1. “Si potrebbe asserire che il Signore si incarna dentro di noi quando noi accettiamo che la sua Parola venga a vivere dentro di noi” (Beato Paolo VI, Insegnamenti, V (1967), 1968, p.936). E questo è Natale!
2. Le parole del Beato Paolo VI, Papa da riscoprire, ci aiutano a meditare un poco in prossimità del Santo Natale e ci aiutano anche a dare l’intonazione giusta ai nostri auguri. Quale meravigliosa prospettiva ci è aperta dalla fede! Accogliendo docilmente come Maria la Divina Parola, la rivestiamo di carne e diamo alla luce un bambino che è il Salvatore del mondo! Qui si coglie il senso profondo del Natale: il Verbo, il Figlio Eterno del Padre, si è fatto uomo per opera dello Spirito Santo ed è “nato da donna” (Gal 4,4 ), è entrato nella storia: l’eterno è entrato nel tempo! E’ “la Parola del Padre uscita dal silenzio” (Sant’Ignazio di Antiochia, Ep. Magn. 7,2): la Parola che dagli spazi silenti e purissimi della famiglia trinitaria è scesa nella storia rumorosa, impolverata, piena di contraddizioni; con la cooperazione della Vergine Madre all’azione dello Spirito Santo è diventata uno di noi: e questo è Natale!
3. Ognuno di noi è invitato a vivere lo stesso mistero non solo ancora una volta nella vita, ma a vivere la vita proprio in questo mistero: diventare lo spazio accogliente della Divina Parola e ad essa, docile allo Spirito Santo, darle carne: diventare Parola vissuta. “Ogni cristiano che crede, ci ricorda sant’Ambrogio, in un certo senso, concepisce e genera il Verbo di Dio in se stesso: se c’è una sola Madre di Cristo secondo la carne, secondo la fede, invece, Cristo è il frutto di tutti. Dunque, quanto è accaduto a Maria può riaccadere in ciascuno di noi ogni giorno nell’ascolto della Parola e nella celebrazione dei Sacramenti” (Benedetto XVI Verbum Domini 28). Dare alla luce dei Gesù nelle varie ‘Betlemme’ del mondo e da quelle partire per percorrere le varie Galilee e Giudee del mondo per inondarle di amore, pace e speranza: e questo è Natale!
4. Sempre più spesso questo evento è spogliato, depotenziato della sua verità soprannaturale, ridotto quasi ad episodio di una religione dello scenario, utile per colorare un poco la vita opaca e faticosa o semplicemente sostituito con una non ben precisata festa del Sole o dell’Inverno. Quanta malinconia produce lo svuotamento della forza rivoluzionaria e trasformatrice del Vangelo del Presepe, del lieto annuncio del Natale! Eppure scoprirne il senso ultimo, scavarne le profondità e gli esiti, viverlo, diventa davvero una sorgente di gioia incontenibile e di creatività nel bene: Dio nasce uomo, l’uomo accogliendolo può nascere Dio! La Parola Dio si fa carne umana, la carne umana si fa Parola di Dio! E questo è Natale!
5. I tempi sono difficili, c’è tanta preoccupazione e tanta incertezza anche nella nostra bella e amata Maremma: il timore di un futuro prossimo a rischio, il dilagare delle dipendenze da alcool e sostanze nelle fasce adolescenziali e giovanili, il terrore di nuovi eventi metereologici devastanti dipendenti dall’alto rischio idrogeologico, la crisi del mercato del lavoro, la chiusura di numerose aziende artigianali, la microcriminalità, la voglia di andare ad abitare altrove… L’impegno della Chiesa e delle istituzioni civili è forte, ma chi coltiverà e concimerà la verde pianta della speranza? Abbiamo da entusiasmare i nostri giovani, occorre dare nuova linfa alle molteplici forme di vita associata e di volontariato presenti sul territorio, occorre creare nuove possibilità di lavoro, occorre iniettare fiducia per abbracciare il futuro con speranza: e questo è Natale!
6. I conflitti bellici, e mi limito a citare solo quelli orientali: Iraq, Siria, Yemen, Gaza, Libia…la situazione di persecuzione dei cristiani e di altre minoranze religiose; quanti gli oppressi dalla furia fondamentalista di chi usa il nome di Dio per uccidere, depredare, calpestare la dignità di donne, bambini, anziani e malati. “La religione autentica è fonte di pace e non di violenza! Uccidere in nome di Dio è un grande sacrilegio! Discriminare in nome di Dio è inumano” (Papa Francesco). In Giordania ci sono due milioni di profughi, persone fuggite dalla Siria e dall’Iraq, ignorati dai media, che attendono un inverno che forse non permetterà loro di vedere la primavera. Occorre che il Natale di Gesù diventi il Natale dell’uomo nuovo! Occorre che la Parola s’incarni e crei uomini nuovi: adoratori di Dio nella coscienza, appassionati, onesti, laboriosi, difensori dei diritti della persona e della sua sacralità, artigiani di pace. Occorre lasciarsi plasmare dalla Parola plasmata a sua volta dallo Spirito Santo, lasciarsi fecondare da essa per diventare uomini nuovi. E questo è Natale!
7. Ci affidiamo volentieri a Maria, Madre del Verbo Incarnato, a Colei che “è beata perché ha fede, perché ha creduto, ed in questa fede ha accolto nel proprio grembo il Verbo di Dio per donarlo al mondo. La gioia ricevuta dalla Parola, si può dilatare a tutti coloro che nella fede si lasciano cambiare dalla Parola di Dio” (Benedetto XVI, Verbum Domini 124). A tutti, in particolare ai disoccupati, agli alluvionati, alle famiglie in difficoltà, agli anziani e ai malati, ai bambini tristi per le negligenze di noi adulti, ai giovani disorientati e confusi, ai cari sacerdoti, diaconi permanenti, religiose e religiosi, ai seminaristi, “mia gioia e mia corona” (Fil 4,1), con grande affetto un caldo abbraccio, la mia preghiera e la mia benedizione,
Pitigliano, 8 dicembre 2014
Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria
+ Guglielmo Borghetti, vescovo