Carissime religiose e religiosi
della Diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello,
con la prima domenica di Avvento inizia l’Anno della Vita Consacrata, fortemente voluto da Papa Francesco. È un tempo importante che ci permetterà di conoscere e apprezzare il dono particolare della Vita Consacrata per la Chiesa e per la Nostra Chiesa diocesana.
Sono passati cinquant’anni da quando il Concilio Vaticano II ha promulgato il Decreto Perfectae caritatis, approfondendo così la natura e la missione della vita consacrata nella Chiesa e siamo profondamente convinti che in questi anni la vita religiosa abbia percorso un cammino fecondo per attuare un sano rinnovamento alla luce del magistero Conciliare: cammino che non sempre è stato facile, ma che ha inciso profondamente sulla vita della Chiesa. Il Concilio ha sottolineato con vigore che i consacrati sono chiamati ad un più intenso impegno per vivere quelle che potremmo chiamare le quattro fedeltà: fedeltà al Signore, alla Chiesa, al proprio carisma, all’uomo d’oggi.
Tutto ciò permette di far apparire il senso della consacrazione religiosa e la sua bellezza in un mondo popolato da vite spente e poco luminose. Il Santo Padre Francesco, recentemente, ha ricordato che “la vita religiosa aiuta principalmente la Chiesa a crescere per via di attrazione” (FRANCESCO, Discorso C.I.S.M., 07/11/2014). Una chiara scelta di Dio, un rinnovato e appassionato amore alla Chiesa producono vite belle, vite interessanti, vite attraenti. Il religioso motiva la sua presenza nella comunità cristiana con la testimonianza del suo tentare quotidianamente il radicalismo evangelico che, pur essendo impegno per ogni battezzato, diventa nel consacrato testimonianza profetica; la tensione positiva per vivere la radicalità evangelica è fermento per la Chiesa e la società.
La fedeltà al proprio carisma è condizione anche di sopravvivenza: se non si è fedeli, Dio darà quel carisma ad altri che lo faranno fruttificare. Gli ordini e le congregazioni non sono nati per durare per sempre ma la vita consacrata ed i carismi sì: abbelliranno e arricchiranno la Chiesa fino al giorno del ritorno di Gesù Signore che attendiamo nella speranza. È ancora il Santo Padre Francesco che afferma: “il carisma non va conservato come una bottiglia di acqua distillata, va fatto fruttificare con coraggio” (FRANCESCO, idem).
La fedeltà all’uomo comporta la fatica di incontrare l’uomo del tempo attuale con le sue difficoltà e contraddizioni, intercettando i suoi bisogni per aiutarlo ad incontrare Gesù: essere esperti facilitatori dell’incontro con Lui! Gesù Cristo non è semplicemente una somma di valori preziosi ma una Persona. La vita religiosa non servirebbe se dovesse solo insegnare valori, si propone invece di essere copia viva di Cristo! Solo persone che hanno incontrato il Cristo che gli
ha cambiato la vita possono aiutare ad incontrare il Cristo che cambia la vita: è questo il profilo testimoniale e profetico della vita religiosa, oggi e sempre.
La Nostra Diocesi non è ricca di case religiose: di vita claustrale abbiamo il Monastero carmelitano femminile Janua Coeli e 9 congregazioni femminili di vita apostolica ed una maschile, la Congregazione della Passione, e due Società di Vita Apostolica: la Fraternità San Carlo Borromeo, e gli Oblati del Sacro Cuore (Società di Vita Apostolica Indiana). L’auspicio e la preghiera è che l’Anno della Vita Consacrata, oltre a permetterci di conoscere meglio il senso di questo stato di vita nella Chiesa, possa veder fiorire nuove vocazioni religiose e, magari, approdare nel nostro territorio nuove Congregazioni religiose, nella piena convinzione che, in una Comunità senza vita consacrata, “senza questo segno concreto, la carità che anima l’intera Chiesa rischia di raffreddarsi, il paradosso del Vangelo di smussarsi, il “sale” della fede di diluirsi in un mondo in fase di secolarizzazione” (BEATO PAOLO VI, Evangelica testificatio 3).
San Giovanni Paolo II nel lontano 1991 ricordava con vigore: “la Chiesa nel corso della sua storia è sempre stata vivificata e confortata da tanti religiosi e religiose, testimoni dell’amore senza limiti per il Signore Gesù, mentre nei tempi a noi più vicini ha trovato valido aiuto in tante persone consacrate che, vivendo nel secolo, hanno voluto essere per il mondo lievito di santificazione e fermento per iniziative ispirate al Vangelo. Dobbiamo affermare con forza che anche oggi c’è bisogno della testimonianza della vita consacrata, affinché l’uomo non dimentichi mai che la sua dimensione vera è l’eterno. L’uomo è stato destinato ad abitare «cieli nuovi e terra nuova» (2 Pt 3, 13), e proclamare che la felicità definitiva è data solo dall’infinito Amore di Dio. Come sarebbe più povero il nostro secolo se si indebolisse la presenza di esistenze consacrate a questo Amore; e come sarebbe più povera la società se non fosse indotta ad alzare lo sguardo là dove sono le vere gioie! Più povera sarebbe anche la Chiesa, se venisse meno chi manifesta concretamente e con forza la perenne attualità del dono della propria vita per il Regno dei Cieli” (SAN GIOVANNI PAOLO II, Messaggio per la XXIX Giornata di preghiera per le vocazioni, 1991).
Come sarebbe più povera – aggiungo io – la nostra Chiesa di Pitigliano-Sovana-Orbetello senza uomini e donne che, nell’offerta di sé al Signore, trovano la piena giustificazione della propria esistenza e si assumono così il compito di essere «luce delle genti» e «sale della terra», costruttori di speranza per quanti si interrogano sulla perenne novità dell’ideale cristiano.
Ai Nostri Patroni, San Mamiliano, San Gregorio VII e San Paolo della Croce, affidiamo volentieri questo tempo di grazia e a tutte tutti voi un grazie sincero per tutto quello che siete e fate nella Chiesa e per la Nostra Chiesa diocesana. Maria Immacolata interceda per voi e Dio vi benedica sempre,
Pitigliano, 30 novembre 2014
I Domenica di Avvento
+ Guglielmo Borghetti, vescovo