Diocesi di Pitigliano - Sovana - Orbetello

LA PREPARAZIONE DEL SINODO

Il 25 maggio 2002, giorno in cui la Chiesa ricorda San Gregorio VII, il vescovo Mario Meini, nella cattedrale di Sovana, città natale del grande Ildebrando, nell’atto di concludere ufficialmente la Visita Pastorale, ha indetto il Sinodo diocesano, firmando il seguente decreto.
La veneranda tradizione della Chiesa testimonia che molte volte i vescovi hanno sentito il dovere di convocare il clero e il popolo per invocare, unanimi, lo Spirito del Signore e per cercare insieme, nella luce del vangelo, le risposte più adatte alle esigenze che ogni momento della storia comporta.
Dopo sei anni di ministero in questa diocesi, segnato dalla felice e feconda celebrazione del giubileo di fine millennio, al termine della visita pastorale che mi ha fatto incontrare sistematicamente molti fedeli e considerare con maggiore vicinanza la condizione delle singole parrocchie, è sembrato bene anche a me valutare l’opportunità di mettere in atto una convocazione sinodale per cercare di ascoltare insieme che cosa oggi lo Spirito Santo dice alla nostra Chiesa.
Avendo ascoltato il parere del consiglio presbiterale e poi anche del consiglio pastorale diocesano, con il presente decreto
indico
il Sinodo Diocesano
da tenersi secondo le norme del codice di diritto canonico e le indicazioni contenute nella recente istruzione sui sinodi emanata dalle competenti congregazioni della Santa Sede.
Chiedo a tutti i presbiteri, i diaconi, i religiosi e i laici della Chiesa di Dio che è in Pitigliano Sovana Orbetello di volersi preparare spiritualmente a questa celebrazione e di rendersi disponibili a collaborare in ogni modo per la sua buona riuscita.
Affido questo impegno all’intercessione della Madre di Dio, devotamente venerata nei santuari e nelle chiese della diocesi, alla protezione di S. Mamiliano, di San Paolo della Croce e soprattutto di San Gregorio VII, inclito figlio della nostra terra, nella cui festa annuale appongo il sigillo a questo atto, sopra l’altare dell’antica cattedrale di Sovana.
Dalla cattedrale di Sovana, il 25 maggio 2002, festa di san Gregorio VII.
+ Mario Meini, vescovo
can.co Adorno Stendardi, cancelliere
Una lunga preparazione remota
Negli anni precedenti la diocesi aveva vissuto e messo in atto una serie di proposte pastorali, che di fatto hanno costituito una progressiva preparazione alla celebrazione del sinodo. Una rapida sintesi di questa lunga preparazione remota è stata offerta dal vescovo  stesso nell’omelia della celebrazione di apertura del sinodo.
 ‘La convocazione di oggi non viene all’improvviso: in questi anni, che il Signore ci ha concesso di percorrere insieme, abbiamo affrontato precise scadenze, senza indulgere alla pigrizia che inclina a rimandare e del percorso compiuto siamo ora in grado non solo di vedere i difetti e le lacune, ma anche di scoprire il filo conduttore, che, passo dopo passo, ci ha portati a questa tappa.
Innanzitutto ci fu l’invito a preparare il giubileo con la mobilitazione a confermare o ad imprimere uno slancio missionario in tutte le attività pastorali, a tenere sempre l’annuncio del vangelo come motivo primo di ogni nostra preoccupazione.
Ci fu poi la grazia dell’evento giubilare e la considerazione del vangelo della misericordia, con l’invito alla novità della conversione e alla gioia della riconciliazione.
Fece seguito la visita pastorale per favorire e incoraggiare lo stile di missione nelle nostre parrocchie: durante quella visita ebbi modo di evidenziare ovunque il molto bene trovato e di annotare con dolcezza, scrivendolo come consiglio per il futuro, quanto mi apparve più carente.
L’insieme dei rilievi positivi e dei consigli suggeriti nella visita ha costituito un materiale abbondante per avviare la consultazione nelle parrocchie e tra i fedeli di buona volontà, in vista del sinodo.
Le indicazioni emerse poi da questa ulteriore consultazione durante l’anno appena trascorso e soprattutto la preghiera assidua di tante persone, particolarmente dei malati e degli anziani, ci permettono ora di guardare con fiducia al compito che ci attende.’
Nel decreto di indizione veniva anche indicata la costituzione della commissione preparatoria, che di fatto (inseguito alla rinuncia per ragioni personali da parte di due membri ) risultava così composta: Presidente, il vescovo Meini mons. Mario, Vice presidente il vicario generale, Bindi mons. Fosco, Segretario e addetto stampa Landini don Mariano, Gubernari mons. Giorgio, Burattini don Antonio, Caprini don Luca, Carrucola don Maurilio, Guerrini don Gian Pietro, Serio don Marcello, Rocchi suor Rosa, Dal Col Simonetta, Friz Marcella, Gentili Stefano, Ginesi Maria Ada, Rossi Piero.
Immediatamente insediata, la commissione ha subito iniziato il suo lavoro di orientamento e di programmazione.
La preparazione prossima
Quindici giorni dopo l’indizione, il 7 giugno 2002, solennità del Sacro Cuore, valutate le proposte della commissione preparatoria, il vescovo ha presentato a tutto il clero della diocesi, riunito a Pitigliano in assemblea, la bozza organizzativa del sinodo. Valutate anche le osservazioni dei sacerdoti e dei diaconi, il documento è stato pubblicato in data 22 luglio con il titolo ‘Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice…’. Se ne riportano alcuni brani che tracciano il lavoro di preparazione, chiesto alle parrocchie e quindi a tutti i fedeli.
(…) Quest’anno in preparazione al Sinodo sarà opportuno considerare bene come il medesimo Spirito, che ‘ha parlato per mezzo dei profeti’ e ha ispirato le sacre pagine, continua a parlare ancora oggi alla sua Chiesa, sia pure in modi diversi e sempre nuovi: scegliamo quindi come tema dell’anno ‘Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice” con lo scopo di comprendere meglio in che modo lo Spirito Santo ci ricorda la parola del Signore e ci guida verso la verità intera. In questo contesto di discernimento spirituale la proposta del sinodo intende costituire una forma privilegiata di ascolto dello Spirito che parla alla sua Chiesa.
Cos’è il sinodo.
Fare un sinodo significa, alla lettera, fare insieme un cammino.
Il codice di diritto canonico presenta il sinodo diocesano come la ‘riunione di sacerdoti e di altri fedeli’ per prestare aiuto al vescovo in ordine al bene comune di tutta la comunità diocesana’…
Perché fare un sinodo.
Il motivo per cui è stato indetto questo sinodo è quello di compiere insieme un cammino per giungere a condividere alcune determinazioni, ritenute importanti per la vita della diocesi: un desiderio di confrontarci attentamente perché le decisioni del vescovo possano maturare nell’ascolto di chiunque abbia voluto offrire un suo contributo alla preparazione e di quanti saranno chiamati, insieme ai sacerdoti, a comporre l’assemblea sinodale
Non possiamo ignorare che la nostra diocesi sta attraversando un periodo di forte cambiamento: un cambiamento nella vita sociale ed economica delle persone, ma che incide profondamente anche nelle abitudini e nella pratica religiosa. Alcune antiche parrocchie hanno visto scendere vertiginosamente il numero dei loro abitanti. Le zone costiere e quelle del primo entroterra vengono a popolarsi, in maniera fino a pochi decenni or sono impensata, di persone che sistematicamente trascorrono fra noi il sabato e la domenica; analogamente ha preso uno sviluppo notevole la rete dell’agriturismo, con l’aumento davvero sensibile della popolazione soprattutto nei giorni festivi e l’avvio di un sistema di lavoro che ha sconvolto i ritmi consueti di vita nelle nostre campagne. L’immagine della vita parrocchiale ha subito un condizionamento notevole in tutti i suoi aspetti.
Dobbiamo poi tener conto del desiderio di stabilità che si registra in diocesi. Alcuni sacerdoti, specialmente i più anziani, dicono di aver conosciuto molti vescovi, ciascuno con i propri punti vista e per di più in un periodo, quello postconciliare, che è stato caratterizzato da un notevole cambiamento in tutta la Chiesa; l’esperienza poi degli amministratori apostolici e i ripetuti tentativi di soppressione hanno acuito ulteriormente questo senso di smarrimento. Adesso sembra il momento opportuno per riconsiderare il tutto con calma, cercando di consolidare meglio il senso della nostra Chiesa locale e di stabilire alcuni orientamenti essenziali per il prossimo futuro.
Tutto questo dovrebbe favorire una bella esperienza di Chiesa, una crescita serena dei fedeli nella consapevolezza e nella responsabilità, una purificazione nella nostra disponibilità a seguire più generosamente il Signore e a servire più puntualmente i fratelli.
Gli argomenti per il sinodo.
Gli argomenti vogliono abbracciare un po’ tutta la nostra vita diocesana; ne sono stati previsti dieci: l’annuncio del vangelo, la liturgia e l’educazione alla preghiera, la testimonianza della carità, le famiglie (coppie,  educazione dei figli, giovani, anziani), i cristiani nella Chiesa e nella vita pubblica, l’accoglienza dei turisti, l’organizzazione della diocesi e le parrocchie, il vescovo, i sacerdoti e i diaconi, le persone di vita consacrata, l’amministrazione della diocesi e delle parrocchie.
La preparazione del sinodo.
Il primo impegno nella preparazione del sinodo non può che essere quello della preghiera. Ciascuna parrocchia dovrà sentirsi come la prima comunità cristiana stretta intorno a Maria e agli apostoli, tutti unanimi nella preghiera in attesa della Pentecoste. Per facilitare l’invito alla preghiera sarà stampata e distribuita ai fedeli una immagine con una invocazione specifica per questo evento della nostra Chiesa. Saranno altresì distribuiti alle parrocchie alcuni formulari da inserirsi nella preghiera universale della messa e nelle intercessioni della liturgia delle ore. Di capitale importanza resta l’invito alla preghiera personale, particolarmente alla preghiera degli ammalati e degli anziani, che esprimeranno così, in questa forma preziosa e insostituibile, la loro partecipazione al sinodo e alle fasi della sua preparazione.
E’ fondamentale poi comprendere bene e far comprendere il significato del sinodo e la sua importanza nella vita della Chiesa. A tale scopo sembra utile prima di tutto valorizzare le iniziative consuete già in atto: le scuole zonali in autunno, eventuali giornate particolari di studio, gli incontri ordinari dei sacerdoti, gli incontri delle religiose. Nelle singole parrocchie si troverà il modo migliore per spiegare ai fedeli il significato del sinodo. A suo tempo poi saranno organizzati incontri specifici per i ‘sinodali’.
E’ già attiva una commissione preparatoria centrale con una segreteria per indirizzare e coordinare i lavori. A sua volta la commissione centrale ha costituito dieci sottocommissioni di lavoro, una per ogni argomento da trattare, formate da circa dodici persone ciascuna: sono stati invitati a formare queste  commissioni tutti i sacerdoti e i diaconi, alcune religiose e un buon numero di laici. I presidenti e i segretari delle commissioni sono già a lavoro, mentre le prime riunioni avranno luogo in settembre.
A tempo opportuno verranno indicati i ‘sinodali’: tutti i sacerdoti e inoltre un certo numero di religiose e laici, secondo criteri da stabilire.
Il ‘Sinodo in parrocchia’.
Fra i vari aspetti della preparazione del sinodo diocesano un momento importante sarà costituito dalla consultazione parrocchiale, che chiameremo ‘sinodo in parrocchia’. Il principio fondamentale che deve animare la consultazione parrocchiale è questo: chiunque vuole è chiamato ad esprimere in piena libertà il suo parere, personalmente o comunitariamente, secondo la propria competenza e la propria disponibilità, ascoltando con fede il suggerimento dello Spirito Santo. Per rendere più facile la consultazione saranno preparate alcune schede, brevi e semplicissime, che verranno inviate alle parrocchie (e a chiunque desidera riceverle) entro il mese di ottobre, prima che si concludano i corsi della scuola zonale. Le singole schede possono venire esaminate, rispettivamente secondo il loro contenuto: dal consiglio parrocchiale, dai catechisti, dal consiglio per gli affari economici, dal consiglio della Caritas, da una assemblea parrocchiale (meglio se una serie di assemblee), da persone non praticanti, dai centri d’ascolto ‘ ma anche personalmente dal parroco o da singoli fedeli.
In giorno di domenica o comunque in una circostanza festiva ritenuta particolarmente idonea, si celebri in ogni parrocchia la conclusione ufficiale del ‘Sinodo in Parrocchia’, presentando alla assemblea eucaristica i risultati raggiunti. La circostanza suggerita per questa celebrazione è la prima domenica di quaresima (9 marzo 2003), oppure un’altra domenica di quaresima, oppure la festa di S. Giuseppe o dell’Annunciazione.
Le riflessioni, debitamente firmate, dovranno essere inviate per scritto al vescovo o al segretario generale del sinodo possibilmente entro giovedì 13 marzo (assemblea quaresimale del clero) comunque non oltre la V domenica di quaresima, 6 aprile 2003.
(…)
Confermando quanto già in atto.
La preparazione di un sinodo potrà essere veramente feconda solo nella misura in cui viene a calarsi nel tessuto vivo dell’esistenza quotidiana della comunità; l’attenzione specifica di quest’anno non deve distogliere la nostra attenzione da quelli che sono gli impegni costanti di ogni comunità cristiana.
Di per sé quindi l’unica vera esortazione dovrebbe essere questa: prepariamo il sinodo semplicemente vivendo bene la nostra vita cristiana nelle parrocchie. E l’orizzonte si apre sulla evangelizzazione, sulla liturgia, sulla carità e la vita sociale, ecc. La vita ordinaria (che è poi la vita più vera) delle parrocchie deve continuare integralmente in tutti suoi aspetti. Sarebbe assurdo preparare un sinodo per rinvigorirci nel cammino e intanto allentare le redini. Ma sono convinto che ogni parrocchia imposterà la propria preparazione al sinodo diocesano proprio cercando di rendere vivo ciò che meglio la caratterizza e la esprime.
(…) Mentre la coscienza dei nostri limiti ci grava e ci fa sperimentare il senso della debolezza, la protezione della Madre di Dio e dei Santi patroni ci sostiene e ci ricorda che ‘tutto concorre al bene per coloro che amano Dio’. Per questo guardiamo con fiducia al sinodo e al nuovo anno pastorale, per intraprendere il santo viaggio, sapendo che sarà il Signore a guidare i nostri passi.
La Commissione preparatoria, dopo aver enucleato i primi orientamenti del cammino sinodale, ha individuato dieci argomenti sui quali interessare il sinodo e ha indicato al vescovo la composizione di altrettante sottocommissioni. Dal lavoro di queste e dalla redazione messa i atto nella commissione preparatoria sono uscite le dieci schede inviate alle parrocchie nel mese di settembre, perché servissero da strumento di riflessione per il ‘sinodo in parrocchia’.
Un appuntamento importante è stato quello del 27 settembre 2002. È venuto a Pitigliano il segretario generale della CEI, il vescovo mons. Giuseppe Betori. e ha inaugurato l’aula sinodale, appena restaurata (la sala ‘Ildebrando’ già attiva nel palazzo vescovile) unitamente all’annesso archivio diocesano. Mons. Betori ha parlato agli oltre 200 intervenuti sugli aspetti teologici e pratici del sinodo. In quella circostanza si è cominciato a respirare il clima sinodale.
Durante l’autunno 2002 e il successivo inverno si è svolto il ‘sinodo in parrocchia’.
Nella primavera 2003 sono giunte le risposte. Molte sono state quelle inviate comunitariamente dalle parrocchie, molte anche quelle di singoli fedeli, diverse sono state maturate nei gruppi, alcuni hanno risposto dopo essersi interrogati in famiglia.
Su tutte queste proposte, durante la primavera e l’estate 2003, le sottocommissioni hanno elaborato alcuni schemi, rivisti in seguito dalla commissione preparatoria e quindi anche dal vescovo stesso, per essere poi presentati all’assemblea sinodale.
I testi pervenuti dalle parrocchie, dai gruppi e dai singoli fedeli, come pure i successivi schemi elaborati dalle commissioni, sono depositati nell’archivio diocesano.
Intanto giungevano alla segreteria del sinodo i nominativi dei ‘sinodali’, cioè i sacerdoti che hanno accettato l’incarico, le religiose indicate dalle rispettive comunità, i laici indicati dalle parrocchie (in numero proporzionale a quello della rispettiva popolazione), i laici scelti dal vescovo, in ragione del proprio ufficio nella curia diocesana o di particolari competenze. L’assemblea sinodale era stata pensata in modo da risultare sufficientemente rappresentativa, ma non eccessivamente numerosa (120-150 persone), idonea, insomma, per un iter di lavoro serio, ma anche spedito.