Diocesi di Pitigliano - Sovana - Orbetello

Progetto Pastorale

La diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello, suffraganea dell’arcidiocesi di Siena-Colle di val d’Elsa-Montalcino appartenente alla regione ecclesiastica Toscana, vescovo della diocesi è Sua Eccellenza mons. Gianni Roncari. Alcuni numeri: la diocesi si estende su una superficie di 2177 kmq nella provincia di Grosseto e di Siena dalla vetta del Monte Amiata sino all’Isola del Giglio. Gli abitanti sono 67.497, per un totale di 71 parrocchie, il clero è composto di 57 sacerdoti di cui 11 regolari e 46 secolari. (fonte annuario pontificio 2022).

Una diocesi quindi molto estesa ma composta da tanti piccoli centri abitati, un territorio molto eterogeneo che va dalla realtà della montagna, a quella collinare per finire con la zona del mare che risulta essere anche quella più densamente abitata. Dallo scorso agosto vive la novità di essere unita ‘in persona episcopi’ con la diocesi di Grosseto.

Per programmare il lavoro che a breve presenteremo il Vescovo ha nominato una commissione composta da 4 sacerdoti, una religiosa, un diacono permanente e 5 laici.

Ci siamo incontrati in una occasione anche con la analoga commissione della diocesi di Grosseto per condividere un cammino comune di preparazione per le schede e il giorno 9 gennaio nella cattedrale di Grosseto il vescovo ha conferito il mandato alle due commissioni. Anche i nostri incontri sono stati una concreta esperienza sinodale perché gioco forza ci siamo confrontati noi stessi sui temi proposti ed è emersa chiaramente la difficoltà di intraprendere un cammino sinodale perché a nostro avviso questo invito a lavorare è forse arrivato in un momento sicuramente non facile, per la nostra diocesi, che come tutta la chiesa italiana vive molte difficoltà legate alla lenta uscita  dalla pandemia, fattore questo che ha reso sicuramente più difficoltoso favorire e proporre occasioni di incontro e di scambio. Altra difficoltà da subito riscontrata è stato il relativo poco tempo per una pianificazione di proposte e iniziative, ma in spirito di servizio e confidando nell’aiuto dello Spirito ci siamo messi in ascolto l’uno dell’altro e abbiamo iniziato a lavorare. Dopo aver analizzato tutto il materiale fornitoci la nostra commissione, per favorire e promuovere queste occasioni di ascolto, a provato a calare nelle nostra realtà quali potessero essere, tra gli esempi di schede arrivati da Roma, quelle più vicine al nostro territorio e alla nostra chiesa, e ne abbiamo scelte e rielaborate 4: due proposte di schede e di incontro per le parrocchie, una per i giovani, e una denominata tutti rivolta a i cosiddetti lontani dalla chiesa.

I contributi di riflessione che abbiamo ricevuto sono stati frutto di riflessioni personali, di incontri avvenuti nelle parrocchie e in alcune associazioni, come l’Unitalsi e la Misericordia. Circa 20 sono stati i contributi ricevuti dai cosiddetti “lontani”.

Passiamo ora a presentare le schede che la commissione a elaborato come traccia, come proposta di animazione per uno o più incontri.

Le schede preparate hanno il seguente schema:

  • Introduzione
  • La domanda fondamentale proposta dal Sinodo universale
  • Preghiera iniziale
  • Lettura della parola di Dio
  • Tre temi da affrontare che si differenziavano a seconda della scheda proposta
  • Preghiera conclusiva

Le quattro tracce proposte sono:

  • Traccia per un ascolto sinodale della voce delle Parrocchie e unità/comunità pastorali, abbiamo proposto due schemi
  • Traccia per un ascolto sinodale della voce dei Giovani
  • Traccia per un ascolto sinodale della voce di tutti

I temi con le relative domande differivano da scheda a scheda come di seguito illustrato:

  • Traccia per un ascolto sinodale della voce delle Parrocchie e unità/comunità pastorali schema 1:

TEMA 1: “I COMPAGNI DI VIAGGIO”

  • Quando diciamo “la nostra parrocchia”, ‘la nostra comunità” chi ne fa parte? Siamo disposti a camminare insieme?
  • Ci è stato chiesto in questi anni di ‘uscire’, verso chi abbiamo compiuto passi significativi al riguardo? Quali gruppi o individui sono lasciati ai margini?

TEMA 2: “PRENDERE LA PAROLA”

  • Come promuoviamo all’interno della comunità e dei suoi organismi uno stile comunicativo libero e autentico, senza doppiezze e opportunismi? Cosa permette o impedisce di parlare con coraggio, franchezza e responsabilità nella nostra Chiesa locale e nella società?

TEMA 3: “DIALOGARE NELLA CHIESA E NELLA SOCIETÀ”

  • Quali sono i luoghi e le modalità di dialogo all’interno della nostra parrocchia? Come vengono affrontate le divergenze di visione, i conflitti, le difficoltà? Come promuoviamo la collaborazione con parrocchie vicine, con gli uffici diocesani, tra le comunità religiose presenti sul territorio, con il livello diocesano delle associazioni e movimenti laicali, ecc.?

 

  • Traccia per un ascolto sinodale della voce delle Parrocchie e unità/comunità pastorali schema 2:

TEMA 1: “CORRESPONSABILITÀ NELLA MISSIONE”

  • Poiché siamo tutti discepoli missionari, in che modo ogni battezzato è chiamato a partecipare alla missione della Chiesa?
  • La vita di carità, le iniziative di solidarietà, sono vissute come parte della missione della Chiesa?

TEMA 2: “AUTORITÀ, PARTECIPAZIONE”

  • Quale ruolo viene dato al Consiglio pastorale parrocchiale? Quale attenzione è data alla verifica di quanto svolto?
  • Quale metodo di lavoro hanno i nostri organismi di partecipazione? I nostri metodi decisionali ci aiutano ad ascoltare tutto il Popolo di Dio?

TEMA 3: “FORMARSI ALLA SINODALITÀ”

  • La parrocchia valorizza l’esperienza e l’apporto delle aggregazioni laicali?
  • Come ci formiamo nella nostra comunità al “camminare insieme”?

 

  • Traccia per un ascolto sinodale della voce dei Giovani

TEMA 1: “ASCOLTARE”

  • Ti senti ascoltato e capito dalla chiesa?

TEMA 2: “COMPAGNI DI VIAGGIO”

  • Qual è la tua esperienza di chiesa?

TEMA 3: “CORRESPONSABILI NELLA MISSIONE”

  • Cosa significa per te che la chiesa sia al passo coi tempi?

Traccia per un ascolto sinodale della voce di tutti

TEMA 1: “COMPAGNI DI VIAGGIO

Qual è la tua esperienza di chiesa?

  • Per te la chiesa è la casa di tutti?

TEMA 2: “ASCOLTARE”

  • Chi è più in difficoltà, chi soffre, chi è povero o è solo trova ascolto nella chiesa?

TEMA 3: “CORRESPONSABILI NELLA MISSIONE”

  • Quale ritieni sia la missione specifica della chiesa?

 

Per i problemi accennati in precedenza, i contributi arrivati non sono stati molti ma un dato che chiaramente emerge dalla lettura delle schede riguardanti le parrocchie e le associazioni è consapevolezza di un “esserci”, di amare la propria la propria chiesa di rispettarla di difenderla e nello stesso tempo però riuscire a guardarla con occhio critico evidenziando alcune difficoltà. Cito letteralmente un passaggio di un contributo arrivato: “ uno dei problemi più sottolineati è l’apparente lontananza tra alcuni organismi ecclesiali ( vescovi, uffici diocesani) e il vissuto quotidiano della gente, con i suoi problemi, delusioni, incertezze. (…) I nostri metodi decisionali non sono sentiti come coinvolgenti dall’intero popolo di Dio e la capacità di ascoltare le esigenze del popolo ha bisogno di essere incrementata, specie dai “vertici” della Chiesa”.

Nei contributi delle parrocchie e associazioni le parole più ricorrenti sono:

  • Senso di appartenenza;
  • Servizio;
  • Ascolto (ricevuto);
  • Mi sento accolto;

Sul tema della corresponsabilità della missione, è abbastanza chiaro il concetto che tutti dobbiamo “giocare” il nostro ruolo perché in quanto battezzati siamo chiamati a lavorare attivamente, la testimonianza non è solo “riservata” a preti e suore.

Sul tema dell’autorità e partecipazione risulta abbastanza presente il Consiglio pastorale parrocchiale e sono chiari i compiti e la missione di chi ne fa parte.

Dobbiamo crescere nella formazione alla sinodalità e possiamo farlo solo se ci educhiamo all’ascolto.

Dalla lettura delle schede però emerge anche una certa stanchezza un bisogno di rinnovarsi che si sembra farsi sempre più difficile per la mancanza di giovani e per una partecipazione attiva ridotta.

Tra i cosiddetti “lontani”, alla domanda quale esperienza hai della chiesa, poche sono le risposte negative.

Emerge un dato ricorrente tra chi non ha vissuto o non vive il tessuto ecclesiale, alla domanda “quale ritieni sia la missione specifica della chiesa?” la risposta è chiara, si pensa alla chiesa “solo” come ad un ente assistenziale tradotto la chiesa è “buona” ed utile se aiuta i poveri, in caso contrario quando fa altro non serve a nulla.

Veniamo spesso accusati come chiesa, e specialmente i presbiteri, di non riuscire ad ascoltare i bisogni delle persone.

Oltre al lavoro con i ragazzi e gli adolescenti di cui parleremo dopo in maniera dettagliata abbiamo ricevuto anche alcune riflessioni di giovani, dalla lettura delle loro riflessione emerge chiaramente la difficoltà che spesso percepiscono non nell’essere ascoltati, ma capiti.

Cito testualmente: “Mi sento sicuramente ascoltata dalla Chiesa, in particolar modo dal mio parroco e dalle suore del mio paese, ma non sempre sono sicura di essere capita, dal momento che siamo persone diverse con vissuti diversi. In ogni caso so che per me ci sono sempre, e quando ne ho bisogno posso sempre contare su di loro.”

Un’altra riflessione è questa: “Per essere ascoltato dalla chiesa bisogna chiedere e cercare un confronto ma spesso noi ragazzi i problemi che abbiamo  non li poniamo ai sacerdoti. Bisognerebbe mettere delle giornate dedicate all’ascolto.”

In un altro contributo si legge: “Vuoi essere ascoltato dalla Chiesa? Hai occasioni in cui la Chiesa può ascoltare la tua voce? Sono altre due domande che, secondo me, è necessario porsi prima di riflettere sulla prima.

Personalmente è difficile rispondere, l’ascolto è dato, il confronto c’è, e forse non ho ancora l’adeguata esperienza per venire ascoltato come un adulto. Tuttavia, ho la fortuna di avere sempre, nella Chiesa, l’opportunità di venire ascoltato e di confrontarmi.”

 

 

Un’altra iniziativa messa in atto grazie anche disponibilità di alcuni dirigenti scolastici di permettere ad un sacerdote, facente parte di questa commissione, di poter, durante le ore di religione, avere un incontro con i ragazzi della scuola secondaria di I grado in 5 istituti sul territorio della nostra diocesi, dopo l’incontro poi hai ragazzi veniva proposto un questionario anonimo, che illustreremo successivamente.

L’idea di incontrare i ragazzi nelle scuole, è voluta essere un esperienza di chiesa in uscita, perché questi ragazzi hanno sempre avuto contatti con la “chiesa” con i preti andando loro in chiesa, questa volta è stata la “chiesa” che ha provato ad entrare nel loro mondo, e l’esperienza a prodotti dei dialoghi belli e veri, il poco tempo e la non disponibilità di alcuni dirigenti scolastici non ha permesso di provare l’iniziativa anche in altri istituti, va detto però, che grazie al lavoro delle insegnanti, che laddove il sacerdote non ha potuto incontrare i ragazzi, sono state loro a presentare il sinodo e proporre il questionario anche in altri istituti di I e II grado, questo ci ha permesso di recepire 471 questionari.

Ma passiamo ora all’esperienza bella vissuta nella scuola.

Si è realizzata in due momenti, il primo l’incontro frontale con il sacerdote, il secondo il questionario.

Il momento dell’incontro frontale si è così svolto, dopo una breve presentazione, dove veniva detto ai ragazzi il perché ci fosse il sacerdote, e spiegato il significato della parola sinodo, utilizzando la tecnica del brainstorming è stato chiesto ai ragazzi: “ se ti dico la parola chiesa cosa ti viene in mente” e in circa sessanta secondi i ragazzi hanno scritto su un foglio tutte ciò che veniva loro in mente. Successivamente poi utilizzando la stessa tecnica veniva chiesto: “se ti dico la parola famiglia, scrivi la prima cosa che ti viene in mente”.

Questo ha dato il via ad un bel dibattito dove abbiamo analizzato insieme la diversità delle risposte, il dato che più si è ripetuto è il vedere la chiesa solo come edificio, come un qualcosa che è esterno da me un posto dove io vado non una esperienza della quale faccio parte.

La chiesa vista solo come il prete, il catechismo inteso solo come quella cosa che mi serve per fare la comunione e la cresima e il mio andare a messa è un obbligo per fare prima la comunione e poi la cresima, il dato importante che è emerso che ci troviamo di fronte ad un errore di comunicazione.

L’incontro poi si conclude tornando al punto, anzi alla domanda di partenza, “che cosa è un sinodo?” E viene detto loro che il modo più semplice e forse efficace per spiegargli cose fosse un sinodo era viverlo, perché quel momento di incontro gli ha resi attori protagonisti della chiesa che va ad incontrarli ed ascoltarli e che tutti le loro parole e il questionario saranno un contributo al lavoro sinodale, spiegando poi le varie fasi del sinodo, perché se la parola sinodo significa camminare insieme, questo camminare insieme diventa vero e autentico se riesco a mettermi in ascolto e condividere.

Da qui l’invito a partecipare al questionario.

Il questionario proposto ai ragazzi in forma anonima è composto di 8 domande:

  1. Chi fa parte della comunità ecclesiale?
  2. La chiesa è un luogo dove ci si ascolta e si impara ad ascoltare?
  3. All’interno della chiesa c’è un reale ascolto del contesto sociale e culturale delle persone, soprattutto di quelle in maggiore difficoltà?
  4. In questo periodo di pandemia, secondo te, la Chiesa è stata capace di ascoltare
  5. Quali potrebbero essere luoghi di incontro e di ascolto tra la chiesa e la società?
  6. Quale esperienza di dialogo si potrebbero creare con i credenti di altre religioni e con chi non crede?
  7. Quale esperienza hai di comunità? Fai parte di qualche gruppo o associazione?
  8. Quali sono gli aspetti, che secondo te, la Chiesa dovrebbe migliorare

La somministrazione del test è avvenuta attraverso l’applicazione Moduli Google, in modo tale da ottenere direttamente l’elaborazione in percentuale delle risposte.

Concludiamo questa nostra sintesi riportando per intero un contributo arrivato da un giovane, parole belle profonde che prendono ancora più significato proprio perché scritte da un giovane.

Alla domanda: ‘Cosa significa per te che la chiesa sia al passo coi tempi?’ la risposta è stata:

“Essere al passo coi tempi significa anzitutto essere un punto di riferimento per le nuove generazioni. Tuttavia, ciò può significare anche seguire e adeguarsi alle nuove tendenze sociali, per essere disponibile e farsi comunità con tutti i membri della società.

La Chiesa è stata e rimarrà un’istituzione che, per la maggior parte dei cittadini, è ben conosciuta e che ognuno conosce, per via della sua importanza nella realtà italiana. Oltre a questo ruolo più politico e sociale, che, come detto, è ben chiaro e ben noto, la Chiesa è prima portatrice del messaggio di Cristo, che richiede di essere attualizzato. Attualizzato il messaggio o attualizzata l’istituzione per trasmettere meglio l’immodificato messaggio?

La millenaria tradizione della Chiesa e l’importanza e lo scandalo che suscitarono e suscitano le predicazioni di Gesù, dovrebbero rimanere immutate. Un messaggio di amore, potente non va adeguato alle tendenze. Il mio personale monito è quello all’attenzione. Come la gente si perde nelle nuove sfide della società, così la Chiesa rischia di cadere anch’essa in queste buche.

Portare l’autentico messaggio, abitarlo, tramite un occhio vigile ai sempre attuali insegnamenti della storia, potrebbe far emergere e riemergere una Chiesa nuova, impoverita, che non tanto riesca a stare dietro alle nuove mode, ma che sappia dare un’alternativa a coloro che cercano, e spesso non lo sanno nemmeno, una risposta dissonante e diversa, che sappia coinvolgere ed educare alla scelta.”