Diocesi di Pitigliano - Sovana - Orbetello

Omelia per la Solennità del SS. Corpo e Sangue di Cristo


‘Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti’ (Mc 14,24)
 
1 La festa del Corpus Domini, come si chiamava una volta, è nata in Belgio e fu il papa Urbano IV a estenderla a tutta la Chiesa nel 1264. Certamente ‘festa’ dell’Eucaristia è il Giovedì Santo, giorno liturgico in cui ne ricordiamo l’istituzione nella Cena del Signore, ‘festa’ dell’Eucaristia è ogni celebrazione della Santa Messa feriale e domenicale. Scopo precipuo della festa di oggi è ridestare nei credenti lo stupore e la meraviglia davanti a così grande mistero e scongiurare il pericolo della ritualità superficiale e della abitudinarietà stanca. Come molti ascoltatori dopo il discorso sul Pane della Vita (Gv 6 ss.)  fuggirono sconcertati, anche oggi assistiamo al fenomeno della fuga dal l’Eucaristia: indifferenza, distacco, lontananza, incredulità.
2 I brani delle Sante Scritture che ogni anno ascoltiamo nella Solennità del Corpo e Sangue di Cristo, sottolineano un aspetto particolare di questo Grande Mistero: quest’anno è sottolineato il tema dell’alleanza.
3 L’alleanza stretta da Dio con il popolo al Sinai e mediata da Mosè, è accompagnata dall’aspersione del sangue delle vittime sacrificali sui due contraenti l’alleanza: Dio-simboleggiato dall’altare- e il popolo. Si tratta di alleanza bilaterale che al dono di Dio fa seguire le esigenze di obbedienza e attuazione da parte dell’uomo. Il sacrificio degli animali proclama che tutta la vita viene da Dio, gli appartiene ed al contempo esprime un’offerta: con il sangue degli animali si offre simbolicamente la propria vita a Dio. Inoltre il sacrificio offerto a Dio, implica sempre, nel contempo, la promessa di aderire a lui nella fedeltà  all’Alleanza ‘tutti i comandamenti che il Signore ha dato  noi li eseguiremo!’ (Es. 24,3).
4 Gesù nell’ultima cena pasquale con i suoi apostoli porta a compimento tutto ciò: Gesù ha fatto dell’offerta pasquale del pane e del calice il segno della sua vita donata per la salvezza del mondo, il Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue. Le sue parole attestano che il suo sangue è il ‘sangue dell’alleanza‘ (Mc 14,24), cioè che in lui si dà la piena obbedienza a tutte le esigenze dell’Alleanza e quindi il compimento di tutti i doni e di tutte le promesse di Dio e non soltanto per Israele, ma per tutte le genti (‘versato per molti‘: Mc 14,24).Così come Mosè, per sigillare il patto tra Dio e il popolo fa sacrificare dei giovenchi versando il loro sangue metà sull’altare e metà aspergendolo sul popolo che aderisce solennemente al patto stipulato da Dio, così Gesù versa il suo sangue per ‘la nuova ed eterna alleanza, in remissione dei peccati‘.
5 L’Eucaristia supera l’antica alleanza e gli antichi riti: Gesù è entrato, una volta per sempre, nel vero santuario, quello costruito da Dio stesso, come vero ‘sommo sacerdote dei beni futuri‘ (Eb 9,11), senza bisogno di purificarsi, per donarci la ‘redenzione eterna‘, cioè la possibilità di liberarci dai peccati e vivere in comunione con Dio e con gli uomini. Cristo, ‘mosso dallo Spirito eterno‘ (Eb 9,14) ha offerto sé stesso, unico sacrificio gradito a Dio. Il suo sangue, ben più importante e potente di quello degli animali, garantisce per sempre la volontà di Dio di essere nostro alleato, difensore, redentore: ‘Se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca’li santificano purificandoli nella carne, quanto più il sangue di Cristo ‘purificherà la nostra coscienza dalle opere di morte‘ (Eb 9).
6 ‘Quanto più!’. Nel giorno in cui si immolavano gli agnelli per la Pasqua Gesù si è preparato ad immolarsi per noi celebrando il banchetto con i suoi discepoli nel quale stipulerà in eterno tale Alleanza lasciandoci il compito di rinnovare sempre quanto da lui fatto e detto per rendere attuale tale Alleanza segnata dalla sua presenza. Il pane viene da lui benedetto e spezzato, così come farà con il suo vero corpo, benedetto dal Padre e donato-spezzato per tutti noi, e con il suo sangue, versato per la Nuova ed Eterna Alleanza, nella consapevolezza di quanto sia doloroso e difficile accettare quel che lo aspetta. Il Vangelo sottolinea così il carattere di alleanza proprio dell’Eucaristia. L’atto di mangiare il pane e di bere il vino eucaristici significa partecipare alla vita di Gesù, consente di entrare nell’Alleanza nuova stabilita da Gesù stesso. Un’alleanza in cui dobbiamo sempre di nuovo entrare perché essa comporta il passaggio da un’esistenza sotto il segno del peccato a un’esistenza rinnovata dallo Spirito santo.
7 Grazie all’Eucaristia, sacramento della Pasqua di Cristo, la Chiesa si associa al culto perfetto che il Risorto, ‘sommo sacerdote dei beni futuri‘ (Eb 9,11) rende ormai al Padre nel il santuario del cielo, dove ormai è entrato ‘una volta per sempre‘ offrendosi liberamente, ‘mosso dallo Spirito eterno‘,  per la ‘redenzione eterna‘, dei peccatori. Per lui e in lui ‘mediatore di una alleanza nuova‘ noi celebriamo il culto al Dio vivente, il sacrificio che salva il mondo.
8 Le parole sul pane spezzato e poi donato ai discepoli (‘Prendete, questo è il mio corpo‘ Mc 14,22), e le parole che seguono non solo la distribuzione del calice, ma anche l’atto di bere da parte dei discepoli (‘Questo è il mio sangue, il sangue dell’alleanza versato per tutti‘ Mc 14,24), significano  simbolizzano e  riassumono la vita donata di Gesù e ne profetizzano e anticipano la morte cruenta. Quelle parole esprimono la priorità del dono che caratterizza il gesto eucaristico e indicano il fatto che la risposta positiva del credente altro non è che l’accoglienza del dono di sé  come stile di vita.
9 L’Eucaristia è sintesi di tutta la vita del Figlio, essa diviene anche sintesi di tutta la vita del discepolo.
 
(ad ORBETELLO il 9 giugno il Vescovo aggiunge: Cari amici lettori Emilio e Roberto che tra poco sarete istituiti accoliti in vista del diaconato permanente e cari amici a cui tra poco sarà conferito il ministero straordinario della Comunione: riflettete bene Chi  vi è affidato! L’accolito sta più vicino alla mensa del pane e del vino e la serve, sta più vicino al ‘fuoco’; lasciatevi trasformare, bruciare, illuminare: irradiatelo con la vostra vita esemplare, luminosa e calda. Il ministro straordinario della Comunione porta il Corpo e Sangue del Signore Gesù ai fratelli e alle sorelle infermi, a nome della Chiesa, del Parroco: portatori del ‘fuoco dello Spirito’: l’Eucaristia brucia senza mai consumarsi, come il roveto ardente di Mosè, come l’amore di Dio, inesauribile. Una scia di luce e il tepore dolce della carità  lasciateli sempre, dovunque entrate: il Corpo e il Sangue di quel Gesù che si è donato per noi  accenderà falò di speranza.)
 
10 ‘Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi’ (Mc, 14,26 ). La processione che dopo la Santa Messa si formerà per le nostre strade non sarà un semplice tributo esteriore, quanto piuttosto l’ un annuncio della Presenza del Risorto nella storia feriale di ognuno di noi. L’Eucarestia attraversa le strade e le piazze di Pitigliano, addobbate con i drappi e con i fiori. È giusto far festa al passaggio del Signore, ed è più che opportuno farlo pubblicamente. Tutti, credenti e non credenti, abbiamo bisogno che finalmente passi in mezzo a noi uno come Gesù Cristo. Sì, il Signore deve continuare a camminare per le nostre strade, come faceva negli anni della sua vita terrena: Egli è l’unico capace di parlare ai cuori tristi e soli; l’unico in grado di accompagnare i passi degli uomini e delle donne nel difficile cammino della vita; l’unico che sa commuoversi sulle folle di questo mondo tanto spesso abbandonate al loro destino; l’unico capace di consolare e confortare; l’unico che si fa carico delle speranze e delle angosce dei poveri; l’unico che riempie della sua Presenza i nostri ‘orti degli Ulivi’, dove si consumano le nostre passioni, i nostri dolori, le nostre preoccupazioni. Ben venga la processione del Corpus Domini, attraversi le strade infiorate della nostra bella Pitigliano: possa così l’Eucaristia attraversare le vie del cuore di ciascuno, toccarci tutti e renderci più simili al Signore Gesù.