Diocesi di Pitigliano - Sovana - Orbetello

Intervista del Settimanale “Il Confronto” al nostro Vescovo

Quattro anni e mezzo sono un periodo troppo breve per metabolizzare l’idea che il Vescovo Guglielmo lasci la nostra Diocesi con destinazione Albenga-Imperia ma nel contempo rappresentano un lasso di tempo adeguato per creare un legame, un affetto ed una stima forte, solida e consolidata. Pur nella consapevolezza che il nuovo incarico rappresenta un esplicito attestato di fiducia da parte del Santo Padre, rimane l’amarezza dettata dalla constatazione che noi perdiamo una guida forte capace di gestire tutte le situazioni, anche quelle più complesse. Con questi sentimenti ci apprestiamo a salutare il prossimo 19 marzo il Vescovo Guglielmo nell’Antica Cattedrale di Sovana, nel luogo che, attraverso i secoli, ha visto celebrare tutti i passaggi più significativi della storia diocesana: lo stesso 19 marzo sarà un altro capitolo della storia di questa Diocesi; sicuramente vivremo un momento solenne ma anche emozionante, toccante e certamente pure in tale occasione il Vescovo Guglielmo saprà trovare le parole giuste. Le riflessioni appropriate, l’arguzia, l’intelligenza, la fede e la cultura che abbiamo imparato ad apprezzare in questi intensi quattro anni e mezzo emergeranno anche nel momento del commiato ed allora tramite le pagine di Confronto proviamo a scavare nell’animo del nostro Vescovo.

 

Il 19 marzo si avvicina a grandi passi: le chiediamo di spiegarci cosa ha rappresentato per Lei la data del 26 settembre 2010.

Quel bellissimo pomeriggio di settembre, ventoso ma pieno di calore umano, è stato l’aprirsi di una nuova importante pagina della mia vita al servizio della Chiesa. Nella mia Diocesi di provenienza avevo ricoperto diversi incarichi, Rettore del Seminario, Parroco, Docente, Preside dello Studio Teologico, Vicario per la Pastorale, Consulente per la vita consacrata …; per me è stato però molto difficile tagliare il cordone ombelicale soprattutto con la mia vita di parroco, e sinceramente penso di non esserci ancora riuscito del tutto! L’esperienza del parroco che sta con la gente per testimoniare e annunciare Gesù Cristo nel quotidiano svolgersi dei giorni è appassionante e mi ha sempre coinvolto profondamente. Venire a Pitigliano come Vescovo apriva per me orizzonti nuovi ed inesplorati d’impegno pastorale: il Signore e l’accoglienza amabile delle persone mi hanno  aiutato ad accelerare il mio inserimento e a superare  il timore e la trepidazione dell’assunzione di una nuova responsabilità ecclesiale. Oggi, come ho detto in altre occasioni, mi sento a casa e sono intensamente affezionato a questa terra ed alla sua gente.

 

Come e per cosa Le piacerebbe essere ricordato?

Mi piacerebbe essere ricordato come il vescovo dei ‘tentativi’! Ho tentato di infondere l’amore per Gesù Cristo, la “Grande Speranza”, senza di Lui è difficile sostenere la vita! Ho tentato di promuovere l’amore alle Sacre Scritture per nutrire ogni giorno il personale cammino di fede; ho  tentato di coltivare, al meglio di me stesso, un rapporto umano con i sacerdoti e i seminaristi; ho tentato di mostrare la bellezza della famiglia e del ministero presbiterale come vie ‘alte’ di realizzazione; ho tentato di impostare un lavoro pastorale improntato ad uno stile progettuale, con la messa al bando dell’improvvisazione e del pressapochismo del ‘si è sempre fatto così’; ho tentato di soffiare sul fuoco dello spirito missionario per una Chiesa ‘fuori dal tempio’, ‘in uscita’, aperta e attenta ai problemi della gente comune; ho tentato di valorizzare i mass media, mio vero amore e passione, al servizio dell’evangelizzazione: penso alla trasmissione Kerigma, al giornale diocesano Il Confronto, alla cura del Sito diocesano e alla nuova edizione del Bollettino diocesano. Ho tentato di stare vicino ai giovani che amo tantissimo per aiutarli a incontrare Gesù, senso della vita e risposta alle loro domande più profonde; ho tentato di darmi da fare per i marginali, gli ultimi, promuovendo l’attività caritativa etc. etc. Insomma tante cose ma, come vede,  ho usato sempre il verbo ‘tentare’, perché non so quanto di ciò si sia realizzato, quali siano stati i frutti; troppo presto per una verifica complessiva. Concludendo, mi piacerebbe essere ricordato anche per l’insistenza sul primato della vita interiore e sulla passione con cui si fanno le cose di Dio, senza risparmiarsi, sempre rinnovandosi, sempre aggiornandosi, sempre mescolandosi alle vicende delle persone in spirito di servizio.

 

Qual è stato il momento più forte della Sua esperienza in Diocesi che porterà per sempre nel cuore?

Non è facile rispondere a questa domanda; diversi sono stati i momenti che hanno inciso profondamente nella mia vita:  assistere alla morte di sacerdoti giovani, penso a don Maurilio e don Michele…; vedere in faccia i volti dei sopravvissuti e dei parenti delle vittime del dramma della Concordia; visitare le case degli alluvionati, constatare la loro disperazione, la loro paura, lo sguardo dei bambini; celebrare le esequie del carabiniere Antonio Santarelli e di  Simone Camilli, figlio del caro sindaco di Pitigliano. Lo so, sono esperienze tragiche, ma ti entrano dentro, ti segnano. Voglio però esprimere anche qualcosa di indimenticabile perché bello: vedere il dono di due vocazioni al sacerdozio, l’Esperienza del Monte con gli ammalati, organizzata ogni anno dall’UNITALSI diocesana, e poi la visita pastorale nel Vicariato del Mare: la gioia dei bambini, la commozione degli ammalati visitati nelle case, i colloqui avuti con tante persone in cerca di risposte, il rapporto di amicizia e di intesa con i miei sacerdoti … come dimenticare?!

 

La nostra diocesi ha un forte e spiccato senso di appartenenza e tra molti fedeli c’è il timore di essere accorpati ad un’altra diocesi. Può dare rassicurazioni in proposito?

Posso dire con molta tranquillità che, per il momento, questa possibilità non è presa in agenda: ci sarà il mio successore ed è bene che tutti i fedeli comincino già fin d’ora a pregare per lui e a volergli bene, accogliendolo con lo stesso calore e simpatia con cui hanno accolto me.

 

Eccellenza, Lei che è un attento e scrupoloso osservatore sui mezzi e sulle modalità di comunicazione, come saluta i numerosi lettori di Confronto? 
 

Con un pizzico di commozione! Nelle pagine di questo settimanale sono raccontate tante vicende della nostra vita diocesana; la cura e la passione con cui lo dirige il nostro don Mariano è straordinaria e in questo momento mi sento di doverlo ringraziare in modo speciale. I ‘numerosi lettori’, come dice lei, diventino ancora più numerosi!

 

Intervista di Paolo Mastracca