Diocesi di Pitigliano - Sovana - Orbetello

Nella gioia del sì fedele

Il 2 febbraio 2019, festa della Presentazione del Signore, celebriamo la 23a Giornata della Vita Consacrata, istituita dal Papa San Giovanni Paolo II nel febbraio 1997. Proponendola a tutta la Chiesa, alle soglie del terzo millennio, lo stesso Pontefice ne definiva il significato e lo scopo : tale Giornata –scriveva nel Messaggio del 2 febbraio 1997 – “vuole aiutare l’intera Chiesa a valorizzare sempre più la testimonianza delle persone che hanno scelto di seguire Cristo da vicino mediante la pratica dei consigli evangelici e, in pari tempo, vuole essere per le persone consacrate occasione propizia per rinnovare i propositi e ravvivare i sentimenti che devono ispirare la loro donazione al Signore (…) Essa risponde in primo luogo all’intimo bisogno di lodare più solennemente il Signore e ringraziarlo per il grande dono della vita consacrata, che arricchisce ed allieta la comunità cristiana con la molteplicità dei suoi carismi e con i frutti di edificazione di tante esistenze totalmente donate alla causa del Regno”.
 
Per favorire il coinvolgimento dell’intera comunità diocesana, quest’anno si è pensato di far precedere la Giornata, già caratterizzata dalla liturgia della “Candelora”, con una Veglia di preghiera venerdì 1 febbraio ore 18,30 nella Chiesa san Paolo della croce a Orbetello Neghelli:
 
“Nella gioia del Sì fedele”.
 
Siamo invitati a vivere una forte esperienza di comunione, stringendoci attorno alle persone consacrate presenti nella nostra Chiesa diocesana, illuminati dalla Parola di Dio e dal Magistero di Papa Francesco che così dava inizio alla sua prima Esortazione apostolica : “La gioia del vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia” (Evangelii gaudium, 24 nov 2013). Una gioia che coinvolge tutti, chiamati ciascuno secondo la propria vocazione ad accogliere nella radicalità la Buona Novella, che ti trasforma la vita. Si tratta di lasciare tutto per seguire il Signore. “una tale radicalità” – specifica Francesco – non è solamente dei religiosi: è richiesta a tutti. Ma i religiosi seguono il Signore in maniera speciale, in modo profetico”. E rivolto direttamente ai consacrati, il Papa continua: “Io mi attendo da voi questa testimonianza. I religiosi devono essere uomini e donne capaci di svegliare il mondo”.
 
Come tema della Veglia di preghiera del 1 febbraio è stato scelto “Nella gioia del Sì fedele”, per dare risalto alla dimensione della gioia che deve sempre accompagnare ed esprimere l’impegno della fedeltà, soprattutto nei consacrati. “Questa è la bellezza della consacrazione: è la gioia, la gioia…La gioia di portare a tutti la consolazione di Dio…Non c’è santità nella tristezza… Non siate tristi come gli altri che non hanno speranza, scriveva san Paolo (1Ts 4,13).(…) Nel chiamarvi Dio vi dice: ‘Tu sei importante per me, ti voglio bene, conto su di te ’. Gesù a ciascuno di noi dice questo! Di là nasce la gioia! La gioia del momento in cui Gesù mi ha guardato. Capire e sentire questo è il segreto della nostra gioia. Sentirsi amati da Dio, sentire che per Lui noi siamo non dei numeri, ma persone; e sentire che è Lui che ci chiama”(Incontro con i seminaristi, novizi e novizie, Roma 6 luglio 2013).
 
La gioia non è inutile ornamento, ma è esigenza e fondamento della vita umana. Nell’ affanno di ogni giorno, ogni uomo e ogni donna tende a giungere e a dimorare nella gioia con la totalità del suo essere. Nel mondo, purtroppo, c’è un deficit di gioia. Non siamo certo chiamati a compiere gesti epici né a proclamare parole altisonanti, ma a testimoniare la gioia che
 
proviene dalla certezza di sentirci amati, dalla fiducia di essere salvati. La nostra memoria corta e la nostra esperienza fiacca ci impediscono spesso di ricercare le “terre della gioia” nelle quali gustare il riflesso di Dio e vivere con Lui un serio impegno di fedeltà!
 
Ecco dunque : Nella gioia del Si’ fedele!
 
Chi ha incontrato il Signore e lo segue con fedeltà è un messaggero della gioia dello Spirito.
 
La persona chiamata è “convocata a se stessa”, cioè al suo poter essere pienamente se stesso/a secondo il progetto di Dio. Forse non è gratuito dire che la crisi della vita consacrata passa anche dall’incapacità di riconoscere tale profonda chiamata, anche in coloro che già vivono tale vocazione. Viviamo una crisi di fedeltà, intesa come consapevole adesione a una chiamata che è un percorso, un cammino dal suo misterioso inizio alla sua misteriosa fine. Forse siamo anche in una crisi di umanizzazione. Stiamo vivendo la limitatezza di una coerenza a tutto tondo, feriti dall’incapacità di condurre nel tempo la nostra vita come vocazione unitaria e cammino fedele.
 
Il discepolato fedele è grazia ed esercizio d’amore, esercizio di carità oblativa, dietro a Lui, fino “alla fine”: “quando camminiamo senza la Croce, quando edifichiamo senza la Croce e quando confessiamo un Cristo senza Croce, non siamo discepoli del Signore : siamo mondani, siamo vescovi, preti, cardinali, papi, ma non discepoli del Signore” (Francesco, Omelia alla S. Messa con i cardinali, Roma 14 marzo 2013).
 
Lasciamo ancora la parola al Papa : “Ogni cristiano e soprattutto noi, siamo chiamati a portare questo messaggio di speranza che dona serenità e gioia: la consolazione di Dio, la sua tenerezza verso tutti. Ma ne possiamo essere portatori se sperimentiamo noi per primi la gioia di essere consolati da Lui, di essere amati da Lui (…) Ho trovato alcune volte persone consacrate che hanno paura della consolazione di Dio e si tormentano, perché hanno paura di questa tenerezza di Dio. Ma non abbiate paura! Non abbiate paura, il Signore è il Signore della consolazione, il Signore della tenerezza. Il Signore è padre e Lui dice che farà con noi come una mamma con il suo bambino, con la sua tenerezza. Non abbiate paura della consolazione del Signore” (Francesco, Omelia nella Messa con i seminaristi, novizi e novizie, 7 luglio 2013).
 
Con questi sentimenti, siamo caldamente invitati venerdì 1 febbraio alle ore 18,30 alla Veglia di preghiera nella Chiesa san Paolo della croce a Orbetello Neghelli.
 
Al termine si starà insieme con un ‘agape fraterna organizzata e gestita come sempre in modo meraviglioso nei locali della comunità parrocchiale.
 
P. Carlo