Diocesi di Pitigliano - Sovana - Orbetello

SINTESI DIOCESANA

DIOCESI DI PITIGLIANO-SOVANA-ORBETELLO

Sintesi diocesana a conclusione della fase narrativa del Sinodo

 

La scelta di metodo fatta nel corso del primo anno del cammino sinodale, per quanto riguarda la Diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello, è stata quella di proporre la riflessione su alcune tematiche di quelle proposte a livello parrocchiale invitando i parroci a convocare, ognuno nella propria comunità, delle assemblee che potessero diventare il luogo della interazione e della convocazione tra le persone di quelle stesse comunità parrocchiali.

Ci siamo accorti, però, che questo livello parrocchiale, vista la particolare conformità del territorio diocesano (comprendente moltissime comunità parrocchiali di piccola dimensione), non aveva favorito questo metodo. Per questo motivo, l’indicazione data dall’Equipe sinodale diocesana per il secondo anno dell’ ascolto è stata quella di convocare delle assemblee interparrocchiali e, dove possibile, a livello di vicariati. I ‘cantieri’ così impostati, almeno in alcune zone, hanno sortito gli effetti sperati: le persone si sono radunate in un numero significativo e, guidate da alcuni membri dell’Equipe sinodale, hanno avuto la possibilità di approfondire i contenuti proposti.

Di buon spessore è stato, poi, l’incontro che il nostro Vescovo ha tenuto con alcune associazioni di volontariato che operano nel territorio della nostra Diocesi sui contenuti del primo ‘cantiere’ nel corso del mese di novembre 2022 nei locali della parrocchia di Albinia.

L’incontro ha avuto come filo conduttore la domanda: ‘come comunità ecclesiale, quali canali di comunicazione possiamo aprire per mettersi in ascolto della realtà che abbiamo intorno a noi?’ ed è stata forse la prima occasione in cui ci siamo confrontati, in modo attento e costruttivo, con tutta una serie di realtà (in questo caso, legate al mondo del volontariato) che, magari, non vivono all’interno delle nostre comunità parrocchiali, ma che fanno parte ugualmente del tessuto delle nostre comunità paesane.

Di particolare interesse è stato, poi, l’incontro, tenuto a Nomadelfia, tra i membri dei consigli Caritas delle Diocesi di Pitigliano e di Grosseto, incontro aperto a tutti i volontari e a tutti coloro che hanno sensibilità nei confronti di questo fondamentale servizio ecclesiale.

Un’altra iniziativa che vorremmo segnalare è quella già evidenziata nella relazione inviata dopo il primo anno sinodale e cioè quella di permettere ad un sacerdote di poter, durante le ore di religione, avere un incontro con i ragazzi della scuola secondaria di I grado in 5 istituti sul territorio della nostra diocesi. Dopo l’incontro poi ai ragazzi venivano somministrato un questionario i cui risultati sono già stati inviati.

L’idea di incontrare i ragazzi nelle scuole, è voluta essere un esperienza di chiesa ‘in uscita’, perché questa volta è stata la “chiesa” che ha provato ad entrare nel loro mondo e l’esperienza ha prodotto dei dialoghi belli e veri, anche grazie al lavoro di alcune Insegnanti di Religione, le quali, laddove il sacerdote non ha potuto incontrare i ragazzi, hanno spiegato ai loro alunni l’esperienza del Sinodo e hanno proposto il questionario da redigere. Al termine, sono stati raccolti 471 questionari.

Questa proposta dell’incontro nelle scuole (che si è svolto durante il primo anno) sarebbe dovuta continuare anche durante il secondo anno, ma il diniego da parte delle autorità scolastiche ci ha impedito di poter riprendere il cammino.

Per la continuazione del cammino sinodale, noi vorremmo evidenziare tre ‘piste’, tre esperienze su cui continuare a lavorare:

  • l’aspetto della formazione a livello vicariale che noi riteniamo, per la nostra Diocesi, come il più adeguato per poter continuare a ‘crescere’ insieme. E’ nostra intenzione proporre tre assemblee vicariali di formazione e di approfondimento su alcune tematiche che verranno identificate ed esplicitate in seguito (per esempio, il mistero eucaristico come mistero di ‘comunione’ e di ‘condivisione’, la corresponsabilità laicale nella vita della Chiesa, la ‘diaconia’ come segno qualificante della Chiesa oggi…);
  • vorremmo proporre altri incontri di riflessione e di scambio, oltre quello organizzato con le associazioni di volontariato, magari coinvolgendo gli operatori del turismo e i lavoratori delle campagne, dal momento che nell’ambito della nostra Diocesi moltissime persone operano nel campo dell’accoglienza turistica e molti altri vivono del lavoro nel settore agricolo. Potrebbe essere un modo per renderci vicini a coloro che lavorano in questi settori sempre nella volontà di ‘ascoltare’ quella parte del Popolo di Dio che, magari, non frequenta, in modo stabile e continuativo, le nostre parrocchie;
  • infine, abbiamo intenzione di continuare il nostro rapporto con il mondo della scuola, nonostante la parziale battuta di arresto subita nel corso del secondo anno del Sinodo: siamo convinti che dai ragazzi che vivono in quell’ambito sia possibile avere delle indicazioni molto interessanti su come rendere più accattivante per tutti i giovani l’annuncio del Vangelo di Gesù.

Questo tentativo fatto di riaprire il ‘canale comunicativo’ con il mondo della scuola potrebbe diventare uno stimolo anche per tutte le altre Diocesi. Siamo convinti che il mondo della scuola rappresenti un ‘banco di prova’ e, al tempo stesso, una valida e importante possibilità per recuperare il filo spezzato del dialogo con la nuove generazioni e l’esperienza del Sinodo, laddove possibile, può rappresentare una buona occasione per tornare a riflettere con i nostri giovani, cosa di cui abbiamo urgente bisogno.

Crediamo di poter affermare che da questi due anni di cammino sinodale abbiamo tratto almeno un paio di riflessioni che vorremmo condividere:

  • la bellezza del camminare insieme e dell’avere la possibilità di confrontarci in modo libero e gioioso, come fratelli, su alcuni contenuti che sono alla base del nostro ‘essere Chiesa’;
  • l’impegno, la fatica che questo ‘camminare insieme’ richiede, soprattutto quando ci viene chiesto di ‘rinunciare’ a noi stessi e alle nostre convinzioni per ‘fare spazio’ agli altri;
  • la necessità, ormai ineludibile, di questo ‘camminare insieme’ in una realtà in cui tutti siamo ormai interconnessi e collegati fra noi e in cui le azioni e le idee di una persona hanno conseguenze, quasi in modo ormai automatico, su tutti gli altri, nel mondo come nella Chiesa;
  • la scoperta, avvenuta anche grazie agli incontri sinodali, di una ‘ricchezza’ di profondità e di spessore in coloro che hanno partecipato che, altrimenti, sarebbe probabilmente rimasta inespressa.

Continuando il cammino, questo stesso potrebbe diventare l’occasione per scoprire tante ‘ministerialità’ laicali da mettere al servizio della nostra Chiesa diocesana e per sperimentare quanto il Signore non lasci mancare il suo amore ai suoi figli.