Diocesi di Pitigliano - Sovana - Orbetello

“Non di solo pane”. Nutriti ed illuminati dalla Parola

Si legge nella Esortazione Apostolica Post-Sinodale Verbum Domini di Benedetto XVI: “’La Parola del Signore rimane in eterno. E questa è la Parola del vangelo che vi è stato annunziato’ (1 Pt 1,25). Con questa espressione della Prima Lettera di Pietro, che riprende le parole del Profeta Isaia, siamo posti di fronte al mistero di Dio che comunica se stesso mediante il dono della sua Parola. Questa Parola, che rimane in eterno, è entrata nel tempo. Dio ha pronunciato la sua eterna Parola in modo umano: il suo Verbo ‘si fece carne’ (Gv 1,14). Questa è la buona notizia. Questo è l’annunzio che attraversa i secoli, arrivando fino a noi oggi” (VD 1).
Dopo aver posto ancora una volta  la nostra vita cristiana di fronte alla metà della santità a cui tutti siamo chiamati, dopo aver riflettuto sulla nostra condizione di peccatori e aver riconosciuto la grandezza della misericordia di Dio, Padre buono, dopo aver  considerato la necessità di accogliere il dono della comunione per costruire  comunità  ecclesiali permeate dallo spirito di fraternità e collaborazione, nell’ambito del quarto anno del nostro Progetto Pastorale ‘Guardare a Lui. Gesù Cristo, Speranza affidabile, anima dell’educazione’, vogliamo mettere tutta la nostra vita davanti al mistero del Verbo Incarnato, Gesù Cristo, Parola definitiva del Padre, con la piena fiducia di saziare in Lui la nostra fame di significato e il nostro bisogno di luce.
L’Obiettivo specifico di questo quarto anno del nostro percorso può essere così formulato: accrescere la venerazione, conoscenza e familiarità con il Libro delle Sacre Scritture: leggerlo, meditarlo, pregarlo quotidianamente per nutrire, illuminare, orientare la nostra vita secondo la volontà del Padre, nella consapevolezza che “tutta la divina Scrittura è un libro solo e quest’unico libro è Cristo;  infatti tutta la divina Scrittura parla di Cristo e in lui trova compimento” (UGO DI SAN VITTORE) e che  “ l’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo” (SAN GIROLAMO).
Dio continua ad esprimere la sua volontà salvifica nei nostri confronti cercando di entrare in dialogo con l’uomo, tentando di fargli sentire quanto lo ama e l’uomo, da parte sua, recando dentro di sé l’immagine divina, può entrare in contatto con il proprio Creatore o può da Lui allontanarsi attraverso il peccato. Questa condiscendenza di Dio trova  la sua realizzazione più alta nel Mistero dell’Incarnazione del Verbo: “La parola eterna che si esprime nella creazione e che si comunica nella storia della salvezza è diventata in Cristo un uomo, ‘nato da donna’ (Gal 4,4). La Parola qui non si esprime innanzitutto in un discorso, in concetti o regole. Qui siamo posti di fronte alla persona stessa di Gesù. La sua storia unica e singolare è la Parola definitiva che Dio dice all’umanità […] Il rinnovarsi di questo incontro e di questa consapevolezza genera nel cuore dei credenti lo stupore per l’iniziativa divina che l’uomo con le proprie capacità razionali e la propria immaginazione non avrebbe mai potuto escogitare. Si tratta di una novità inaudita e umanamente inconcepibile: “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14a). Queste espressioni non indicano una figura retorica, ma un’esperienza vissuta! A riferirla è San Giovanni, testimone oculare: “noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità” (Gv 1,14 b). La fede apostolica testimonia che la Parola eterna si è fatta Uno di noi. La Parola divina si esprime davvero in parole umane” (VD 11). Questa Parola, quindi, pronunciata da Dio per la salvezza dell’umanità, ha anche una ‘casa’, una casa che si regge sulla testimonianza di Pietro e degli Apostoli, una casa che ha il suo modello nella comunità-madre di Gerusalemme e che ancora oggi, attraverso i Vescovi in comunione con il Successore di Pietro, continua ad essere custode, annunciatrice ed interprete della Parola (cfr. LG  13): questa ‘casa’ è la Chiesa. E la Chiesa vive grazie alla presenza e all’azione della Parola che, in modo sostanziale, ne permea ogni realtà e ogni azione.