Dal 18 maggio, con la ripresa delle Celebrazioni Eucaristiche con i fedeli, le parrocchie sono chiamate a attuare un protocollo di sicurezza nelle chiese. La criticità della ripresa non è messa in dubbio, anzi ci richiama ad una “evangelica” attenzione al prossimo e ad una corresponsabilità di fondo che va oltre il buon senso, che comunque costituisce una regola fondamentale da affiancare alle altre, ma non deve essere considerata la principale. Il Vescovo Giovanni raccomanda: “Chiedo a tutti una collaborazione fraterna e una fede rinnovata. È dalla corresponsabilità paziente di ognuno che dipenderà il buon andamento della graduale riapertura”. È “scontato” – nello spirito ottimista – che le misure piano piano si allenteranno, ma occorre superare un certo disorientamento generato dal moltiplicarsi di tante note ufficiali miste a fake news e opinionismi sui social e non solo, pur rispettando e garantendo con maturità le norme che regolano la vita di tutti in questo difficile periodo storico.Ecco, allora, lo spirito delle linee guida. Procedure e comportamenti condivisi che indirizzino le coscienze e il buon senso dei sacerdoti, responsabili dei luoghi di culto e delle parrocchie e dei fedeli che li affiancano animati da buona volontà e di corresponsabilità.Ciò vale anche per un altro documento, il “Protocollo di sicurezza anticontagio – Piano unico attuativo”, che la Diocesi ha voluto proporre e che riguarda non solo gli ambienti di lavoro, ma racchiude in un’unica stesura disposizioni e linee guida condivise e condivisibili, a volte limitate a consigli e indicazioni basilari, per tutti gli ambienti dove sono presenti attività e persone che volontariamente hanno a cuore le loro comunità e i servizi offerti e si impegnano in un servizio al prossimo in questo tempo di epidemia: Uffici della curia diocesana, istituti culturali, parrocchie, chiese, caritas, ecc…Tutti hanno il diritto di essere tutelati, sia chi offre il proprio servizio, sia chi lo riceve. L’intenzione della Diocesi è stata quella di unire in un unico documento sintetico le disposizioni e le indicazioni fin’ora vigenti, mettendole a disposizione di tutti. Fermo restando che il Protocollo di sicurezza è richiesto dalla normativa nazionale e della Regione Toscana obbligatoriamente per i luoghi lavorativi con personale dipendente e a contratto e agli uffici parrocchiali attivi, tuttavia le indicazioni diocesane vanno oltre questi ambienti e possono essere uno strumento prezioso e di responsabilità condivisa per i parroci e per chi è chiamato a amministrare dei beni preziosi e prima di tutto sostenere e guidare le anime dei fedeli.Per rimanere in questo spirito e nella convinzione che i servizi interrotti debbano essere ripresi, la Diocesi riaprirà gli uffici della Curia a partire dal 18 maggio ma solo su appuntamento, mentre il Museo diocesano e l’Archivio Storico rimarranno chiusi fino alle nuove indicazioni che saranno fornite dalle autorità preposte, sperando nel più breve tempo possibile.Infine anche nella Diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello saranno effettuati su base volontaria i test sierologici per verificare eventuali positivi e negativi al Sars-Cov-2. Sacerdoti, religiosi e religiose, operatori della Caritas diocesana e delle Caritas parrocchiali nei prossimi giorni si sottoporranno al test, proprio per sottolineare lo spirito di corresponsabilità a cui siamo chiamati, soprattutto quando si tratta di un operato “in campo” svolto quotidianamente per il servizio al prossimo, di cui la Chiesa in questo periodo è stata sempre attivamente e responsabilmente coinvolta. Per vedere i documenti: www.diocesipitigliano.it, Ufficio Amministrativo