conosci le sacre Scritture fin dall’infanzia: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene mediante la fede in Cristo Gesù. Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona” (2Tim 3, 14-17).
1. Carissimi fedeli, ancora una volta siamo ad onorare con devozione ed affetto il caro San Nicola, qui a Castell’Azzara/Sorano; un saluto cordiale e fraterno al Parroco e ai sacerdoti che ogni anno volentieri qui si ritrovano per questa festa che ha il profumo dell’inverno e del Natale imminenti. Preparando il pensiero da comunicarvi ho scelto una breve pagina della Seconda Lettera di San Paolo a Timoteo, pagina che abbiamo ascoltato come seconda lettura, e poi sono andato, come spesso faccio con passione, a frugare in un antico libro: la Legenda aurea di Jacopo da Varazze (1292 ca, 1298), frate domenicano, studioso, che diventa vescovo di Genova: è una monumentale raccolta di storie di santi composta con grande intelligenza e con il filo conduttore dell’Anno liturgico; dopo aver presentato Sant’Andrea, fra’ Jacopo propone san Nicola raccontandone la sua vita, i suoi gesti e i suoi miracoli.
2. Vi affido una breve considerazione preliminare, due lezioni di vita ed un messaggio per l’oggi che ci aiuteranno, spero, a vivere la Festa di San Nicola nell’Anno del Signore 2014. I vari capitoli della Legenda Aurea sono introdotti da un paragrafo, assai consistente, in cui si presenta una sorta di etimologia del nome del santo. Certo sono etimologie tipicamente medievali, non giustificazioni storiche della forma e del senso delle parole, ma esposizione della vis, della forza che le parole contengono, quasi un cogliere il cuore della santità della figura che si va a presentare. Si potrebbe dire che esprimono il carisma specifico del santo. Lavorando sull’etimologia del nome Nicola, Jacopo propone diverse varianti, ma sembra avere una netta preferenza per questa, per noi inconsueta e forse neppure sostenibile filologicamente: Nicola da “nitor”, ‘splendore’ e laos, ‘popolo’, splendore del popolo per dire che “possedette dentro di sé ciò che può dare limpidezza e purezza”, e ciò che può dare purezza e luminosità interiore, dice Jacopo rieccheggiando Sant’Ambrogio, sono la Parola di Dio, la sua meditazione costante, la confessione umile delle proprie colpe e le buone azioni. Nicola uomo limpido e puro che risveglia in ciascuno la nostalgia di queste qualità dell’anima
3. La prima lezione di vita. Dice Jacopo che Nicola, nato da ricchi e santi genitori, “diventato ragazzo evitava i divertimenti degli altri giovani e preferiva frequentare le chiese, custodendo nella memoria tutto ciò che riusciva a sapere della Sacra Scrittura”, – “conosci le sacre Scritture fin dall’infanzia”(Tim 3,14)-. San Nicola si era riempito del dolce miele delle parole del Signore e le sentiva premere dentro di lui, come Geremia: “quando le tue parole mi vennero incontro, le divorai con avidità; la tua parola fu la gioia e la letizia del mio cuore” (Ger 15,16); come Maria: “Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore” (Lc 19,2). Se la vita dei santi è esempio e modello per noi, da San Nicola impariamo la frequentazione della Sacra Scrittura, la familiarità con essa perché la Parola del Signore ci purifichi interiormente e diventi lampada ai nostri passi e luce sul nostro cammino (cfr. Sal 119, 105)
4. La seconda lezione di vita. “Morti i genitori, incominciò a pensare in che modo avrebbe potuto mettere a frutto una così grande ricchezza per la gloria di Dio piuttosto che per l’approvazione degli uomini…”- “tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona” (“2Tim, 3,16-17). E qui comincia la storia triste, ma a lieto fine per l’intervento del Santo, delle tre giovani ragazze figlie di un suo vicino di nobile casato, ma caduto in estrema povertà. Per ricavare qualcosa da vivere decise di spingerle alla prostituzione; saputa la faccenda Nicola “ne ebbe orrore e avvolto dell’oro in un panno, di notte, attraverso una finestra lo gettò in casa del vicino e fuggì. La mattina, svegliandosi, il vicino trovò l’oro, rese grazia a Dio e con quella cifra maritò la primogenita. Non molto tempo dopo il servo di Dio rifece la stessa cosa. L’uomo trovò di nuovo l’oro e scoppiando di gioia e di gratitudine decise di far di tutto per riuscire a sapere chi era che rimediava in quel modo alla sua povertà. Dopo pochi giorni, raddoppiata la somma, Nicola gettò di nuovo il sacchetto dentro la casa; l’uomo, svegliato dal rumore, si mise a inseguire Nicola che fuggiva, gridandogli: “fermati, fatti conoscere!” E, riuscito a raggiungerlo, riconobbe Nicola; subito si gettò a terra e cercò di baciargli i piedi, ma Nicola non volle e anzi gli fece promettere che non avrebbe mai rivelato la cosa a nessuno, per tutta la sua vita” (Jacopo da Varazze, Legenda aurea, p. 26). Impossibile essere pieni della Parola del Signore e non metterla subito e in fretta a frutto attraverso l’azione caritativa nei confronti dei fratelli in necessità. Se la vita dei santi è esempio e modello per noi, da San Nicola impariamo la carità operosa!
5. Il messaggio per l’oggi. Questo episodio ci aiuta sentire molto vicina la paternità che trasuda dalla figura dolce e buona di san Nicola, soprattutto nei tempi attuali dove alcune problematiche sono purtroppo aperte e drammaticamente vive. Martedì due dicembre il Santo Padre Francesco ha radunato leader religiosi per “un’iniziativa storica e un’azione concreta”, un atto di fraternità per firmare una dichiarazione contro la schiavitù, per “dichiarare che lavoreremo insieme per sradicare il terribile flagello della schiavitù moderna in tutte le sue forme… Lo sfruttamento fisico, economico, sessuale e psicologico di uomini e donne, bambini e bambine attualmente incatena decine di milioni di persone alla disumanità e all’umiliazione. Ogni essere umano – uomo, donna, bambino, bambina – è immagine di Dio…. Qualsiasi relazione discriminante che non rispetta la convinzione fondamentale che l’altro è come me stesso costituisce un delitto, e tante volte un delitto aberrante. Per questo dichiariamo in nome di tutti e di ognuno del nostro credo che la schiavitù moderna – in forma di tratta delle persone, lavoro forzato, prostituzione, traffico di organi – è un crimine di “lesa umanità”. Le sue vittime sono di ogni condizione, ma il più delle volte si riscontrano tra i più poveri e i più vulnerabili dei nostri fratelli e sorelle. …Malgrado i grandi sforzi di molti, la schiavitù moderna continua ad essere un flagello atroce che è presente, su larga scala, in tutto il mondo, persino come turismo. Questo crimine di “lesa umanità” si maschera dietro apparenti abitudini accettate, ma in realtà fa le sue vittime nella prostituzione, nella tratta delle persone, il lavoro forzato, il lavoro schiavo, la mutilazione, la vendita di organi, il consumo di droga, il lavoro dei bambini… E questo succede sia nelle città che nei villaggi, nei centri di accoglienza delle nazioni più ricche e di quelle più povere del mondo. E la cosa peggiore è che questa situazione, disgraziatamente, si aggrava ogni giorno di più” (Francesco, Dichiarazione contro la schiavitù dei leaders religiosi). Caro San Nicola, uomo della parola e della carità, fa che seguendo il tuo esempio e con il tuo aiuto possiamo impegnarci a ripulire il mondo da tanta sporcizia, da tanta corruzione ed essere testimoni e costruttori di una civiltà che difenda la dignità e la bellezza che Dio ha donato ai suoi figli. Amen