Una sfida, raccontare i Misteri del Rosario con il corpo e la voce. Ho immaginato il percorso che una giovane donna di oggi compie dalla scoperta di una gravidanza inattesa. Prima i conflitti legati alla scelta di far nascere oppure no il bimbo, poi la lacerazione dei mille punti interrogativi, generano il movimento della messa in scena. La protagonista ogni volta che afferma una cosa ne enuncia anche il contrario. E’ abitata dal dubbio. Attorno il silenzio della solitudine. A confortare lo strazio é lo sguardo di Maria, la donna che ha detto a Dio: “Eccomi, ci sono”. Un rimbalzo continuo tra dubbio e litania, tra domanda e testimonianza, fino alla catarsi finale, il quarto Mistero, la Goria.
Ad interpretare la protagonista é Francesca del Fa, giovane e promettente attrice grossetana, neo diplomata alla scuola del Piccolo Teatro di Milano, che ha aderito generosamente al progetto donando al personaggio ricche sfumature. Quello che vive é il cammino per uscire dalla minorità, passare dalla “Porta stretta”, citando il Vangelo di Luca. Impegnare ogni forza in una lotta pericolosa e dall’esito mai scontato: “molti cercheranno di entrare, ma non tutti vi riusciranno”.
La drammaturgia si é limitata a inanellare alcune perle scritte da autori che ho incontrato e amato in questi anni di lavoro e che mi hanno aiutato a capire. Mi riferisco a Pasolini, Shakespeare, Testori, McCarthy, Wallace tra gli altri. Lo spettacolo, come mi hanno insegnato le tragedie classiche, non vuole fornire alcuna risposta, non vuole inviare messaggi, proclami. Al contrario desidera formulare domande, accendere una torcia per far luce tra le pieghe del vivere, tra quelle ombre che la protagonista vede stese sulle cose del mondo.
fabio sonzogni, agosto 2017