Diocesi di Pitigliano - Sovana - Orbetello

Omelia per l’Ordinazione presbiterale di don Emanuele Bossini


1 Nelle celebrazioni liturgiche di questi giorni santi del Tempo di Natale abbiamo vissuto in modo misterioso, ma reale ed intenso,  l’ingresso del Figlio di Dio nel mondo e  ancora una volta siamo stati illuminati dalla luce del suo fulgore. La nostra Chiesa diocesana di Pitigliano- Sovana -Orbetello vive oggi, Festa del Battesimo del Signore, l’ingresso nel presbiterio e nella comunità diocesana  di un nuovo sacerdote, don Emanuele, e ancora una volta  viene  illuminata e sostenuta dalla generosità dell’Unico Pastore che mai fa mancare la sua premura per condurre ogni uomo alla salvezza.Per questo lodiamo la Trinità Santissima  e con questa solenne  celebrazione eucaristica nell”antica cattedrale’ di Sovana, luogo e segno forte delle origini della nostra comunità diocesana,  esprimiamo tutta la nostra gratitudine  e tutta la nostra gioia!
2 Il Figlio eterno del Padre  ha preso sul serio l’entrata nella storia dell’umanità non scegliendo altra via se non quella del ‘rendersi in tutto simile ai fratelli,, per diventare un sommo sacerdote’ (Eb 2,17). Pur essendo il solo Giusto e il solo Santo egli accetta di prendere su di sé il nostro peccato, mescolandosi  tra coloro che vanno a ricevere il battesimo di penitenza da Giovanni.
E’ esattamente la direzione contraria a tutta la tradizione biblica del Primo Patto; i Leviti per entrare in contatto con le realtà sacre sono messi da parte, non hanno eredità tra i figli di Israele (Dt 18,1-2); per Aronne e i suoi figli la separazione è ancora più rimarcata attraverso riti di consacrazione, immolazione di animali in grande quantità (cfr Lv 8) e con precetti severi di purità rituale. Da tutto ciò il Sommo Sacerdote antico appariva come un essere elevato al di sopra dei comuni mortali. Essere pontefice sommo costituiva il massimo di tutte le promozioni e per raggiungerlo cercavano i mezzi più efficaci onesti o meno che fossero.
Gesù orienta il suo cammino nella direzione opposta, rinuncia ad ogni privilegio e invece di tenersi al di sopra degli altri si rende in tutto simile ai fratelli accettando perfino l’abbassamento della passione e della morte.
Gesù al Giordano riceve la pienezza dello Spirito di Dio  per ‘battezzarci in Spirito Santo e fuoco’ proprio come aveva profetizzato il Battista (cfr Mt 3,11).
Assume la nostra carne per donarci il suo Spirito. Diviene figlio dell’uomo per restituirci in pienezza alla nostra condizione di figli di Dio.
Si fa sarcoforo-portatore della carne perché l’uomo diventi pneumatoforo-portatore di Spirito (S.Atanasio)
Egli è Colui che viene a dare compimento: ‘lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia’ (Mt 3,15); sono parole chiave in Matteo adempiere ‘ pleroo- e   giustizia ‘dikaiosune-. Sono le prime parole che Gesù pronuncia nel vangelo di Matteo. Per Matteo Gesù è colui che viene a compiere la giustizia, la  volontà del Padre, le sue promesse. Dio è giusto perché fedele alla sua volontà salvifica, compie le sue promesse. L’uomo è giusto in quanto si conforma a questa volontà di salvezza di Dio e agisce in obbedienza ad essa.
Mt 3,16 ‘appena battezzato Gesù uscì dall’acqua’  meglio ‘salì’ dall’acqua. Nel libro di Giosuè si usa la stessa immagine per raccontare il passaggio del Giordano e l’ingresso nella terra promessa. I LXX traducono salire con anabasis, salita nella terra. Anche Matteo usa il verbo anabaino-salire per descrivere Gesù che ‘sale’ dal Giordano. Per andare dove? Non verso una terra, ma verso il cielo che ora si apre davanti a Lui e dal quale riceve lo Spirito Santo. La buona notizia è questa: il cielo è finalmente aperto, la comunione tra cielo e terra è ristabilita.
Giovanni aveva annunciato colui che avrebbe liberato l’uomo dal peccato separando il grano dalla pula. Verissimo; solo che Gesù  non libera separando, ma condividendo, solidarizzando, assumendo.
Libera dai peccati prendendoli su di sé (cfr Gv 1,29).
Ricevendo il battesimo di Giovanni annuncia questo mistero: libera dal peccato, ma entrando nella solidarietà con l’umanità peccatrice; più ancora, assumendo su di sé il suo peccato. Per togliere il peccato del mondo lo assume.
Raggiunge il punto più basso della terra.
In Giordania c’è il punto più basso della terra presso il fiume Giordano. Come non richiamare alla mente la parola della Lettera agli Efesini, secondo cui Cristo è ‘disceso nelle regioni più basse della terra’ (Ef. 4, 9). In Cristo Dio è disceso fin nell’ultima profondità dell’essere umano, fin nella notte dell’odio e dell’accecamento, fin nel buio della lontananza dell’uomo da Dio, per accendere lì la luce del suo amore. Egli è presente perfino nella notte più profonda: ‘se scendo negli inferi, eccoti’, questa parola del Salmo 139 [138],8  è diventata realtà nella discesa di Gesù.
Nel suo viaggio in terra Santa Benedetto XVI ha benedetto la prima pietra di una chiesa cattolica  costruita al di là del fiume Giordano, dove secondo la tradizione  lo Spirito del Signore chiamò Giovanni, figlio di Zaccaria, a predicare la conversione dei cuori e  Giovanni l’Evangelista pose in questa area anche l’incontro tra il Battista e Gesù, che in occasione del battesimo venne ‘unto’ dallo Spirito di Dio disceso come colomba, e fu proclamato amato Figlio del Padre (cfr Gv 1,28; Mc 1,9-11).
E’ un Battesimo che annuncia la Pasqua , la Croce. Come salva Gesù? Vivendo l’esperienza del dover essere salvato. Non si salva da solo, non scende dalla Croce, ma entra nel silenzio e nell’impotenza della morte per attendere che sia il Padre a liberarlo.
Ha il potere di donare la vita per poi riprenderla di nuovo (cfr  Gv. 10,18), ma vive questo potere come totale consegna di sé nelle mani del Padre, perché queste lo risollevino dalla morte.
Questo è il suo modo  di portare la salvezza, questo il suo stile: condividere l’incapacità dell’uomo di salvare se stesso per rivelarci che è solo affidandosi  radicalmente all’amore del Padre che possiamo  risorgere.
‘ Egli doveva in tutto rendersi simile ai fratelli per diventare un  sommo sacerdote’ (Ebr 2,17) Solidale non solo con gli uomini peccatori, ma con il loro stesso bisogno di essere salvati. Ha condiviso anche questo per condividere con noi lo Spirito Santo. Ha accettato la totale comunanza di destino con i suoi fratelli, pienamente solidale. Gesù è sceso nel punto più basso della terra, fino in fondo alla miseria umana, mettendo li il suo amore e tracciando  così una via di uscita e di salvezza.
3 Carissimo Emanuele, tra poco lo Spirito del Signore sarà su di te ancora una volta dopo il Battesimo e la Cresima, anche la tua umanità, come quella di Gesù,  verrà imbibita, riempita  di Spirito Santo, sarai unto ed inviato, consacrato e mandato per le nuove  Galilee e Giudee del nostro tempo a servire il Vangelo per la speranza del mondo;  sarai prete di Dio, servo della Chiesa in questa nostra Chiesa e strumento vivo della sua grazia: assimila e vivi lo stile di Gesù, diventa  solidale con i tuoi fratelli, prendi su di te le gioie e i dolori, le fatiche e le speranze, le preoccupazioni e le aspirazioni degli uomini, per manifestare loro l’amore di Dio e portarli nella comunione divina.
Assimila e vivi lo stile di Gesù!
Stile di solidarietà con l’uomo bisognoso di salvezza attraverso l’accoglienza di tutti indiscriminatamente;
stile di abbassamento fino alle  ultime profondità dell’essere umano attraverso un’umiltà dolce e nel contempo virile;
stile di condivisione  di ogni situazione umana gioiosa o dolorosa che sia  attraverso  il  coraggio  e la tenacia;
stile di testimonianza dell’invisibile, dei cieli aperti attraverso un profondo spirito di fede, speranza   e di  preghiera;
stile di servizio generoso e infaticabile fino al dono supremo di sé attraverso una carità ardente.
Se ti impegnerai ogni giorno ad assimilare questo stile di Gesù, diventerai  un prete accogliente, umile, coraggioso, mescolato tra tutti, innamorato di Dio, generoso e servizievole sempre e comunque. Sarai un prete seminatore della speranza e disegnerai  una scia di luce anche nei sentieri più bui della vita di tutti coloro che ti incontreranno.
Maria madre di Cristo, al messia sacerdote hai dato il corpo di carne per l’unzione del Santo Spirito a salvezza dei poveri e contriti di cuore, custodisci nel tuo cuore e nella Chiesa Emanuele e tutti i sacerdoti, madre del Salvatore! (cfr Giovanni Paolo II, Pastores dabo vobis,82).