Diocesi di Pitigliano - Sovana - Orbetello

Il grande cuore dell’Isola

Lasciando perdere la cronaca e la dinamica dei fatti che sono già state pubblicate in tutte le salse, c’è un aspetto nella tragedia del naufragio di Costa Concordia, che rende orgogliosi tutti i gigliesi sparsi nel mondo.
 
E’ la formidabile reazione della piccola comunità isolana di fronte ad un’emergenza piombata nello scorrere lento della vita gigliese, inaspettatamente, alle 10 della sera di un un anonimo e freddo venerdì invernale.
Una comunità di appena 800 anime che si è ritrovata all’improvviso sul porto e non ha indugiato un attimo nel farsi carico della sfortunata sorte di 4232 persone, metà delle quali parlavano lingue a lei sconosciute!
Provate ad immaginare cosa significa per un sistema di servizi calibrato per meno di un migliaio di cittadini trovarsi a rispondere alle esigenze di più di 4000 naufraghi.
Eppure laddove la scarsa capacità ricettiva invernale sarebbe sembrata a logica un ostacolo, il cuore l’ha fatta da padrone e così i gigliesi di ogni età si sono rimboccati le maniche ed in poche decine di minuti si sono spalancate per quei disperati le porte di asili, scuole, chiese ed abitazioni private. La maggioranza delle famiglie si è portata a casa alcuni tra i più bisognosi.
Nell’immaginabile caos della disperazione gli uomini si sono ritrovati ad accogliere i naufraghi sul molo e le donne in farmacia a distribuire medicinali. E poi giovani in pronto soccorso e sulle ambulanze ad aiutare i sanitari e per strada a distribuire coperte e viveri di prima necessità. I bar, negozi ed alberghi chiusi hanno aperto i battenti offrendo riparo ed un po’ di conforto. Gli autobus hanno fatto la spola con il Castello mentre i traghetti iniziavano l’andata e ritorno con l’Argentario con il personale di bordo incurante del necessario riposo!
E così mentre le forze dell’Ordine insieme a volontari ed amministratori continuavano a prelevare i naufraghi dalla Concordia, la gente del Giglio si è prodigata in una straordinaria ed inenarrabile azione umanitaria.
Nell’adrenalinica frenesia del portare aiuto, il tempo è scorso in un baleno e quando le navi al mattino hanno portato ‘in Continente’ gli ultimi naufraghi, la semplice ma impareggiabile gente del Giglio si è avviata con il sorriso sulle labbra alle proprie abitazioni per tornare all’ordinaria quotidianità, quasi inconsapevole di aver contribuito con piccoli e straordinari gesti a rendere tutti noi assolutamente orgogliosi di esser figli di questa granitica terra isolana!