La vicenda, orribile, di Altavilla Milica, ha offerto lo spunto al vescovo Giovanni per ribadire gli elementi essenziali del Magistero della Chiesa in tema di esorcismi.
Alla base della mattanza avvenuta nei giorni scorsi in Sicilia, infatti, ci sarebbe una visione «totalizzante» – come hanno detto gli inquirenti – della dimensione religiosa, che avrebbe portato i protagonisti di quella storia drammatica, a «vedere» il diavolo ovunque.
Il Vescovo ha voluto puntualizzare e ridire in modo chiaro i punti fermi della dottrina cattolica in materia.
«L’esorcismo – ha precisato – lo fa sempre e solo un sacerdote, che è stato autorizzato dal Vescovo, secondo il rituale approvato dalla Chiesa stessa. Non si basa su preghiere strane o formule più o meno stravaganti (se ne trovano in internet di “preghiere” spacciate per “potentissime”…). Questo è paganesimo puro! Quasi si volesse incantare il Padreterno con formulette… Fuori da questa regola non c’è Chiesa cattolica». E ha aggiunto: «Non di iniziativa personale un prete può procedere, ma con l’autorizzazione del Vescovo, perché l’esorcismo si basa sull’autorità della Chiesa e non su carismi o doni personali».
Padre Roncari ha poi precisato che «il Vescovo può dare al sacerdote il mandato di fare l’esorcismo in forma abituale oppure per un caso particolare. Nelle diocesi di Grosseto e di Pitigliano-Sovana-Orbetello nessun prete ha l’autorità di fare esorcismi salvo padre Mauro Tomei e padre Mario Parente. Altro è l’ascolto, che è un servizio santo che ogni prete deve poter assicurare, ma il rito di esorcismo può essere fatto solo da loro».
Il Vescovo è sceso ancor più nel dettaglio spiegando quale sia il compito dell’esorcista: «La Chiesa ha l’autorità di dire al demonio di andarsene via e basta. Non deve entrare in discussione con lui, perché il demonio è il padre della menzogna e nessuno può presumere di essere più furbo di lui. Questo insegna la Chiesa. Ricordiamoci – ha aggiunto – che la preghiera di liberazione non è fatta di formule magiche, ma è la preghiera della Chiesa (salmi, passi delle Scritture, i sacramenti). Dobbiamo avere una dottrina sana – ha concluso – perché solo questa ci permette di vivere sereni e di dare dei consigli e direttive se capita di doverlo fare».
Pubblicato sul sito della Diocesi di Grosseto