Momenti di luce, incontri su ponti invisibili, tra due realtà in cammino
Nel ricordo della Presentazione del Signore al Tempio e in occasione della giornata di preghiera per la Vita Consacrata, la comunità parrocchiale di M SS Addolorata di Grosseto, guidata con cura e fervore dai sacerdoti che la animano, ha la gioia di condividere questa festa di luce con le monache carmelitane del Cerreto.
La celebrazione molto partecipata, ha inizio con la benedizione delle candele e una breve processione. L’animazione del canto è condivisa con le sorelle carmelitane presenti e al termine della celebrazione eucaristica prima del congedo finale, una di loro offre una breve testimonianza della loro vita monastica.
Lo sguardo e il cuore di tutti è illuminato dalla preziosa riflessione che il parroco don Marco propone durante l’omelia, inviTando tutti ad approfondire e meditare l’esperienza dei personaggi del Vangelo: i genitori di Gesù e i due vegliardi, “custodi” del tempio. L’invito a riconoscere possibile anche per tutti i presenti – giovani come Maria e Giuseppe, anziani come Simeone e Anna – il cammino di luce e verso la luce da loro compiuto apre il cuore alla speranza e alla consapevolezza che Dio ci raggiunge nel nostro quotidiano, nei luoghi della nostra normalità, nel tempo e nel modo che, ciascuno nella propria condizione può ricevere mantenendo il cuore aperto e disponibile ad accogliere la Sua luce.
Agganciandosi a questo invito, la sorella carmelitana, al momento della comunicazione della sua testimonianza di consacrazione nella vita monastica, contemplativa, claustrale, sottolinea che il cammino di fede è un andare verso Cristo luce del mondo ma anche un impegno ad essere luce del mondo come dice Gesù nel Vangelo. Ciascuno, cercando di aderire e realizzare il proprio progetto vocazionale, infatti, con l’aiuto del Signore cerca di tenere accesa e diffondere la luce e il calore di quella fiaccola che è il cuore sin dal momento del Battesimo.
Così anche le monache, nel loro stato di vita, si impegnano a lasciarsi accendere il cuore da Dio e a mantenere viva in Lui la fiamma dell’ amore per tutti e a nome di tutti.
Declinato in una vita semplice, scandita al ritmo della preghiera personale e liturgica, vissuta nel dinamismo ordinario ma gioioso di mani operose nel lavoro, curata nell’esercizio di un ascolto docile e attento della parola, degli eventi, dell’altro e limata nella letizia feconda della sororità, la monaca carmelitana, procede nel cammino di trasformazione del cuore vivendo in esso il primo servizio alla Chiesa e al mondo. La vita dedicata a Dio nel ministero della consolazione e dell’intercessione poi rendono fecondo il silenzio e la solitudine custoditi dalla clausura per essere autenticamente separati da tutti ma uniti a tutti (come recita un detto di Evagrio Pontico, padre del deserto).
Con l’augurio di andare insieme verso la luce ed essere a nostra volta luce nella risposta personale alla specifica vocazione e assicurando a tutti la preghiera della comunità, la monaca conclude il suo breve intervento. Così congedati i fedeli e con un caldo saluto tra tutti si torna a casa cercando di riversare nella vita quanto accolto e ricevuto in questi momenti di luce.