La notizia ormai la conoscete tutti: sabato 19 giugno Papa Francesco mi ha nominato vescovo «anche» di Grosseto, unendo così «in persona episcopi» le due chiese diocesane.Cosa significa in persona episcopi? Vuol dire che le due diocesi, rimanendo distinte nella loro storia e nella loro struttura, hanno un unico vescovo, con potestà ministeriale uguale in entrambe le diocesi. E dietro questa decisione papale, che non riguarda solo noi, ma diverse altre diocesi italiane (alcune sono già state unite in persona episcopi, altre lo saranno tra breve) c‘è un preciso motivo: si tratta di un percorso pastorale italiano che vuole coinvolgere le Chiese nel cammino sinodale di rinnovamento e anche di ristrutturazione delle comunità ecclesiali.Non è un cammino facile. Si tratta di superare particolarismi e campanilismi ormai anacronistici, ma anche di preservare caratteristiche doni particolari propri di ciascuna diocesi. Non si tratta di annullare la storia di una realtà ecclesiale nella storia dell’altra.Nella stampa si è parlato di fusione… termine troppo secco che a mio parere non esprime bene la nostra realtà e anche la nostra volontà.Ci è chiesto un discernimento complesso e da attuare con calma e pace interiore. Non esiste un «entro la data tale… dovete…».Qual è il criterio più importante che sostiene tutti gli altri? L’amore alla Chiesa. Quell’amore che vi fa vedere nell’altro non il rivale, ma il cristiano come me che vuole e deve camminare insieme.Non è l’inizio di una gara per sapere chi è il più bravo, il più importante, quello che conta ecc… questo ci porterebbe necessariamente fuori strada e ci meriteremo anche noi i rimproveri dell’apostolo Paolo ai Corinzi: «io sono di Paolo, io sono di Apollo ecc… (1 Co. 1,10-12)».Quanto a me, io sono e rimango il vostro vescovo insieme alla Chiesa grossetana della quale non sono il momentaneo e occasionale ministro, ma vescovo come per voi.Maria SS. alla quale tante nostre chiese sono dedicate, i nostri santi patroni Mamiliano, Gregorio VII, Paolo della Croce ci siano vicini nel nostro cammino. La loro eredità non sia dispersa, ma nel mutar dei tempi e delle situazioni ci aiuti e ci illumini per le nostre scelte e per i nostri progetti.+ p. Giovanni vescovo di Pitigliano