Diocesi di Pitigliano - Sovana - Orbetello

Omelia nella Santa Messa di Ringraziamento di fine anno solare


1. Carissimi amici, questa sera è una serata particolare: è l’ultima dell’anno civile 2013, e stiamo celebrando e partecipando all’ultima Eucaristia di questo Anno del Signore che ormai volge al termine. Lo facciamo nella cornice solenne e dolcissima della Solennità della Santa Madre di Dio, proprio come domani, sempre nella stessa cornice,  muoveremo i primi passi nel nuovo anno che il Signore ci dona. Questa sera si alzerà alto e forte l’antico Inno del Te Deum, domani invocheremo lo Spirito Santo perché ci illumini e ci dia forza nello scorrere dei giorni. Due riflessioni consegno alla vostra attenzione alla luce delle parole dell’Evangelo di Luca, appena proclamato.
2. Custodire e meditare: uno sguardo riflessivo e pensoso sulla vita. ‘Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore’ (Lc 2,19): il Vangelo fa riferimento al Mistero della Divina Natività e coglie l’intimo stupore, l’arcana meraviglia di Maria, la Madre, che custodisce, medita e confronta nel suo cuore tutti i fatti, gli avvenimenti accaduti, visti, vissuti! E lo fa nel silenzio profondo che avvolge il suo cuore immacolato; questo custodire meditativo coglie l’intimo atteggiamento del cuore di Maria, la Vergine in ascolto; il suo silenzio è ‘un silenzio tutto inteso ad ascoltare’ (D.Bonhoffer). Questa sera chiediamo al Signore per ciascuno di noi, la capacità di custodire e di meditare, di serbare e  confrontare,  gli avvenimenti che hanno punteggiato l’anno che se ne va e quelli che riempiranno l’anno che aspettiamo. Voltando lo sguardo agli avvenimenti dell’anno ci chiediamo: Eterno Padre che cosa hai voluto dirci attraverso quello che è accaduto, attraverso quello che mi è accaduto! Tu non solo parli con parole di vita, ma anche attraverso i fatti, gli eventi; che cosa c’è nel profondo degli umani accadimenti che spesso ci hanno depistato, scoraggiato, a volte quasi rischiato di rubarci la speranza; che messaggio vuoi che cogliamo per ri-orientare i nostri passi sulla ‘via della Pace’?
3. Uno spirito di glorificazione e di lode. ‘I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro’ (Lc 2,20). I testimoni auricolari e i testimoni oculari tornano alle loro occupazioni dopo aver udito e visto l’avvenimento di Betlemme: il segno del bambino avvolto in fasce e deposto nella mangiatoia. Insegnaci Signore uno spirito di glorificazione e di lode che nasce dopo l’ascolto e la presa d’atto di quello che hai fatto e fai per noi. Aiutaci a non essere risentiti, scontenti, senza vita ed entusiasmo. Desideriamo congedarci dal 2013 senza rancore, pieni di santa fiducia, desideriamo accogliere il tempo nuovo che ci darai da vivere con cuore gioioso, gioioso di quella gioia che scaturisce dall’aver udito e visto, dall’aver incontrato il Signore del tempo e della storia nel Bambino nato per noi; è bello ricordare quelle parole del Papa Benedetto XVI che colgono  il cuore del Vangelo ‘All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva’ (Deus caritas est, 1). I pastori si sono incontrati con una Persona nell’avvenimento di Betlemme e sono diventati credenti e primi evangelizzatori. Come i pastori torniamo gioiosi dall’anno trascorso e andiamo gioiosi verso quello nuovo, come i pastori glorifichiamo e lodiamo Dio! ‘Solo grazie a quest’incontro ‘ o reincontro- con l’amore di Dio, che si tramuta in felice amicizia, siamo riscattati dalla nostra coscienza isolata e dall’autoreferenzialità. Giungiamo ad essere pienamente umani quando siamo più che umani, quando permettiamo a Dio di condurci al di là di noi stessi perché raggiungiamo il nostro essere più vero. Lì sta la sorgente dell’azione evangelizzatrice. Perché se qualcuno ha accolto questo amore che gli ridona il senso della vita, come può contenere il desiderio di comunicarlo agli altri? (Papa Francesco, Evangelii Gaudium 8).
4. Davanti al Bambino di Betlemme, davanti al Mistero silente della Vergine Madre di Dio, chiedo per me, per voi, per tutta la nostra chiesa diocesana un anno di riscoperta dell’esercizio del discernimento spirituale e comunitario per intercettare quello che Dio vuole da ciascuno di noi  e dalla nostra Chiesa per la sua maggior gloria ed il bene di tutti noi, un anno di rinnovata spinta missionaria che ci aiuti a realizzare quella ‘Chiesa in uscita’, tanto auspicata dal Santo Padre Francesco. A tutti, con amicizia, Buon Anno!