Scrive il papa Benedetto XVI nel suo messaggio in vista delle Giornate mondiali della gioventù, in programma a Madrid dal 16 al 21 agosto prossimi: «Cari giovani, la Chiesa conta su di voi! Ha bisogno della
vostra fede viva, della vostra carità creativa e del dinamismo della vostra speranza. La vostra presenza innova la Chiesa, la ringiovanisce e le dona nuovo slancio».
Dall’11 al 23 agosto anche una rappresentanza dei giovani della nostra diocesi sarà in Spagna per partecipare alla Gmg, prima a Valencia per i Giorni nelle diocesi, poi a Madrid. Il nostro partecipare non vuole essere un semplice «ci siamo anche noi», un atto di presenza per fare numero. Mi auguro infatti che possa essere una bella occasione per fare esperienza di Cristo e della sua Chiesa. L’invito sopra citato,
che ci rivolge il Papa, è molto forte e secondo me tocca un aspetto problematico, ma cruciale della Pastorale giovanile attuale: far capire ai giovani che sono parte integrante della Chiesa, che fanno parte anche loro del Corpo di Cristo che vive nel mondo. Se non è facile infatti far incontrare i giovani con Cristo, sembra quasi impossibile renderli consapevoli di essere parte attiva della Chiesa. L’incontro con i giovani cristiani di tutto il mondo possa, allora, essere un segno e un’esperienza forte di essere membra vive del corpo di Cristo. I giovani, forse per la società in cui viviamo, forse per la cultura che li educa, sembrano avere davanti agli occhi solo gli aspetti negativi della Chiesa e questo credo sia inevitabile dal momento che, se la comunità dei discepoli di Cristo non è luce, diventa pietra di inciampo. Come ci ricordano però anche i Padri, la Chiesa sempre è stata e sempre sarà santa e peccatrice allo stesso tempo. Il notare allora i suoi aspetti negativi non deve rimanere una sterile critica, ma stimolo di un impegno maggiore per migliorarla. Credo che le parole del Papa vadano lette sotto questo punto di vista.
È qui allora che i giovani possono svolgere la loro grande missione; la loro sete di giustizia e di verità, animata dal vigore tipico dell’età, si deve trasformare in «fede viva, carità creativa e speranza dinamica».
Di questo ha grande bisogno la Chiesa ed è fondamentale che i giovani possano diventarne consapevoli. Indirizzati all’ascolto della Parola di Dio e della Sua volontà, possono veramente essere il lievito che fermenta la massa. È compito nostro, allora, aiutare ogni giovane battezzato a capire che è parte viva del Corpo di Cristo che è la Chiesa. Nonostante non si possano pretendere «miracoli» (o forse sì), anche la Gmg deve essere vissuta con questa grande speranza: quella di vivere un’esperienza che possa risvegliare la consapevolezza di essere Chiesa.
Se nel primo incontro di preparazione con i nostri giovani che parteciperanno alla Gmg, tenuto a Manciano il 25 giugno, abbiamo voluto sottolineare l’importanza di essere radicati in Cristo, di cercare in Lui il senso della nostra vita, nel prossimo incontro di preparazione del 31 agosto al Monte Argentario cercheremo di sottolineare il fatto che andremo a Madrid come espressione della nostra Chiesa diocesana per sentirci uniti alla Chiesa universale. Possa questa esperienza, allora, contribuire ad acquisire una nuova responsabilità ed impegno verso la comunità dei credenti. Se vediamo nella Chiesa qualcosa che non va, che non è coerente con il Vangelo, dobbiamo essere noi i primi a rimboccarci le maniche e ad impegnarci per ritrovare la radicalità evangelica.
Come direbbero i nostri amici «The Sun», siamo: «Nemici di noi stessi / Chiusi in casa ad aspettare che fuori cambi il mondo / Ma senza intervenire / Non è la soluzione esatta […] E’ inutile aspettare gli altri / Quando sai che tutto comincia se lo vuoi».
Tramite questo articolo vengo quindi a chiedere una preghiera per tutti i nostri giovani perché possano essere sempre più consapevoli di essere Chiesa e di poterla così «rinnovare, ringiovanire e donarle nuovo slancio».
don Giulio Mariotti