Diocesi di Pitigliano - Sovana - Orbetello

Messaggio del Vescovo per il Santo Natale 2011

Carissimi fratelli e sorelle in Cristo!
Torna ancora il Natale! Compleanno di Quel Protagonista della storia dell’umanità che si chiama Gesù di Nazareth, il Santo di Dio; il compleanno normalmente lo celebriamo per un Vivente e Gesù è Il Vivente che opera nelle maglie profonde della vicenda umana e in essa si lascia incontrare. E’ il secondo Natale che vivo in mezzo a voi e credo di aver ripetuto molte volte durante quest’anno, quasi come un cantus firmus, che se la vita si decide dalla qualità degli incontri che abbiamo fatto, facciamo e faremo, certamente l’Incontro assolutamente determinante la bontà della nostra vita è quello con Lui, il Cristo, il Figlio del Dio vivente: ecco a Natale Dio diventa incontrabile! Si fa incontrabile perché assume la natura umana, si fa Bambino: Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio’ (Is 9, 5).
Il Natale porta luce, speranza, gioia perché Dio è entrato nella storia del mondo personalmente e vi abiterà fino alla fine dei secoli, fino alla Parusia offrendo ad ognuno la possibilità dell’Incontro che salva. Fin dall’inizio del suo ministero petrino il Santo Padre Benedetto XVI ha ricordato a tutti ‘l’esigenza di riscoprire il cammino della fede per mettere in luce con sempre maggiore evidenza la gioia ed il rinnovato entusiasmo dell’incontro con Cristo’.(Benedetto XVI, Lettera Apostolica in forma di motu proprio Porta Fidei con la quale si indice l’Anno della Fede, 2)
Nell’Omelia della S. Messa per l’inizio del suo pontificato diceva: ‘La Chiesa nel suo insieme, ed i Pastori in essa, come Cristo devono mettersi in cammino, per condurre gli uomini fuori dal deserto, verso il luogo della vita, verso l’amicizia con il Figlio di Dio, verso Colui che ci dona la vita, la vita in pienezza’. Ancora nella Lettera Apostolica pubblicata l’11 ottobre 2011 con cui il Santo Padre indice l’Anno della Fede, si legge: ‘capita ormai non di rado che i cristiani si diano maggior preoccupazione per le conseguenze sociali, culturali e politiche del loro impegno, continuando a pensare alla fede come un presupposto ovvio del vivere comune. In effetti, questo presupposto non solo non è più tale, ma spesso viene perfino negato. Mentre nel passato era possibile riconoscere un tessuto culturale unitario, largamente accolto nel suo richiamo ai contenuti della fede e ai valori da essa ispirati, oggi non sembra più essere così in grandi settori della società, a motivo di una profonda crisi di fede che ha toccato molte persone‘ (Benedetto XVI, c.s. 2).
 
Il tempo attuale è gravido di incertezza, ondivago e fluttuante, eppure promettente. Credo che sia giunto il momento di cogliere il tempo presente come kairòs, tempo favorevole, tempo giusto per riconoscere la Presenza del Vivente, la Presenza di un Dio fatto uomo che apre la porta della fede e della speranza ri-orientando la nostra vita verso l’Essenziale.
La crisi economica può creare instabilità interiore e timore e incertezza verso il futuro; triste sarebbe se fosse semplicemente ‘la paura di perdere soldi’ a farcela ‘odiare’; abbiamo bisogno di superare soprattutto la crisi dei motivi del vivere, del senso dell’esistere