Diocesi di Pitigliano - Sovana - Orbetello

MESSA CRISMALE E CONCLUSIONE DEL SINODO DIOCESANO


Sovana 22 marzo 2005
 
ALL’INIZIO DELLA CELEBRAZIONE
Siate tutti benvenuti in questa cattedrale che vi accoglie con gioia e gratitudine per celebrare insieme la S. Messa del crisma e per concludere il nostro sinodo diocesano.
Un saluto particolare ai vescovi presenti, che mi è gradito presentarvi distintamente.
L’arcivescovo Antonio di Siena, nostro metropolita, al quale per primo consegneremo il libro sinodale, adempiendo così fedelmente un dovere previsto dal diritto canonico e nondimeno esprimendo un affetto collegiale di sincera e concreta comunione. Ancora lo ringrazio, insieme agli altri vescovi della metropolia, ricordando il loro intervento ad una riunione sinodale.
Il vescovo Luciano di Fiesole, segretario della Conferenza Episcopale Toscana. Con lui saluto anche il presidente della Conferenza, l’arcivescovo di Pisa e il cardinale arcivescovo di Firenze, che sono intervenuti in due distinte riunioni sinodali.
Il vescovo Eugenio di Massa Carrara Pontremoli, il cui ricordo fra noi è vivo e attuale, come il cordiale apprezzamento che gli vogliamo esprimere; insieme con lui ricordiamo Mons. Giovanni D’Ascenzi, dispiaciuto di non essere presente a motivo un piccolo intervento di cateratta e Giacomo Babini, trattenuto da alcuni impegni a Sansepolcro; se oggi siamo qui dobbiamo dire grazie a questi miei predecessori. Con loro faccio memoria del servo di Dio Stanislao Battistelli, che tenne gli ultimi due sinodi a Pitigliano.
Il vescovo Vasco Giuseppe, che mi è padre nell’ordine episcopale.
Il vescovo Gastone di Prato.
Il vescovo Giovanni di Massa Marittima Piombino, il vescovo Rodolfo di Montepulciano Chiusi Pienza e il vescovo Franco di Grosseto, a noi vicini geograficamente e ancora più vicini nell’affetto e nella condivisione pastorale.
Il vescovo Mansueto di Volterra, Chiesa che mi ha generato nella fede e nel sacerdozio,
Il vescovo Fausto di San Miniato,
L’abate Michelangelo di Monte Oliveto Maggiore.
Vi ringrazio per questa presenza tanto significativa e ringrazio con affetto sincero tutti i sacerdoti e i fedeli presenti. A  tutti il Signore doni la sua pace.
Alla benedizione conclusiva di questo rito solenne sarà annessa l’indulgenza plenaria. Invito tutti a pentirsi sinceramente dei propri peccati ed accostarsi con fede viva ai sacramenti pasquali.
Per tutti l’augurio che questa celebrazione sia un vero incontro col Signore morto e risorto per noi, sorgente di misericordia e motivo di speranza per il mondo intero.
OMELIA
1.
Rendiamo grazie al Signore,
che ci ama, ci ha liberati dai nostri peccati col suo sangue e ci ha santificato col dono del suo Spirito.
Grazie al Signore per il suo amore, per la sua pasqua.
Grazie perché con la sua croce ha redento il mondo
e con la sua resurrezione ha colmato di speranza e di gioia l’universo.
Grazie, Signore, che sei, che eri e che vieni,
che non cessi di venire e di salvare.
unico salvatore degli uomini:
che dai la vista del bene a noi ciechi di cuore,
che offri libertà per noi oppressi dal peccato,
che annunci a tutti la buona notizia della misericordia di Dio.
Questo annuncio si avvera e si adempie anche oggi,
come sempre, nella Chiesa, per tutti coloro che lo accolgono con fede.
Grazie, Dio crocifisso e uomo vincitore della morte,
Signore eterno e quotidiano,
origine di tutto e destino ultimo per tutti.
O Redentore, accogli la lode che proprio a te noi cantiamo.
2.
È la lode della Chiesa,
che nella pasqua si sente fecondata dallo Spirito Santo:
gravida dei suoi sacramenti, canta di gioia a Cristo suo sposo
e abbraccia i suoi figli che cercano vita nuova e nutrimento spirituale.
È il canto della donna che non teme il mostro del male con la sua ferocia
e trasforma le doglie del parto in motivo di esultanza.
E’ il canto dei redenti,
chiamati da ogni tribù, lingua, popolo e nazione
per risorgere con Cristo e regnare sulla terra:
non per imporre supremazia e dominio,
ma per accogliere e condividere il regno di giustizia, di amore e di pace.
Questo canto universale della Chiesa
echeggia in questa piccola cattedrale di Sovana:
canto di lode e di riconoscenza al Signore;
canto di gioia per i sacramenti pasquali,
offerti nel segno degli oli e soprattutto nel segno del pane e del vino;
canto accordato sulle voci dei padri,
che in questo tempio hanno offerto nei secoli il sacrificio di lode;
canto accordato sulle voci dei fratelli
che nel mondo intero guardano a Cristo, speranza dell’uomo.
Sia questo giorno una festa per noi
si irradi nei secoli eterni,
si consacri con lode divina
e non conosca tramonto.
3.
Questa lode promana oggi da noi come cantico nuovo:
è la nota di gioia per la solenne chiusura del sinodo,
quindicesimo anello, pienamente attestato, d’una catena più grande,
i cui primi elementi si perdono nel tempo, con frammentarie notizie.
Questo sinodo è comunque per noi il primo del nuovo millennio,
il passo di una Chiesa che guarda al futuro,
per continuare il cammino di sempre.
In comunione col papa e con tutte le Chiese del mondo,
sentiamo i problemi di tutti i fratelli,
condividiamo le speranze di tutti i credenti.
Ma nondimeno ci sentiamo una Chiesa con un volto suo proprio,
con la sua semplice storia e la sua spirituale ricchezza,
coi suoi peccati e con la sua dignità:
sparsa in un vasto e variegato territorio,
che, grazie ai miei predecessori, ha ritrovato la sua antica espansione,
senza una città che si imponga sui vari comuni,
ma non per questo meno compatta, dinamica e vivace;
posta in una terra, prima ritenuta quasi inabitabile,
cantata come amara da quanti si trovavano a passarvi,
oggi scoperta come luogo ambito di soggiorno
e meta ricercata di turisti;
costituita da un popolo nei secoli segnato da miseria e sofferenza,
ora, quasi improvvisamente, toccato dalla ricchezza e dal benessere.
Cambiano i volti delle persone,
cambia l’espressione della premura materna della Chiesa;
cambiano i cuori dei fratelli , assorbiti da nuovi contesti sociali,
cambia la sensibilità pastorale della Chiesa:
cambiano i modi e le attenzioni nel proporre l’identico vangelo,
si rinnova continuamente l’entusiasmo,
si raccorda sulle attese e le esigenze dei fedeli;
ma la Chiesa non cambia il suo volto, non varia la sua identità,
la sua parola resta immutabile perché non è sua, è di Cristo,
la sua fecondità sacramentale non viene meno,
perché data e garantita dallo Spirito Santo.
Carica d’una tradizione di quindici secoli,
questa Chiesa nel sinodo ha guardato al futuro,
ha prestato orecchio con umiltà e fiducia alla voce dello Spirito,
ha cercato di mettere ancora una pietra miliare
per continuare il suo viaggio di testimone del Cristo Signore,
per santificare in suo nome ogni giorno i credenti,
per abbracciare nell’unico amore tutti i salvati nell’unica fede.
Il libro del sinodo che sarà consegnato
è il frutto, speriamo maturo, di questa esperienza:
semplice aiuto per sentirci un cuor solo e un’anima sola,
per farci coraggio e proclamare con le parole e la vita
che Gesù Cristo è il Signore.
4.
Grazie, padri e fratelli nell’ordine episcopale, per la vostra presenza.
La nostra Chiesa, più volte votata con fretta per essere estinta,
oggi vi è grata per questo riguardo di stima e di affetto.
Vi porta tutti nel cuore.
È lieta di camminare con voi, con le vostre Chiese sorelle,
col santo padre, successore di Pietro,
e con tutti coloro che custodiscono la fede degli apostoli.
Grazie perché ci siete.
Aiutateci sempre a sentirci con voi Chiesa viva nel mondo.
5.
Grazie a voi sacerdoti, fratelli e familiari
nella vita quotidiana e nel comune ministero.
Rinnoverete fra poco le vostre promesse,
ma di fatto le rinnovate ogni giorno nella generosità del vostro servizio.
La forza spirituale del crisma sopra le vostre mani
vi infonda sempre la necessaria energia per parlare di Cristo
a quanti cercano la fede e, come catecumeni, chiedono il battesimo,
vi infonda sempre la necessaria costanza per esser riferimento sicuro
a quanti cercano in voi guida e conferma
per non trascurare o recuperare il sigillo dello Spirito;
vi infonda sempre il necessario calore per i malati e gli anziani:
la vostra presenza amorevole, oltre il segno sacramentale dell’olio,
doni loro sollievo e conforto.
Nelle vostre mani è il futuro delle nostre parrocchie,
alla vostra carità pastorale è affidato l’impulso per la nuova evangelizzazione,
dalla vostra responsabilità presbiterale dipende la concreta attuazione di quanto sancito nel sinodo.
Il compito è grande. Ma non ho dubbi per il nostro futuro.
So quanto lo Spirito del Signore può compiere in voi
e so di quanto voi siete capaci,
lasciandovi guidare dallo Spirito del Signore.
Voglio ripetere oggi la mia gioia, la mia riconoscenza per essere con voi,
per collaborare con voi a servire questa Chiesa,
per l’esempio di fedeltà e dedizione che mi offrite,
per trovarmi da voi ogni giorno gratuitamente sostenuto,
per avermi sempre fatto sentire fratello tra i fratelli.
Il Signore vi renda merito di tutto questo e di quanto lui solo conosce.
Pari gratitudine ai nostri diaconi e alle loro famiglie
per il servizio umile e prezioso,
per una disponibilità sempre più necessaria e apprezzata.
6.
Un pensiero colmo di fiducia e di riconoscenza ai religiosi e alle religiose:
in semplicità e letizia ci mostrate la presenza fra noi del regno di Dio,
la vostra vita ci ricorda la santità della nostra chiamata,
il vostro affetto (il vostro tenero affetto) ci fa sentire l’amore
con cui Gesù ci ha amati e col quale noi tutti dobbiamo amare i fratelli.
La nostra Chiesa vi stima e conta su voi,
chiede a tutti con serena fiducia la continuità della vostra presenza.
7.
A voi, sposi, che vivete il sacramento grande del matrimonio,
sono affidate le indicazioni del sinodo riguardanti  le famiglie e i giovani.
A voi, laici cristiani, consacrati col crisma di salvezza,
è chiesto di trasferire le indicazioni del sinodo all’interno delle comunità parrocchiali e nei quotidiani, ordinari rapporti con la società circostante.
L’impegno che ci attende è notevole,
ma  più considerevole è la grazia del Signore che ci accompagna.
8.
Particolare gratitudine devo esprimere oggi a tutti e singoli i sinodali
e a quanti fiduciosamente hanno collaborato nella preparazione
e nella celebrazione del sinodo.
Le difficoltà non sono mancate, la fatica richiesta è apparsa notevole,
la generosità della risposta è risultata esemplare.
C’è ora la gioia di questa esperienza,
di essere cresciuti insieme nella preghiera e nella fede,
nell’ascolto reciproco e nell’affetto sincero,
nel senso di responsabilità per la Chiesa.
C’è nondimeno la speranza
che quanto lo Spirito ha suggerito e operato nel cammino sinodale,
sarà vivificato e reso attuabile dal medesimo Spirito
nel cammino futuro che la nostra Chiesa deve proseguire.
9.
Ma, guardando oggi il fatto e gli scritti del sinodo,
ringraziando il Signore con tutto me stesso di avervi preso parte con voi, sento anche, con piena schiettezza interiore,
la convinzione evangelica dei servi inutili, non necessari:
abbiamo fatto il nostro dovere
e ci siamo impegnati secondo le nostre possibilità;
altri comunque fatto lo stesso servizio;
un altro vescovo avrebbe dato impulsi migliori.
Questa convinzione mi rende sereno e mi ispira fiducia davanti al futuro:
non siamo noi a fare la differenza, è lo Spirito Santo che guida la Chiesa,
che la fa crescere e la perfeziona nel tempo.
Come nel segno della nostra cattedrale:
non sappiamo chi l’ha costruita, notiamo anonimi interventi successivi,
sappiamo di qualche restauro…
vediamo che c’è la cattedrale, oggi viva più che mai. È questo che conta.
Nella Chiesa non interessa venir ricordati,
basta solo trasmetter la fede, basta solo che viva la Chiesa.
I nostri scritti, fra non molto,  saranno in archivio,
ma i nostri nomi sono scritti nel cielo,
e nella Chiesa rimane un legame che unisce il passato al futuro.
Questa certezza, con la gioia dell’esperienza vissuta,
colma ogni nostro desiderio
ed è dono pienamente gratuito della misericordia infinita di Dio.
10.
Nell’ultima riunione dell’assemblea sinodale
abbiamo affidato la nostra Chiesa
alla Vergine Madre di Dio e ai santi patroni;
la loro preghiera attenui le note stonate,
il loro canto di lode dia forza alle nostre deboli voci,
nell’inno di lode a Cristo morto e risorto:
a lui solo la gloria
e per mezzo di Lui a Dio Padre
nell’unità dello Spirito Santo
da noi e da tutta la Chiesa
segnata dal crisma divino
oggi e sempre nei secoli.
Amen.
 
Cattedrale di Sovana                                                                                       25 maggio 2005
Festa di San Gregorio VII
Ordinazione presbiterale di Fabio Menghini
 entrata in vigore dei documenti sinodali
Tre motivi di gioia caratterizzano questo giorno di grazia per la nostra Chiesa: facciamo memoria solenne di san Gregorio VII, figlio di questa terra e nostro patrono, nel giorno anniversario del suo passaggio alla gloria del cielo; accogliamo con disponibilità sincera le disposizioni del sinodo che oggi entrano in vigore nella nostra diocesi