Carissimo Padre,
come ogni anno, al termine di questa celebrazione così bella e intensa, le porgo, con gioia e riconoscenza, a nome di tutto il presbiterio e del popolo di Dio che vive nel territorio della nostra Diocesi, i più sinceri auguri per una santa e serena Pasqua nel Signore risorto.
Facendo a lei e ai suoi familiari, di vero cuore, questi auguri, vorrei, al tempo stesso, esternarle due brevissime riflessioni, una di tipo più contingente, l’altra senz’altro più sostanziale.
La prima, quella legata allo scorrere del tempo, ci pone davanti, nei prossimi mesi, due appuntamenti importanti. Il primo è la conclusione della Visita pastorale, da lei iniziata circa due anni fa e che sta giungendo al termine. Posso dire che a noi preti e ai laici delle nostre comunità parrocchiali è piaciuto lo stile con cui l’ha condotta: uno stile fraterno, uno stile fatto di incontri con la gente, di disponibilità all’ascolto, fatto di serate trascorse in canonica con i preti, condividendo con loro anche le piccole cose della loro quotidianità, mangiando insieme quello che c’era, senza richieste o pretese, volendo essere non un ispettore, ma un fratello in cammino sul nostro stesso difficile e polveroso sentiero. Aspettiamo con fiducia le indicazioni che lei vorrà consegnarci nella sua lettera che ci indirizzerà nei prossimi tempi, indicazioni sulle quali, ne sia certo, rifletteremo con profondità e che cercheremo di attuare nelle nostre rispettive realtà parrocchiali.
Il secondo appuntamento è quello della celebrazione dei Mille Anni dalla nascita di San Gregorio VII, il patrono della nostra Diocesi, celebrazione che ci vedrà riuniti in questo stesso Duomo a partire dai primi mesi del 2020.
Abbiamo già iniziato ad organizzarla, ma, ne sono convinto, non sarà vissuta soltanto come una celebrazione esteriore o come un’autoaffermazione di una identità messa forse in discussione, ma come un’occasione imperdibile per crescere in quel senso di ‘diocesanità’ e di comunione che, da sempre, fa bella la nostra terra e le persone che vi abitano. Noi vogliamo vivere questo evento così e, ne siamo certi, lei ci aiuterà a farlo.
La seconda riflessione, più sostanziale, la traggo dall’augurio che vorrei estendere a tutte le persone qui presenti, sacerdoti e laici, di crescere in una virtù che oggi vedo come necessaria per capire la realtà in cui viviamo in ogni stato di vita a cui il Signore ci ha chiamati: la virtù del discernimento.
Più volte il Papa, nel suo magistero, ci ha fatto riflettere sulla necessità di esercitare questa virtù, di cercarla, di svilupparla, di chiederla costantemente al Signore nella nostra preghiera, proprio perché la realtà in cui viviamo è estremamente complessa, è di difficile definizione e abbiamo urgentemente bisogno che il Signore ci faccia questo dono per capire dove stiamo portando la nostra vita.
Anche nella Esortazione Apostolica Postsinodale ai giovani e a tutto il Popolo di Dio ‘Christus vivit’, edita qualche giorno fa, il Papa ritorna, nella parte conclusiva del testo, sul tema del discernimento, dando ai giovani, ma anche a ciascuno di noi, questa riflessione che vorrei diventasse un augurio pasquale rivolto a tutti e a ciascuno: “Al di là di ciò che sente e pensa nel presente e di ciò che ha fatto nel passato, l’attenzione è rivolta a ciò che vorrebbe essere. A volte questo richiede che la persona non guardi tanto ciò che le piace, i suoi desideri superficiali, ma ciò che è più gradito al Signore, il suo progetto per la propria vita che si esprime in un’inclinazione del cuore, al di là della scorza dei gusti e dei sentimenti….Solo allora il discernimento diventa uno strumento di impegno forte per seguire meglio il Signore. In questo modo, il desiderio di riconoscere la propria vocazione acquista un’intensità suprema, una qualità differente e un livello superiore, che risponde molto meglio alla dignità della propria vita. Perché, in ultima analisi, un buon discernimento è un cammino di libertà che porta alla luce quella realtà unica di ogni persona, quella realtà che è così sua, così personale, che solo Dio la conosce”
Che la contemplazione di Gesù risorto, che fa nuove tutte le cose, ci aiuti a crescere in questa capacità di discernimento per riacquistare il gusto e la gioia di rispondere positivamente al progetto che Lui ha su di noi.
Caro Padre, Buona Pasqua allora a lei e a tutti noi!!!