‘Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio’ (Is 9,5)
Mentre sembrano crescere il senso della sfiducia e lo smarrimento per le ripercussioni sulle famiglie e sul lavoro della crisi economica terribilmente lenta nel suo estinguersi.
Mentre sembra crescere il timore per un ambiente che si ribella ai nostri maltrattamenti e alla nostra trascuratezza procurando danni incalcolabili, annullando anni di lavoro onesto e di fatica.
Mentre siamo sgomenti per l’anestesia delle coscienze che produce le edizioni più variegate della corruzione pubblica e privata.
Mentre siamo sinceramente preoccupati per la disaffezione alla politica vera, proiettata nei suoi programmi al rispetto della dignità della persona umana e ai valori del bene comune.
Mentre ci amareggia e ripugna la situazione di perdurante tensione e violenza che miete troppe vittime innocenti, bambini inermi e civili indifesi là nella Terra di Gesù, nella Siria e in tante altre parti del nostro mondo:
ecco levarsi una voce sommessa e misteriosa, una voce colma della beata certezza della salvezza, mediante la nascita di un bambino divino!:
‘Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio’ (Is 9,5).
Quando il profeta Isaia così profetava dovevano ancora trascorrere 700 anni prima che avvenisse la pienezza dei tempi, prima che fosse Natale! Ma il profeta, ‘così intimo ai pensieri e ai progetti di Dio’ (D. Bonhoeffer), parla del futuro come se già lo vedesse, dell’ora della salvezza come se già fosse là in adorazione davanti alla mangiatoia di Gesù, a Betlemme. Ciò che dovrà avvenire, agli occhi di Dio è già reale e certo e il profeta, uomo di fede, ‘vede le cose con gli occhi di Dio’ (San Tommaso d’Aquino). Il dono della fede permette, a noi che a stento sappiamo che cosa accadrà domani, di metterci nella prospettiva di Dio, avere i suoi occhi e guardare avanti con fiducia.
Ai tempi di Isaia le cose non andavano meglio di oggi, ombre e oscurità erano all’orizzonte; eppure lo Spirito di Dio rivela ad Isaia il segreto del futuro e gli da la missione di incoraggiare, di rincuorare i suoi contemporanei e renderli saldi nella fiducia nell’agire di Dio, di quel Dio che mantiene le promesse. Anche oggi la Chiesa, voce profetica nel deserto del mondo, grida quello che gridava Isaia, pieno di Spirito Santo:
‘Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio’ (Is 9,5).
Si parla della nascita di un bambino, non dell’agire rivoluzionario di un uomo forte o di un popolo agguerrito, non della audace e sorprendente scoperta di uno scienziato e neppure dell’intervento filantropico di un uomo generoso o di un’associazione ben organizzata; ogni logica umana è capovolta: è la nascita di un bambino che realizzerà la svolta decisiva di tutte le cose e che donerà all’umanità salvezza, liberazione e redenzione.
‘Ciò per cui si sono affaticati invano sovrani e uomini di stato, filosofi e artisti, fondatori di religioni e maestri di morale, ecco ora si compie attraverso un neonato. Come a confondere gli sforzi e le imprese dei potenti, al cuore della storia universale viene posto un bambino. Un bambino nato dagli uomini, un figlio dato da Dio’ (D. Bonhoeffer).
In questo sta il mirabile segreto del Natale: il Dio onnipotente e ricco di misericordia ci visita, si abbassa sino a noi e assume la forma di un bambino, suo Figlio. Proprio nell’abbassamento e nella debolezza del bambino ha inizio la sua signoria sul mondo intero. Questo Bambino nasce per noi! E ci permette di ‘varcare le soglie della speranza’ (Beato Giovanni Paolo II).
Accogliere questo Bambino come Figlio di Dio, come Figlio dell’Uomo: dall’incontro con Lui dipende ormai la nostra vita. Questa è la cosa più decisiva e trasformante! «Questa è l’opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato'( Gv 6,22-29).
‘Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio’ (Is 9,5).
Riuscire una buona volta a dimenticare completamente tutti i nostri sforzi, le nostre realizzazioni, la nostra supponenza e metterci in adorazione davanti al Bambino che giace nella mangiatoia, prenderlo tra le braccia come il vecchio Simeone e riconoscere, grati, il compimento della nostra vita (cfr. Lc 2,29). Ecco il segreto del Natale! Ecco il miracolo del Natale!
Ecco carissimi l’augurio più vero e sincero da parte del Vostro Vescovo: che nel Natale di questo Anno della fede possiate fare esperienza di Lui, possiate accogliere questo Bambino divino con la stessa disponibilità e la stessa fede con cui lo ha accolto nel proprio grembo Maria