Diocesi di Pitigliano - Sovana - Orbetello

Naufragio Costa Concordia: Visita del vescovo Borghetti all’Isola del Giglio

Giovedì 19 gennaio, a pochi giorni dal naufragio della Costa Concordia, il vescovo mons. Guglielmo Borghetti si è recato in visita all’Isola del Giglio, dichiarando principalmente due intenti. Il primo è stato quello di salutare e ringraziare cordialmente i due parroci dell’isola, le suore francescane, la popolazione gigliese e gli operatori presenti impegnati nelle operazioni ben note sulla nave Costa Concordia. Il secondo scopo è nato dal desiderio del vescovo di portare una parola di speranza e di incoraggiamento a chi è impegnato nel duro e pericoloso vortice delle operazioni di sicurezza e di ricerca dei dispersi, oltre che portare conforto ai familiari delle vittime che si erano recati sul luogo del disastro.
 
Già alla partenza del traghetto, entrati in mare aperto, qualcosa di insolito si intravedeva davanti all’isola. Nonostante le oltre dieci miglia, accanto al porto del Giglio si notava una «striscia» bianca. Man di mano che la nave si avvicinava all’isola, cresceva la consapevolezza di che cosa ci saremmo trovati davanti. Consapevolezza confermata poi dai fatti: un enorme relitto, silenziosamente adagiato sul fianco di dritta, verso il porto. L’impressione immediata è che sia stato questo il vero e unico «inchino»: inchino di ringraziamento, inchino di affidamento e di consegna dei propri ospiti alla generosa accoglienza dell’isola. Appena il vescovo è sbarcato, un cospicuo cordone delle forze dell’ordine lo ha protetto da una folla immane di giornalisti provenienti da tutto il mondo, accorsi verso di lui per riprendere e documentare la sua prima visita dopo il naufragio.
Mons. Borghetti ha dichiarato da subito e ad ogni altra intervista la propria vicinanza e la vicinanza di tutta la Chiesa ai familiari delle vittime e dei dispersi e che con questa visita ha voluto ringraziare e incoraggiare di persona tutte le unità operative, civili e militari, presenti da giorni, apprezzando l’enorme e competente impegno che stanno dimostrando con i fatti, insieme alla loro indiscussa sensibilità e preparazione. In modo deciso il vescovo ha detto ai giornalisti che «Dio non vuole queste cose, ma di fronte a tali fatti ci propone come prime ancore la speranza cristiana e Maria santissima, invocata con il titolo di Stella Maris. A Lei va la nostra preghiera e l’affidamento di tutti». Inoltre ha fortemente sottolineato quanto i gesti concreti di solidarietà siano la spina dorsale che sorregge il pesante e goffo corpo della società umana. In tutti i presenti «il Signore ha suscitato gesti di profonda carità, che non va sottovalutata. In questa situazione drammatica tutti stanno cercando di dare il meglio di se stessi. Di fronte a questa evidenza – ha continuato il vescovo – dobbiamo saper ringraziare Dio» e alle inevitabili domande sul capitano Schettino ha voluto stendere un «velo di silenzio», invitando tutti a «evitare di strumentalizzare questa persona» e alla cautela nei giudizi, poiché, ha detto: «guardiamoci dentro: una volta nella vita tutti noi abbiamo fatto fare naufragio al nostro senso di responsabilità. L’unico giudice dei cuori è il Signore», mentre le azioni umane le dovrà accertare e giudicare la competente magistratura. A noi spetta la preghiera e il silenzio.
S.E. Mons. Borghetti è stato poi accompagnato alla chiesa del Porto, primo centro di accoglienza dei naufraghi, insieme alle case private dei gigliesi, dove lo ha accolto il parroco don Lorenzo e don Vittorio, parroco del Castello. In questo luogo sacro e accogliente ha pregato davanti al tabernacolo, in un dialogo intenso e silenzioso con il buon Dio. In seguito si è recato alla scuola materna, accolto da suor Lina e dalle altre due suore francescane, dove anche qui si è concentrata una grande quantità di naufraghi e ora ospita alcuni addetti alle operazioni e giornalisti. È poi stata la volta della visita alle diverse postazioni dei centri operativi dei vigili del fuoco, guardia costiera e di altre unità militari e civili, dove il vescovo ha anche salutato e ringraziato cordialmente il sindaco Ortelli. Un momento toccante è stato l’incontro con alcuni familiari di due vittime e di due dispersi di lingua francese, appena accompagnati a terra dai Vigili del fuoco di ritorno dal relitto della Concordia, dove avevano reso omaggio ai propri familiari e si erano potuti rendere conto di persona dell’enorme portata del disastro, ma anche della grande efficienza delle unità di soccorso presenti in campo. Anche in questo caso, con visibile commozione e con le parole degli sguardi che si incrociavano, il vescovo con semplicità ed efficacia, ha salutato e confortato queste persone, composte nella dignità, ma nello stesso tempo segnate per sempre dal dolore. La visita è proseguita alla mensa allestita nelle scuole del porto, dove si è fermato a mangiare con gli operatori e i volontari.
A conclusione della visita mons. Borghetti ha voluto benedire tutti coloro che in ogni modo si stanno prodigando nel bene in questa triste vicenda. Dalla banchina del porto, poi con la vedetta della Guardia di Finanza si è recato proprio a pochi metri dalla nave Concordia e – non senza umana commozione – ha recitato una preghiera toccante al Dio della misericordia e della speranza, chiedendo con fiducia la materna protezione e intercessione di Maria «Stella Maris», invocata in ogni porto. La benedizione conclusiva rivolta al «Dio del cielo, della terra e del mare», come lo stesso vescovo ha ricordato, è stata indirizzata «non alla nave, ma a coloro che non ci sono più e a coloro per i quali vogliamo ancora sperare insieme alle loro famiglie. Niente è più efficace della preghiera, perché è l’azione che ci unisce a Dio con efficacia».
M.M.