Quando il vescovo ci ha convocati per prendere parte al sinodo diocesano, abbiamo aderito con gioia, consapevoli dell’importanza di questo invito, delle difficoltà che avremmo potuto incontrare, ma anche dell’utilità di questo servizio alla Chiesa. Molti di noi sono stati designati dalle parrocchie, altri sono stati chiamati dal vescovo, tutti abbiamo fatto un ‘cammino insieme’ che ci ha permesso di riflettere serenamente e liberamente in assemblea su tutto ciò che interessa l’attività, l’organizzazione e la vita quotidiana della Chiesa nel nostro territorio. In pratica abbiamo fatto un prolungato esame di coscienza sulla nostra diocesi e sulle prospettive del suo futuro, cercando come correggere ciò che va migliorato e come consolidare quanto di valido è già in atto. Per un anno e mezzo, nel corso di trentuno riunioni, abbiamo maturato un’esperienza che, progressivamente, è diventata per noi vera scuola di impegno cristiano, di educazione all’ascolto reciproco, di condivisione delle responsabilità, di amore alla Chiesa, di allargamento dei nostri abituali orizzonti. Alla fine il vescovo ha raccolto una serie di indicazioni che desideriamo presentare sommariamente a tutti, perché tutti insieme siamo chiamati ad attuarle nelle nostre parrocchie.
1. La prima, fondamentale domanda che ha caratterizzato tutte le riunioni è questa: come trasmettere oggi la fede?
Si è trattato così dell’annuncio del vangelo a chi ordinariamente non frequenta le nostre parrocchie, poi anche della catechesi, non solo ai bambini, ma specialmente agli adulti, della testimonianza del vangelo nel mondo della cultura e della scuola, del sostegno ai missionari che operano in tutte le parti del mondo.
Ci siamo poi interrogati su come poter promuovere la partecipazione attiva dei fedeli alle varie celebrazioni liturgiche e su come poter favorire l’ascolto del Signore nella preghiera personale.
Consapevoli inoltre che la fede senza le opere è morta, abbiamo cercato come poter testimoniare sempre meglio il comandamento dell’amore in tutte le situazioni e in tutte le circostanze della vita. In particolare abbiamo pensato all’opera della Caritas nella diocesi e nelle parrocchie.
2. Ci siamo quindi fermati a considerare la struttura della nostra comunità cristiana e le sue attuali esigenze.
Abbiamo guardato alla diocesi come luogo primario dove vivere il mistero della Chiesa e in questo contesto ci siamo occupati dell’organizzazione diocesana e del servizio che compete alla curia.
Ampia e approfondita è stata la riflessione sulle nostre parrocchie: l’importanza e il notevole rilievo che esse hanno nella vita quotidiana della gente, la necessità di caratterizzarle con un vivo slancio missionario e con uno stile di apertura verso tutti; l’opportunità di integrare nel contesto parrocchiale tutte le energie esistenti, specialmente le aggregazioni e i movimenti di ispirazione cristiana; l’urgenza di sostenere le varie forme di collaborazione fra parrocchie vicine; la cura nell’accogliere quanti vengono ad abitare fra noi o si fermano come turisti, specialmente nel giorno del Signore.
Non è mancata poi l’attenzione per il sostegno economico alla Chiesa e per l’amministrazione di quanto appartiene agli enti ecclesiastici.
3. La nostra riflessione è stata quindi orientata sul servizio che i cristiani, sono chiamati a offrire nei vari ambiti della vita quotidiana.
Il primo pensiero è stato per le famiglie, dove si dona la vita, si impara l’amore e si trasmette la fede. Non ci siamo nascosti le difficoltà, ma abbiamo guardato al futuro con speranza, incoraggiando il cammino delle famiglie cristiane, la preparazione delle nuove coppie al matrimonio, la vicinanza premurosa agli anziani. Una attenzione particolare abbiamo rivolto ai giovani, cercando di metterci in ascolto sincero di loro e delle loro esigenze, interrogandoci su come proporre un autentico itinerario di crescita secondo il vangelo e soprattutto su come far esprimere i giovani stessi quali testimoni di Gesù per i propri coetanei e per l’intera comunità cristiana.
Ai ministri del Signore, vescovo, presbiteri e diaconi, abbiamo espresso gratitudine per il dono della propria vita e per la fedeltà al ministero che svolgono in nostro favore. Abbiamo anche voluto incoraggiarli a continuare con gioia il loro servizio e magari a migliorarlo ulteriormente, offrendo da parte nostra la disponibilità a sostenerlo con una sincera ed effettiva collaborazione.
Pari gratitudine abbiamo espresso alle persone consacrate, mostrando apprezzamento per la loro presenza fra noi e per la generosa perseveranza nella preghiera, nella educazione cristiana, nelle opere di misericordia, auspicando anche un maggiore coinvolgimento nella vita e nella organizzazione della diocesi.
Infine ci siamo occupati della testimonianza cristiana nella società e nella politica, riflettendo sulla realtà della politica, sui suoi valori, sulle persone che vi si dedicano e specificamente sui cristiani che si impegnano in questo campo così importante e delicato: l’intento è stato quello di individuare criteri per osservare correttamente le situazioni, per esprimere opportune valutazioni e per agire con sapienza e coerenza.
L’esperienza diocesana che abbiamo vissuto è irrepetibile nelle singole comunità; vogliamo tuttavia auspicare che lo ‘stile sinodale’ abbia a diffondersi in tutte le parrocchie, creando un clima di dialogo, di ascolto sincero. Questo sarebbe certamente il frutto più maturo e prezioso del sinodo.
Desideriamo incoraggiare i fratelli nella fede ad accogliere con favore gli orientamenti sinodali promulgati dal vescovo e a tradurli in opere di autentico rinnovamento spirituale.
Abbiamo viva speranza che questo ‘cammino’ serva a consolidare l’unità di tutti i fedeli nelle singole parrocchie e di tutte le parrocchie nell’unica Chiesa, favorendo validi contatti e feconde collaborazioni con tutte le persone e anche con le istituzioni e i gruppi del nostro territorio.
Per quanto ci è possibile cerchiamo con tutto il cuore di lasciarci guidare dallo Spirito Santo.
Preghiamo Dio gli uni per gli altri. Il Signore ci custodisca tutti nella sua pace.
I sacerdoti, i diaconi, le religiose e i laici che hanno partecipato al sinodo.