Diocesi di Pitigliano - Sovana - Orbetello

UN CAMMINO DI COMUNIONE PER LE NOSTRE DIOCESI

Una giornata eucaristica, un cammino di comunione per le nostre diocesi, una preghiera di adorazione guidata dalle Sorelle Carmelitane di Cerreto

 

Il cammino comune di formazione, intrapreso da laici e religiosi desiderosi di entrare in un processo continuo di crescita nella fede, di gratitudine al Signore per i doni che Egli elargisce continuamente alla sua Chiesa, di conoscenza e maggiore consapevolezza del mistero d’amore che ci da’ vita, di maturazione e responsabilità nel servizio cui tutti siamo chiamati, prevede anche tappe di preghiera condivisa: così il giorno 10 febbraio, ci siamo ritrovati nella parrocchia di Albinia – festosamente accolti dalla comunità locale – per adorare insieme il Signore con l’animazione delle Sorelle Carmelitane del Cerreto. «La Chiesa e il mondo hanno grande bisogno del culto eucaristico –  ricordava Giovanni Paolo II nella lettera Dominicae cenae rivolta a tutti i vescovi (24 febbraio 1980): Gesù ci aspetta in questo sacramento dell’amore. Non risparmiamo il nostro tempo per andare ad incontrarlo nell’adorazione, nella contemplazione piena di fede e pronta a riparare le grandi colpe e i delitti del mondo. Non cessi mai la nostra adorazione ». Nella parrocchia di S. Maria delle Grazie si sono quindi raccolti numerosi fedeli alla presenza viva e nascosta del Signore: prima dell’esposizione solenne del SS.mo Sacramento, Mons. Giovanni Roncari ha salutato l’assemblea con parole di paterno incoraggiamento a vivere questo momento con capacità di ascolto e apertura di cuore, sottolineando il dispiacere di non potersi trattenere con i presenti per una sovrapposizione di impegni che richiedevano la sua presenza. L’Eucaristia fa la Chiesa: nel Battesimo siamo stati chiamati a formare un solo corpo e l’Eucaristia realizza questa chiamata. Le riflessioni offerte per accompagnare questo tempo di preghiera, con alternanza di canti eucaristici polifonici e momenti di silenzio, sono giunte come preziosi suggerimenti per riflettere sulla nostra capacità  di contemplare il volto del Signore e lasciarlo trasparire luminosamente nella relazione: e ancora, sul dono dell’Eucaristia, “azione di grazie”, sacrificio di ringraziamento al Padre, benedizione con cui la Chiesa esprime la sua riconoscenza a Dio per tutto ciò che Egli ha operato mediante la creazione, la redenzione, la santificazione (Cfr CCC 1360) e sulla preghiera che sale come profumo d’incenso, simbolo dell’anima che si offre a Dio. “Cos’è per me l’Eucaristia? È un cibo che mi accompagna nel cammino della vita? Attraverso questo nutrimento, sono in sintonia con il cuore di Cristo? Mi lascio trasformare dal pane di vita?” Queste sono solo alcune delle domande rivolte ai fedeli attraverso il piccolo sussidio preparato dai sacerdoti delle due diocesi che hanno guidato l’incontro. Ogni fedele è stato poi invitato ad accendere una candela, simbolo della Luce della vita che siamo chiamati a seguire. Davanti a quel piccolo “braciere” di candele accese, abbiamo rinnovato l’impegno ad essere luce del mondo, così come Cristo ci chiede di essere con la sua grazia. Il Signore è nostra luce e nostra salvezza: Spera nel Signore, sii forte, si rinfranchi il tuo cuore e spera nel Signore (Sal 27). Le candele si sono consumate lentamente, come il tempo trascorso in questa comunione di cuori oranti e prostrati alla divina Presenza. In un clima di vero raccoglimento, abbiamo riflettuto sull’arsura, esperienza di imperfezione, di mancanza, che per il cristiano è beatitudine, sete di Dio che lo sospinge alla ricerca del suo Volto. Solo in Dio l’anima riposa e si sazia. Ci siamo sentiti raggiunti dallo sguardo d’amore di Gesù, in un cammino di conformità che ha le sue fatiche, ma anche manifestazioni di amore stupefacente, di infinita misericordia che permette di affrontare le più ardue salite. Al termine dell’adorazione eucaristica, dopo il canto dell’Angelus eseguito dalle Sorelle Carmelitane, ci siamo ritrovati ad un’unica mensa che ha abbracciato e unito anche nel momento conviviale, le nostre chiese locali. Dulcis Christe, o bone Deus, Tu es salvator mundi, Te volo, Te quaero, Te adoro: possano queste parole mantenere vivi squarci di Cielo e restare un canto ad un’unica voce, che risuona nella fede, nella speranza e nella carità.