Diocesi di Pitigliano - Sovana - Orbetello

PITIGLIANO, PER DUE GIORNI CAPITALE DEL DIALOGO CULTURALE RELIGIOSO

VI Convegno internazionale e inter-istituzionale “Le porte del Mediterraneo. Pellegrinaggi di popoli”, sul dialogo culturale e religioso, Pitigliano, 28-29 ottobre 2024

 

Piccola e grande Gerusalemme si incontrano

Pitigliano per due giorni capitale del dialogo culturale e religioso

 

Marco Monari

 

A fine ottobre a Pitigliano, la Piccola Gerusalemme, sono stati vissuti due giorni di dialoghi, tavole rotonde e proposte concrete con incontri e collaborazioni di eccellenza interculturali e interreligiosi. Il Vescovo Roncari ha anche ricevuto separatamente e con familiarità nella propria residenza al Palazzo Orsini, il primo segretario dell’Ambasciata dello Stato di Palestina presso la Santa Sede, Jehad Farraj, inviato dall’ambasciatore Issa Kassissieh e l’ambasciatore di Israele presso la Santa Sede, Yaron Sideman.

Un sorriso sincero. Sembra un luogo comune oppure una di quelle frasi fatte dal significato opposto rispetto alla realtà. Eppure questo è accaduto a Pitigliano, il 28 e 29 ottobre scorsi, al Convegno per il dialogo interculturale e interreligioso «Le porte del Mediterraneo. Pellegrinaggi di popoli». Una sesta edizione stimolante che ha suscitato anche forti emozioni e riflessioni, costruita con la convinzione di poter dare seguito alla storia della Piccola Gerusalemme, storia semplice ma universalmente riconosciuta, e contribuire a far incontrare, dialogare, ascoltare. Un trinomio che in tanti casi ha il sapore di un’utopia, ma quando l’entusiasmo e la familiarità hanno fatto da padroni, i saluti più comuni sono stati l’abbraccio e la stretta di mano, e la «smorfia» più eloquente è stata il sorriso. Allora no, non è corretto parlare di luogo comune, né di inutilità di certi incontri, del dialogo, dell’ascolto. Per due giorni la piccola suggestiva cittadina del tufo è diventata ancora protagonista del dialogo ed anche porta e porto, luogo e meta di una sorta di pellegrinaggio di popoli, culture e religioni. Un contributo non scontato alla speranza che accompagnerà l’imminente Giubileo. La realizzazione dell’evento, organizzato e ospitato dalla diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello, ha visto co-protagonista il lavoro minuzioso delle Conferenze episcopali italiana e toscana, con i rispettivi responsabili per il dialogo don Giuliano Savina e la prof.sa Luisa Locorotondo, e del Dipartimento di architettura dell’Università di Firenze, con la prof.sa Cecilia Luschi e il suo team della C9. Sono stati recapitati anche due messaggi augurali di buon lavoro da parte della presidenza del Consiglio dei ministri e del ministro degli esteri Antonio Tajani.

Le due giornate hanno restituito profondi stimoli anche per la rispettiva presenza di altrettanti ospiti di eccezione, che hanno contribuito a dare senso e rilevanza allo spirito dell’evento. Sono stati accolti nella Piccola Gerusalemme il primo segretario dell’ambasciata dello Stato di Palestina presso la Santa Sede, Jehad Farraj, inviato ufficialmente dall’ambasciatore Issa Kassissieh, e l’ambasciatore di Israele presso la Santa Sede, Yaron Sideman. La loro presenza, anche se distinta e senza incontro formale, ha dimostrato la sensibilità e l’attenzione verso l’invito del vescovo mons. Roncari e lo scopo del convegno. Avendo lo sguardo rivolto in particolare sul Medio Oriente, lo scopo dell’«incontro tra la piccola e la grande Gerusalemme», come ha specificato il vescovo e ribadito anche da don Marco Monari, è «quello dell’incontro sereno tra persone, dell’ascolto reciproco su temi culturali e religiosi, senza la pretesa di cercare o proporre soluzioni politiche o geopolitiche che non ci competono».

Il primo giorno la prof.sa Luschi (DIDA – UniFi) e il suo team di ricercatori, insieme alla prof.sa Boaretto, illustre scienziata italiana del Weitzmann institute of science in Israele, hanno reso i risultati della missione archeologica AskGate a Ashkelon, porto sud del Mediterraneo insieme a Gaza, affidata dal Ministero italiano degli esteri. E, a proposito di Mediterraneo, il dott. Maurizio Certini, della fondazione Giorgio La Pira, ha concluso la mattinata parlando dell’importanza del Mare nostrum nell’idea del compianto sindaco di Firenze e da lui rinominato «nuovo lago di Tiberiade». Un mare che sembra sia stato messo lì per favorire incontri tra popoli, culture, religioni e ideali, e con i giovani come protagonisti. Per questo motivo, a seguito della proposta CEI con l’allora presidente card. Bassetti e del Forum del 2022, è nato il Consiglio dei giovani del Mediterraneo, con rappresentanti di diciotto Paesi affacciati sulle sue sponde.

Il prof. Armando Nugnes, teologo e coordinatore del progetto per il Mediterraneo e la prof.sa Francesca Romana Stasolla, della Sapienza, che dirige gli scavi nel Santo Sepolcro a Gerusalemme, hanno intrecciato due discipline per stimolare il recupero dell’attenzione verso  quell’«omphalos», verso l’ombelico del mondo, ed anche per valorizzare il Mediterraneo come culla di religioni, storia, scambi economici e culturali, percorsi di pace e di progresso. Oggi l’immagine del naufragio appare forse quella che meglio lo rappresenta, ma il Mediterraneo è stato anche il grembo che ha generato filosofia, matematica, scienza e il pensare credente.

La giornata si è conclusa con la bellezza. La prof.sa Roberta Lapucci, storica dell’arte e docente all’Istituto internazionale di restauro Lorenzo De’ Medici, nel Museo di Palazzo Orsini ha inaugurato l’esposizione di due opere del sec. XVI-inizio XVII, di cui una (che sembra vicina a Jacopo Bassano) è un grande dipinto raffigurante nella tradizione cristiana l’annuncio ai pastori della nascita del Salvatore, luce e speranza delle genti (cf Lc 2,31-32).

Il giorno seguente è stato inaugurato dalla presentazione di un progetto più umanitario che architettonico. Il prof. Andrea Ricci (UniFi – DIDA) ha illustrato le tavole di progetto per una scuola a Gaza, donate al Patriarcato latino di Gerusalemme. Ricci ha sottolineato che l’idea sottostante non è solo la costruzione di un edificio-scuola, ma di un luogo a completo servizio dei bambini e del loro futuro da costruire, dove non solo si va a studiare, ma anche si può crescere in umanità e nel desiderio di futuro. Già tre anni fa l’allora arcivescovo Pierbattista Pizzaballa dichiarò proprio a Pitigliano la necessità di ricostruire il tessuto umano a partire dalla scuola e dall’educazione, sia in Palestina che in Israele. Il patriarca affermava che solo la scuola può garantire un clima di serena speranza e fiducia nel futuro e nell’altro; clima che spesso non si manifesta dentro le famiglie e nei gruppi, dove invece c’è il pericolo di trasmettere sentimenti di rancore, che a loro volta vanno ad alimentare reazioni conseguenti e a far crescere le nuove generazioni come facili prede per continuare a spargere semi di odio e violenza a più livelli. Chi nasce e cresce in questo clima, già nasce e cresce come morto, al futuro, alla speranza.

Questo tema in un certo senso ha percorso trasversalmente il convegno. Padre Ibrahim Faltas, collegato da Gerusalemme, ha sottolineato con forza l’emergenza che tocca proprio i bambini; in questo clima attuale soprattutto a Gaza ma anche in Libano, nascono e muoiono innocenti. Proteggerli ed educarli dovrebbe essere la scelta prioritaria per uscire dalle spirali del fumo tossico, più che delle bombe, dell’odio e del rancore.

Il parterre di relatori, moderati dal giornalista Giacomo D’Onofrio, ha poi stimolato altrettanti approfondimenti significativi. Voci diverse che hanno arricchito il tema «Una terra paradigma di dialogo», specificando che con «terra» non si intende Israele o la Palestina politiche, ma il luogo umano comune di vita, dove tutti ci dovremmo sentire a casa e dove tutti dovremmo convergere come in un pellegrinaggio. In fondo la persona umana, l’altro, la terra, la casa, la fede sono i veri luoghi santi, i santuari inviolabili e la meta a cui tendere e possibilmente raggiungere. Franco Cardini, Gadi Piperno (Rabbino Capo di Firenze), Mohammed el-Harchaoui (CII), Halima Erika Rubbo (COREIS), Wlodek Goldkorn (giornalista e scrittore), Maurizio Certini (Fondazione La Pira), Piotr Zelawsko (Vicario patriarcale di Gerusalemme), e l’intervento non di circostanza anche dell’ambasciatore Yaron Sideman, si sono susseguiti con profonde considerazioni, sottolineando e in qualche modo siglando l’intento del convegno: cultura e religioni al centro del dialogo e del confronto.

In particolare, come è emerso da alcuni relatori, è fondamentale fare buon uso della memoria. Non come strumento di difesa del proprio passato da difendere nel presente, ma come presa di coscienza del presente quale punto di partenza necessario per ricostruire un futuro diverso. Arroccarsi sulle posizioni, per esempio, del «chi c’era prima» e di «chi è venuto dopo», costituisce la vera causa di stalli e incomprensioni, per non dire di guerre.

Toccante il dono di Certini all’ambasciatore Sideman di due lettere conservate nell’archivio della Fondazione tra tante altre: quella di La Pira che scrive a Ben Gurion nel 1973 e la risposta del fondatore di Israele.

Le due giornate sono giunte al termine con l’incontro interreligioso, la preghiera e il messaggio di pace che ne è scaturito. Un simbolico pellegrinaggio ha toccato i tre santuari delle tre religioni abramitiche: la cattedrale, la sinagoga e un luogo per la preghiera musulmana. Il cammino si è concluso nel Palazzo Orsini con la recita di passi significativi dei testi sacri alle tre religioni con cui si invoca la pace, seguita dalle considerazioni finali.

I saluti più comuni si sono trasformati in abbracci calorosi e strette di mano affettuose, mentre un sorriso ha illuminato i volti di tutti i partecipanti. Sentimenti manifestati che alla fine sono stati la sintesi più eloquente dei due giorni intensi di incontri, svolti nella serenità e familiarità, con lo stile e la regola dell’incontro, del confronto e dell’ascolto.

 

Da sinistra: prof. Luisa Locorotondo, incaricata CET dialogo interreligioso; S.E. Yaron Sideman, ambasciato di Israele presso la Santa Sede; rav Gadi Piperno, Rabbino Capo di Firenze; Mohammed el-Harchaoui, rappresentante Confederazione Islamica Italiana; Valentino Bisconti, vicepresidente della Provincia di Grosseto; S.E. Giovanni Roncari, vescovo; don Marco Monari, Direttore UBCE diocesano.
Da sinistra: prof. Luisa Locorotondo, incaricata CET dialogo interreligioso; S.E. Yaron Sideman, ambasciato di Israele presso la Santa Sede; rav Gadi Piperno, Rabbino Capo di Firenze; Mohammed el-Harchaoui, rappresentante Confederazione Islamica Italiana; Valentino Bisconti, vicepresidente della Provincia di Grosseto; S.E. Giovanni Roncari, vescovo; don Marco Monari, Direttore UBCE diocesano.
Jehad Farraj, Primo segretario dell’Ambasciata dello Stato di Palestina presso la Santa Sede, delegato dall’Ambasciatore Issa Kassissieh
Jehad Farraj, Primo segretario dell’Ambasciata dello Stato di Palestina presso la Santa Sede, delegato dall’Ambasciatore Issa Kassissieh
Jehad Farraj, Primo segretario dell’Ambasciata dello Stato di Palestina presso la Santa Sede, delegato dall’Ambasciatore Issa Kassissieh
Jehad Farraj, Primo segretario dell’Ambasciata dello Stato di Palestina presso la Santa Sede, delegato dall’Ambasciatore Issa Kassissieh
Tavola rotonda per il dialogo interculturale. Da sinistra: don Luigi Territo s.j., docente presso la Facoltà teologica dell’Italia meridionale; rav Gadi Piperno, Rabbino Capo di Firenze; dott. Maurizio Certini, Fondazione Giorgio La Pira; prof. Franco Cardini, storico e scrittore; Giacomo D’Onofrio, giornalista e moderatore; dott. Wlodek Goldkorn, giornalista e scrittore; Mohammed el-Harchaoui, rappresentante Confederazione Islamica Italiana
Tavola rotonda per il dialogo interculturale. Da sinistra: don Luigi Territo s.j., docente presso la Facoltà teologica dell’Italia meridionale; rav Gadi Piperno, Rabbino Capo di Firenze; dott. Maurizio Certini, Fondazione Giorgio La Pira; prof. Franco Cardini, storico e scrittore; Giacomo D’Onofrio, giornalista e moderatore; dott. Wlodek Goldkorn, giornalista e scrittore; Mohammed el-Harchaoui, rappresentante Confederazione Islamica Italiana
Scambio di saluti tra (da sinistra) rav Gadi Piperno, Mohammeh el-Harchaoui, S.E. Yaron Sideman, ambasciatore di Israele presso la Santa Sede
Scambio di saluti tra (da sinistra) rav Gadi Piperno, Mohammeh el-Harchaoui, S.E. Yaron Sideman, ambasciatore di Israele presso la Santa Sede
Stretta di mano tra l’ambasciatore S.E. Yaron Sideman e Mohammed el-Harchaoui
Stretta di mano tra l’ambasciatore S.E. Yaron Sideman e Mohammed el-Harchaoui
Un momento del convegno con la prof.sa Cecilia Luschi (DIDA – UniFi) e don Marco Monari
Un momento del convegno con la prof.sa Cecilia Luschi (DIDA – UniFi) e don Marco Monari
Un momento dell’incontro interreligioso, con (da sinistra) il vescovo S.E. Giovanni Roncari, rav Gadi Piperno, Mohammed el-Harchaoui