Perché ci chiamavi tutte Maria…

Ormai da dieci giorni, il nostro cuore era in forte trepidazione per la tua vita. Il 15 mattina infatti, poco dopo la preghiera di lodi, mentre ti preparavi per partecipare alla Celebrazione Eucaristica, un malore improvviso ti ha colpita facendoti entrare in un coma dal quale non sei più uscita. E oggi, alle prime luci dell’alba, dall’ospedale dove ti trovavi, ci giunge la notizia che all’una del mattino, il tuo cuore ha smesso di battere. Sapevamo della gravità della tua situazione, dei danni irreversibili subiti dal tuo organismo e della sofferenza che avresti provato uscendo dal coma nelle situazioni in cui ti trovavi. Tuttavia, il dolore per la tua partenza da questa terra e il vuoto materiale che lasci in comunità sono grandi e innegabili. Ognuna di noi, dalla più antica del gruppo, all’ultima arrivata, avverte un legame speciale con te e porta nel cuore ricordi incancellabili della tua persona, della tua modalità relazionale, del tuo modo di essere e di vivere. Nonostante la consapevolezza della tua morte, ci sembra di sentire la tua voce, vederti ammiccare un sorriso dolce e piccante insieme, di raccogliere frammenti di tempo nei quali è incastonata una tua parola, un tuo consiglio, una tua battuta, il tuo sostare silenzioso e orante tra cella e coro. Ci sembra di vederti, aggrappata al tuo deambulatore, procedere con un andamento lento, dal passo felpato e incerto ma sempre agile nel pensiero, arguta, perspicace, aperta, sempre un po’ più avanti rispetto alle situazioni delle quali tu, anche drasticamente, tante volte, intuivi vantaggi ma paventavi svantaggi. Nelle ricreazioni, intervenivi, con la tua voce grave, spesso imprigionata da un respiro corto e risucchiato dalla malattia ma con libertà, talvolta con ingenuità, sciorinavi ora battute, ora impressioni, ora timori e spesso narravi passaggi editi o inediti di un passato che edificava tutte per la sovrabbondanza di fiducia nella divina Provvidenza che trasmetteva e per l’amore trascinante per il Carmelo che trasudava da ogni parola, da ogni emozione più o meno ingoiata, da ogni sospiro. Eri ormai ricurva quasi come un arco, un ammasso di dolori, e come un arco teso ti proiettavi verso l’Eterno. Certo eri anche un po’ buffa e noi scherzavamo volentieri con le tue tante paure più o meno fondate ma tu stavi allo scherzo e quando non sapevi che dire concludevi insoddisfatta o un po’ smarrita esclamando: “Ahi Maria” … (perché ci chiamavi tutte Maria). Ancora ci sembra di vedere pian paino aprirsi la porta della cucina e vederti spuntare chiedendo permesso e entrando quasi in punta di piedi ma non sempre consapevole del volume ingombrante del tuo deambulatore… soprattutto nei momenti cruciali… Ti piaceva cucinare e nel passato avevi notevolmente manifestato le tue doti nell’arte culinaria allietando la mensa della comunità ma soprattutto manifestando un forte senso materno e una particolare attenzione ai bisogni di ciascuna.. Ora non potevi più farlo ma elogiavi continuamente le sorelle di turno, incoraggiandole e raccomandando loro di non stancarsi troppo ovviamente senza far mancare le tue frecciatine sulle nevicate a Venezia se ti sembrava troppo il sale o per il passaggio della bora quando qualche pietanza non era ben calda…. Vedevi poco e avevi bisogno di aggeggi particolari per ingrandire gli scritti, volevi, infatti, partecipare al canto della liturgia delle ore e fare qualche lettura personale. Spesso anche da non troppo lontano ci confondevi, ma la tua vista spirituale aveva bagliori acquilini. Dal bagaglio della tua memoria spulciavi frammenti spirituali di vite di santi o della Parola di Dio o anche aneddoti della tua vita passata che manifestavano una luce interiore ben più luminosa di quella captabile da un occhio sano. Si coglieva dalla tua spiritualità quasi l’intreccio di una vita mistica dal cuore bambino, con l’apertura di mente e di cuore di una donna intelligente, amante del bello, alla ricerca, pratica ma anche un po’ sui generis.
Ricordiamo con commozione il racconto della tua prima comunione, quando ancora troppo piccola, non “potevi” attendere più per ricevere Gesù nell’Eucaristia e approfittasti della forte somiglianza con una delle tue sorelle più grandi, indossasti il suo cappottino e andasti a messa, accostandoti tranquillamente alla comunione. Gesti di bambina? O già grande amore, sviscerato trasporto per quel Dio che ti aveva rubato il cuore?
Ma soprattutto, come comunità, il nostro cuore nutre profondi sentimenti di gratitudine al Signore per averti posta nella nostra vita, nella nostra storia personale e comunitaria, nel nostro monastero collocato in questo borgo quasi sconosciuto, nel cuore di un’apparizione mariana, alla quale tu hai tanto creduto e per la quale ti sei prodigata spendendo vita e salute. Come comunità monastica, il nostro cuore è pieno della certezza del tuo incontro glorioso con lo Sposo. Incontro tanto atteso, desiderato… Incontro preparato giorno dopo giorno, nel silenzio, nella preghiera, nell’offerta e nella tanta sofferenza che Lui ha permesso ti accompagnasse nel tempo facendoti più intima al mistero della Sua offerta d’amore per il mondo. Avremmo voluto dirti una parola, avremmo voluto darti un abbraccio, avremmo voluto salutarti con un bacio, avremmo voluto dire con te l’ultima preghiera…. Il Signore ha voluto che tu te ne andassi così, in sordina, quasi senza disturbare. Ora noi ti guardiamo, sei, fra tutte, la prima partita per tornare a casa…. dal nostro Dio, il nostro Tutto. Tu che certamente già godi dell’abbraccio con l’Amore Eterno, intercedi per noi, per questa tua cara comunità…. che hai amato a dismisura, accompagnaci con la nuova luce di cui ora godi, in questo tratto di cammino che ci resta da fare prima di raggiungerti e ritrovarci nuovamente in Lui e questa volta per sempre.
I funerali di sr Maria Maddalena saranno mercoledì 27 alle ore 16.
 
dal sito www.monasterocarmelitane.it