Diocesi di Pitigliano - Sovana - Orbetello

Omelia per la Veglia di Pentecoste

Con la Pentecoste il cerchio si chiude: veramente comprendiamo il senso di tutta la missione di Gesù: la divinizzazione dell’uomo! Dio si è fatto uomo perché l’uomo diventi Dio (S. Agostino).

Tutta la missione di Gesù aveva come scopo elargire il dono dello Spirito, la Persona-Dono della Trinità, come la chiama il Beato Giovanni Paolo II nella Dominum et Vivificantem, Enciclica della quale, tra l’altro, quest’anno celebriamo il 25° della sua pubblicazione (18-05-1986).
Il dono dello Spirito, è il dono del Risorto: ci coinvolge nella vita divina e ci rende capaci di operare da Dio! La vita semplicemente naturale è come invasa da una forza dall’alto che la innalza e la rende capace di pensare, dire ed agire oltre l’umano. E’ la Novità profonda che Cristo ha regalato al mondo con il suo sacrificio redentore.
Tre sono le conseguenze di questo prodigio avvenuto ‘mentre il giorno di Pentecoste stava per finire’: una a livello antropologico, sulla vita dell’uomo; una a livello ecclesiologico, sulla vita della Chiesa; una a livello cosmologico, sulla vita del mondo.
1 Nell’uomo
lo Spirito Santo agisce come luce e forza; con la sua grazia che si effonde attraverso i sacramenti, rende l’uomo radicalmente rinnovato e pronto per ogni opera secondo Dio. Ogni singolo essere umano è persona in certa misura divinizzata, esaltata ad un livello di partecipazione ineffabile alla pienezza della Vita Divina. Ciascuno di noi può essere certo, nell’affrontare le difficoltà della vita, di
poter contare non solo su risorse umane, ma anche su risorse che provengono da Dio; non si tratta solo di essere esperti in quella che gli psicologi chiamano correttamente ‘resilienza’, bensì di fidarsi dell’agire in noi dello Spirito che è il vero resiliente: partecipi della natura divina lo Spirito Santo e co-principio di ogni nostro agire.
Dunque nessuna paura e nessuna disperazione. Certo, insegna San Basilio, il teologo dello Spirito, ‘lo Spirito agisce in noi nella misura in cui noi abbiamo fede in lui’ e Sant’Ilario gli fa eco dicendo: ‘resta ovunque a nostra disposizione e ci è concesso nella misura in cui vorremo accoglierlo’.
2 Nella Chiesa
lo Spirito agisce come anima: continuamente la abbellisce e la fortifica, la aiuta a portare a termine la sua missione e la sua bella testimonianza fino al giorno di Cristo Signore. La storia della Chiesa ci offre la prova concreta che la Chiesa è animata dallo Spirito: nessuna grettezza umana e nessun peccato è mai riuscita a distruggerla.
Lo Spirito ‘guida la Chiesa verso tutta intera la verità (cfr Gv 16,13), la unifica nella comunione e nel servizio’ (LG 4 ) .’Il primo aspetto della vita del cristianesimo ai suoi inizi è la coesione’invece di provocare, come era naturale, una dispersione, l’assenza di Cristo provocò una fusione’ (Paolo VI). Momento stupendo quello che di bambini, di giovani, di adulti, di donne, di studiosi, di professionisti, di malati e ancora’ fa gruppi, movimenti, associazioni dedicati alla missione, al servizio della venuta del Regno di Dio; momento stupendo quello in cui lo Spirito Santo riempie il corpo mistico di Cristo e gli dona la possibilità diventare annunciatore e testimone.
Questa prima comunità così unita nel servizio al Regno di Dio non è ‘un fenomeno momentaneo ed occasionale, ma un modo di essere permanente: la Chiesa nasce e sarà sempre unita’ (Paolo VI 1963) è la ‘Società dello Spirito’!
Non possiamo questa sera non ringraziare il Signore per il dono delle associazioni, movimenti, gruppi ecclesiali presenti nella nostra Chiesa Locale, non possiamo non riconoscere l’apostolato fecondo che essi realizzano, non possiamo non richiamare tutti a mettere al servizio della comunità diocesana il loro dono, i carismi sono per l’utilità comune.
La nascita e la diffusione dei movimenti ‘ha recato nella vita della Chiesa una novità inattesa, e talora persino dirompente. Ciò non ha mancato di suscitare interrogativi, disagi e tensioni; talora ha comportato presunzioni ed intemperanze da un lato, e non pochi pregiudizi e riserve dall’altro. E’ stato un periodo di prova per la loro fedeltà, un’occasione importante per verificare la genuinità dei loro carismi. Oggi dinanzi a voi si apre una tappa nuova: quella della maturità ecclesiale. Ciò non vuol dire che tutti i problemi siano stati risolti. E’, piuttosto, una sfida. Una via da percorrere. La Chiesa si aspetta da voi frutti “maturi” di comunione e di impegno.’ (Beato Giovanni Paolo II)
‘Al di là dell’affermazione del diritto alla propria esistenza, deve sempre prevalere, con indiscutibile priorità, l’edificazione del Corpo di Cristo in mezzo agli uomini. Ogni problema deve essere affrontato dai Movimenti con sentimenti di profonda comunione, in spirito di adesione ai legittimi Pastori.’ (BENEDETTO XVI)
Sentiamoci impegnati a non rattristare lo Spirito e ad accogliere il dono dell’unità che non è uniformità.
3 Nel mondo
lo Spirito soffia dove vuole, ‘la dove c’è la Verità là c’è lo Spirito’ (San Tommaso d’Aquino), ogni uomo di buona volontà che agisce rettamente secondo coscienza, è mosso intimamente dallo Spirito più o meno consapevolmente.
Abbiamo buoni motivi per denunciare oggi come ieri la cultura della carne, non semplicemente nel senso che sono aumentati i peccati di lussuria, ma nel senso che le antenne dell’uomo sono meno recettive degli impulsi dello Spirito e l’uomo si fida poco di Dio e troppo di se stesso e questo, secondo San Paolo, è il vivere secondo la carne, esito di quella che il Beato Giovanni Paolo II chiamava la caduta della D dalla parola Dio che rimane crudamente e tragicamente IO.
A conclusione del Tempo di Pasqua apriamoci all’azione dello Spirito settiforme, lasciamo che la sua acqua vivificante irrori le nostre vite aride e a volte desertiche e contribuiamo con la docilità alla sua azione alla creazione di una civiltà dello Spirito, della Chiesa come società dello Spirito.